Se tutto il mondo pare, chi prima chi con colpevole ritardo, aver intrapreso la strada delle chiusure e della limitazione dei contatti sociali per cercare di rallentare il contagio del coronavirus, ce n’è uno che fa eccezione: il Brasile.
Il presidente Bolsonaro continua a considerare il virus un “semplice raffreddore”, a ritenere che chiudere tutto e ritirarsi in casa sarebbe da vigliacchi. Un atteggiamento che si traduce purtroppo in politiche e che potrebbe incidere non poco sulla propagazione del Covid19 e quindi sulle condizioni di salute della popolazione brasiliana.
Pubblichiamo il video che Joao Pedro Stedile, dirigente del Movimiento Sem Terra (MST), movimento attivo da decenni in Brasile, un movimento che attraverso l’occupazione delle terre, l’educazione popolare, la battaglia per una riforma agraria popolare, è diventata un attore chiave del panorama politico e sociale non solo a livello continentale, ma più in generale a livello internazionale.
Il discorso di Stedile pone degli elementi che sono validi anche qui, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. In particolare, emerge la necessità di mettere gli interessi popolari, in primis quello alla salute e alla vita, dinanzi a qualsiasi altro diritto o interesse. C’è l’appello a chiudere tutte le attività NON essenziali, la stessa rivendicazione portata avanti da noi di Potere al Popolo! E davanti ai dubbi di chi pone il peso economico di tale misura, arrivano taglienti le parole del MST: “È meglio restare vivi adesso per lottare poi per i diritti che abbiamo.”
Nel testo, inoltre, appare la stessa concezione di una lotta che non si ferma al primo obiettivo, quello di fare salva la vita. Già da oggi bisogna porsi l’obiettivo che #NienteDovràEsserePiùComePrima. C’è la necessità di seminare fin da oggi per “ rendere più cosciente il nostro popolo, unirlo e praticare la solidarietà come valore che unisce la società”.
Buon ascolto e buona lettura!
Joao Pedro Stedile, della confederazione nazionale del Movimento Sem Terra (MST) brasiliano parla del coronavirus. Il grave momento che il paese sta vivendo.
18 marzo 2020
Popolo brasiliano e militanti di tutti i movimenti popolari, sindacali e sociali del nostro caro Brasile. Sono qui a nome del MST per fare una dichiarazione pubblica, un vero e proprio appello sulla grave situazione che il nostro paese sta vivendo. Tutti/e stiamo seguendo l’aggravamento della situazione della salute pubblica con il propagarsi del coronavirus. Il Brasile entrerà in un periodo gravissimo di salute pubblica, una vera e propria guerra e noi, nella nostra storia, non siamo mai stati testati come popolo per una guerra, anche perché, quando partecipammo alla seconda guerra mondiale, il conflitto era in Europa e noi abbiamo mandato solo qualche soldato. Adesso la guerra sarà qui, sul nostro territorio, nelle nostre strade, e il nostro nemico sarà un virus invisibile e per sconfiggere questo nemico avremo bisogno di ognuno di noi e di tutto il popolo brasiliano, non basterà solo qualche persona cosciente. Per questo, per uscirne e vincere questa guerra, avremo bisogno di unità e di solidarietà tra tutti/e. Gli egoisti/e, individualisti/e e superbi/e perderanno e andranno al trattamento intensivo in ospedale.
Che cosa ci dicono gli scienziati/e, i medici e gli specialisti/e sul tema? Dicono, per il percorso fatto dagli altri paesi e per la letteratura medica, che quando un paese, un territorio, arriva al cinquantesimo caso, il virus si moltiplica rapidamente e si moltiplica in diverse forme, per una stretta di mano o per un bacio o per un respiro; nessuno sa bene come il virus si propaga. Il fatto è che il virus si espande con una velocità incredibile, quasi senza controllo. Con il cinquantesimo caso si ha un picco che dura una ventina di giorni più o meno, che può infettare milioni di persone, come è successo in Cina. Quindi tutta l’attenzione della salute pubblica del popolo brasiliano dovrà essere in questi 20 giorni. E ieri nella città di San Paolo si è raggiunto il cinquantesimo caso di infezione e il primo caso di morte. Da qui in avanti vivremo questa accelerazione del processo. Pertanto avremo da oggi fino al giorno 7 di aprile per fermare questa battaglia decisiva che può costare la vita di migliaia di persone, come è successo in Cina e come sta succedendo adesso in Europa.
