Il 3 Maggio un centinaio di partecipanti al concorso per i Centri per l’Impiego della Regione Campania ha presidiato la Regione.
L’occasione era un incontro richiesto per avere certezza su una procedura concorsuale che assomiglia sempre di più ad un’Odissea. Presenti CGIL, USB, CISL, UIL e una rappresentanza di Potere al Popolo!
I concorsisti chiedevano di velocizzare le procedure concorsuali attraverso una prova scritta con banca dati al posto dell’orale.
Chiedevano inoltre una revisione del fabbisogno, alla luce degli ulteriori pensionamenti e del piano nazionale di rafforzamento dei centri per l’impiego, in modo tale da poter utilizzare la graduatoria concorsuale per un numero di assunzioni più alto.
La storia
Il bando risale a due anni fa.
La preselettiva fu subito sospesa in occasione della prima ondata della pandemia e successivamente fu eliminata, allo scopo di accelerare la procedura.
Le prove scritte si sono svolte in autunno e, in parte, sono state recuperate nei primi mesi del 2021, per quelli assenti per isolamento fiduciario o quarantena.
Il numero di coloro che hanno passato gli scritti è alto, in alcuni casi significativamente più alto dei posti messi a bando, e al momento, dopo l’incontro di oggi, si sa con certezza solo che resta confermata la prova orale.
La restante parte di quanto detto ai sindacati sono promesse che lasciano il tempo che trovano. Gran parte delle richieste non ha trovato risposta certa.
Intanto i CPI languono…
I Centri per l’Impiego in Campania intanto sono in costante affanno.
Sotto organico da anni, hanno visto le condizioni di lavoro, e quindi di erogazione del servizio, peggiorare drasticamente negli ultimi anni, durante i quali al carico di lavoro normale si è aggiunto anche quello – sacrosanto! – legato al Reddito di Cittadinanza.
In una Regione come la nostra, inoltre, è proprio il numero dei CPI ad essere insufficiente: nella sola Napoli ce ne sono soltanto tre, mentre negli ultimi due anni è aumentata enormemente la disoccupazione e la richiesta di accesso a misure di sostegno al reddito.
Il DL 44/2021 e la falsa semplificazione
Il DL voluto da Brunetta, di cui abbiamo già parlato altrove, serve solo ad aumentare arbitrio, corruzione e classismo nell’accesso alle selezioni per la PA, sostituendo le preselettive con una valutazione dei titoli.
Nessuno invece, né al livello nazionale né a quello regionale, ha fatto finora nulla per sbloccare le decine di procedure concorsuali aperte e bloccate.
Non parliamo solo dei concorsi sospesi a causa dell’emergenza COVID (mentre in altri paesi europei continuavano a svolgerli, nel rispetto delle misure di sicurezza).
Ci sono anche procedure svanite nel nulla come vascelli fantasma: Ispettorati Nazionali del Lavoro, INPS, 2133 funzionari RIPAM, scuola…
La PA italiana è paurosamente sotto organico sia rispetto alla copertura dei pensionamenti sia, soprattutto, rispetto ai bisogni reali di un apparato amministrativo che si troverà a breve a gestire i miliardi del PNRR.
In questa situazione le misure da prendere, urgenti, sono ben diverse dal tentativo di privatizzazione strisciante in atto, da un lato attaccando il sistema dei concorsi e dall’altro esternalizzando servizi che la PA non è più in grado di erogare.
Il nostro piano rivendicativo
Potere al Popolo! ritiene che si debba procedere con la massima urgenza e trasparenza a:
- concludere rapidamente tutti i concorsi aperti
- aggiornare i piani dei fabbisogni di tutti i livelli amministrativi, non sulla base dei pensionamenti o delle economie di bilancio, ma sulla base delle necessità reali del paese
- invertire la rotta dei tagli al personale, della riduzione del turn over, delle economie di bilancio fatte a spese dei servizi: un paese moderno deve avere un’amministrazione funzionale, con un organico ampliato, rafforzato, ringiovanito
- stabilire un piano di concorsi annuali, per evitare l’effetto collo di bottiglia dovuto proprio alle malefatte di Brunetta & Co. e ricorrere il meno possibile alla lotteria delle preselettive
Coerentemente con questo quadro, rispetto alle rivendicazioni dei concorsisti CPI Campania, che sosteniamo:
- riteniamo insufficiente la risposta data dall’Amministrazione, e pensiamo sia ancora possibile sostituire l’orale con una seconda prova scritta con banca dati e requisiti di superamento facilitati (18/30 invece di 21/30)
- chiediamo di conoscere i dati relativi ai pensionamenti effetto della quota 100, confrontati con il numero di pensionamenti calcolati al momento del bando
- chiediamo al Governo un ulteriore piano di rafforzamento dei CPI, con lo stanziamento di risorse tali da incrementare la dotazione organica ed assorbire tutti i candidati in graduatoria.
La crisi sanitaria, lavorativa ed economica in atto è senza precedenti. Le risposte che richiede sono senza precedenti.
Chi pensa di poter gestire una situazione del genere restando nell’ottica dei tagli, delle restrizioni, dei pareggi di bilancio che non tengono conto dei bisogni reali delle persone, è condannato a fallire e condanna il paese ad un impoverimento ulteriore.
Le larghissime maggioranze nazionali e regionali non hanno il coraggio di rompere questi vincoli; noi abbiamo il dovere di metterli di fronte alle loro contraddizioni e alle loro responsabilità.