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[CATANIA] CONTRADDIZIONI: ZONA GIALLA E PIÙ DI 1800 CONTAGI IN TRE GIORNI!

Catania, con più di 1800 casi di contagio in tre giorni, è zona gialla a tinte nere. Il rallentamento delle misure restrittive in un momento così delicato ha il sapore di una inaccettabile condanna al contagio (e, per alcuni, a morte).
Per quanto ancora noi cittadini e cittadine saremo usati e usate come carne da macello di fronte a questo nemico ormai tutt’altro che invisibile? Per quanto ancora dovremo accettare di vivere in una zona in cui i reparti COVID vengono aperti senza che vi sia una contemporanea assunzione di personale medico e sanitario, solo con il mero scopo di ottenere una maggiore libertà?
Emergono sempre di più le contraddizioni e i giochi politici, in nome di “un’economia da salvare”, che stanno gravemente pesando sulle spalle dei e delle catanesi.
Il passaggio da zona arancione a zona gialla, con l’attuale andamento dei contagi, parla chiaro: i ministri, il presidente della regione e l’assessore alla salute, evidentemente, vogliono scrollarsi di dosso ogni tipo di responsabilità così da poter dare la colpa ai cittadini e alle cittadine “irresponsabili”. Puntano tutto sul classico individualismo capitalista, così possono puntare il dito sull’individuo anziché su chi dovrebbe realmente gestire la regione e il nostro paese (loro).
Nel frattempo? I contagi aumentano, le persone continuano a morire – solo ieri in Italia 993 morti – e gli interessi di chi sta al governo e di chi gestisce la Regione sono i meri interessi di chi si arricchisce sulle spalle della gente. Perché, è chiaro, l’economia, le grandi aziende, le multinazionali, le industrie sono messe al primo posto.
D’altronde lo abbiamo visto anche nel continuo ricatto messo in atto tra la salute – vera cosa fondamentale da tutelare – e il reddito.
Praticamente, o si muore di covid o si muore di fame?
Insomma, siamo davanti un quadro spaventoso, in cui si preferisce aprire, nonostante l’alto numero di contagi, pur di non garantire un reddito a tutte e tutti: che non si dica che non ci sono i soldi, dato che tutti i partiti nell’arco parlamentare hanno votato compatti contro l’ipotesi di una (mini) patrimoniale sui grandi patrimoni! Alla fine, chi rischia la vita sono sempre gli stessi, le persone anziane che vengono definite “non indispensabili allo sforzo produttivo del paese” e gli strati più deboli della popolazione, mentre aumentano costante le diseguaglianze.
Noi non vogliamo un’ecatombe, bisogna agire subito, prendere le decisioni restrittive necessarie, fare screening a tappeto, assicurare un reddito per poter mettere un piatto caldo a tavola a tutte le famiglie, stabilizzare e assumere il personale sanitario, rinforzare adeguatamente le strutture ospedaliere e le Usca.
Non possiamo più attendere, non possiamo più rischiare la vita per il loro profitto!
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