Che cosa fare per affrontare questa situazione tanto grave? Esistono le raccomandazioni dei medici di lavarsi spesso le mani con il sapone; non preoccupatevi del gel ché c’è un sacco di gente che vuole guadagnare soldi con questo business. Evitare gli abbracci, e quello che è determinante e che ha salvato la Cina e la Corea da milioni di morti, è evitare l’assembramento delle persone. Per cui l’unica soluzione vera che noi abbiamo, oltre all’igiene personale, è sospendere il lavoro e le attività scolastiche. Per questo sono qui a fare un appello pubblico a voi che state ascoltando, a chi può avere un’influenza, un appello ai dirigenti sindacali, un appello ai leader religiosi, perché aiutino il popolo a restare in casa. Non andate al lavoro, non andate a scuola, restate in casa ché è la soluzione per voi per le vostre famiglie e per tutto il popolo brasiliano.
Purtroppo sappiamo che è molto difficile e che causerà molti problemi, ma è meglio affrontare i problemi in vita anziché piangere le morti. Aldilà delle difficoltà, stiamo assistendo anche ad alcune buone notizie: già alcuni governatori hanno sospeso la scuola nelle loro regioni. Abbiamo visto alcuni governatori sospendere la circolazione per lo shopping e speriamo di vedere la chiusura di alcuni uffici commerciali e bar come ha fatto la prefettura di San Gaetano del Sud. Questo ci farà perdere soldi, ma è importante che la gente non vada al lavoro e a scuola; dopo che passerà il picco, questi 20 giorni, noi andremo a discutere con il governo e con i padroni per vedere chi andrà a pagare gli stipendi e chi pagherà le spese, perché i soldi ci sono e noi non possiamo adesso essere preoccupati per chi perderà il lavoro e la paga. È meglio restare vivi adesso per lottare poi per i diritti che abbiamo. Guardate gli altri paesi che stanno già al picco del coronavirus: le misure che hanno preso, tutte le fabbriche in Europa sono chiuse e gli operai/e sono a casa. La FIAT in tutta Europa ha chiuso le fabbriche e perché qui devono stare aperte? Il Banco Santander non sta lavorando in Europa e in Spagna che è la sua sede, perfino il presidente del Santander in Portogallo, che si considerò importante e andò a lavorare, oggi è morto a causa del virus. E allora perché il Santander ha bisogno di stare aperto qui in Brasile? Può funzionare con il bancomat, tutto il sistema bancario può lasciare a casa i lavoratori/rici e aspettare che passi il picco. Nel caso degli Stati Uniti è ancora più patetico perché Trump ha voluto fare come Bolsonaro, visto che sono molto amici, e sottovalutando il virus. Adesso che è stato colpito anche un suo ministro è tornato indietro e ha indetto misure più restrittive e si impegna a trasferire sul conto bancario di ogni cittadino americano mille dollari perché lì non esiste un sistema sanitario pubblico come il nostro SUS, le persone utilizzino questi soldi per comprare medicine e proteggersi, non andando al lavoro.
