Sicilia

[Catania] Sì allo sport, no all’apartheid: cambia giro

Avremmo preferito assistere a una grande giornata di sport, essere orgogliosi del passaggio del Giro d’Italia nella nostra città e nel nostro territorio.

Invece quest’anno, in controtendenza con una più ampia presa di coscienza sulle gravi violazioni commesse e un allargamento della campagna #BDS di boicottaggio mondiale a cui aderiscono ormai anche personalità del mondo della musica, del cinema, della cultura, l’organizzazione del Giro d’Italia ha scelto di partire proprio da Israele.

Parafrasando il grande Johann Cruyff, che rifiutò di partecipare ai Mondiali del ’78 nell’Argentina di Videla e dei 30000 desaparecidos, noi riteniamo che non si possa pedalare a mille metri da un luogo in cui cadono sotto i colpi dei cecchini 51 persone, perlopiù giovani e giovanissimi, solo nelle ultime settimane; in cui la quindicenne Ahed Tamimi langue in carcere per aver dato uno schiaffo ai soldati che avevano sparato in testa al cugino; in cui i piccoli della famiglia Bakr sono stati falciati su una spiaggia mentre rincorrevano un pallone; in cui andare a scuola, fare sport, perfino curarsi è reso impossibile dai continui checkpoint.

Aver permesso che il governo israeliano si servisse di una manifestazione sportiva così amata per tentare di darsi una ripulita dal sangue e dai crimini che ha commesso per noi è inaccettabile.
Per questo abbiamo contestato e invitiamo tutti e tutte a farlo nelle prossime tappe di questo brutto Giro, a sostegno del popolo palestinese e a difesa dei veri valori dello sport!

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