E quindi noi stiamo vedendo che tutti i paesi che hanno un governo più o meno serio stanno prendendo le misure drastiche che il momento esige. Qui in Brasile da un punto di vista politico questa grave crisi dovuta al coronavirus si aggrava, perché siamo nel mezzo di una crisi economica, con l’aumento dei disoccupati, con l’aumento del lavoro precario e con migliaia di persone che vivono in strada e che saranno le prime a pagarne le conseguenze. Abbiamo poi un’altra crisi che ci coinvolge che è quella politica, perché il presidente del Brasile non è all’altezza delle sue responsabilità. Al contrario degli altri paesi dove presidenti e primi ministri si comportano come leader del popolo e cercano di unire il popolo intorno ad un’unica causa, noi qui abbiamo un pazzo che non ha neanche idea delle baggianate che dice in televisione, che ieri è stato attaccato da un migrante Haitiano a Brasilia e peggio ancora due giuristi, Miguel Real Junior e Janaina Pasqual, hanno chiesto di chiudere in manicomio il presidente, il capitano, Bolsonaro. Quindi, in assenza di un presidente che sia un leader popolare riconosciuto da tutti i brasiliani, dobbiamo colmare questa mancanza in altro modo. Per questo il mio appello è a che i governatori progressisti del Nord Est prendano il controllo nei propri Stati, come alcuni hanno fatto, senza paura di prendere misure coraggiose come quella di sospendere tutte le attività scolastiche. Questo appello è anche per i prefetti affinché si assumano la propria responsabilità, per i leader del sindacato, non c’è bisogno di fare assemblee, ma usiamo internet, whatsapp, per convincere i lavoratori a non andare al lavoro. E dopo che avremo sconfitto il virus andiamo a sconfiggere il governo e i padroni per garantire che questi giorni di non lavoro siano pagati integralmente. Chiedo ai leader di tutte le religioni che ci aiutino a rendere più cosciente il popolo perché tutti restino in casa, per superare questo momento tanto difficile. Adesso valgono le parole d’ordine del nostro caro Bertolt Brecht: “non aspettare gli altri, ma assumi il comando”, perché il popolo brasiliano non paghi con la morte per gli errori degli attuali governanti. Dal punto di vista della mobilitazione popolare, oggi è stato convocato uno stato di agitazione, facendo rumore per farsi sentire. Tutti/e sono invitati/e oggi 18 di marzo ad affacciarsi alla finestra e gridare contro questo governo di pazzi. Ieri nel mio quartiere c’è stata una dimostrazione spontanea di migliaia di abitanti che gridavano dalle finestre: “Via Bolsonaro”, “Marielle vive”, accusando la milizia. Queste manifestazioni di forma spontanea dimostrano che ci sono le energie positive nella società brasiliana che vogliono manifestarsi e vogliono superare questa situazione pazzoide che stiamo vivendo. Oggi abbiamo bisogno di trasformare le nostre finestre in piazze di manifestazione e prestare attenzione perché attraverso le reti sociali, il Frente Brasil Popular, il “Frente Povo sem medo” (Fronte Popolo senza paura), partiti e sindacati, certamente marcheranno nuove date di mobilitazione da effettuarsi dalle proprie finestre. Sarà la forma che noi abbiamo in questi 20 giorni per manifestare i nostri diritti.
Sicuramente qualcuno/a si domanderà, ma non ci sono i soldi per pagare il salario dei professori e dei lavoratori che non possono andare al lavoro. Può essere che l’impresa non abbia i mezzi, ma il governo ce li ha. Voi avete visto che passarono l’anno intero a dire che il governo stava in crisi e da un momento all’altro hanno trovato 140 miliardi per misure palliative? È questo che non vogliono dire al popolo brasiliano, che il governo ha già riservato per il bilancio del 2020, 400 miliardi di reais per il pagamento di interessi alle banche, che sono 4 o 5: Bradesco, Itau, Santander e altri. E quindi i soldi esistono, con questi 400 miliardi noi possiamo pagare il salario di quegli operai/e che non sono potuti andare al lavoro, noi possiamo rimpinguare la “Bolsa Familia” (programma alimentare contro la fame) e includere anche i precari/e e chi non ha un lavoro formale e dare a loro una “Bolsa Familia” maggiore del salario minimo. Ed è quello che anche Trump sta facendo e quindi il governo brasiliano, al quale piace imitare gli americani, che imiti anche questa questione di rimpinguare la “Bolsa Familia” per tutti i lavoratori/rici, indipendentemente se siano assunti/e regolarmente o no, per loro superare questa crisi. Quando passerà questa crisi del virus, allora, continueremo con assemblee e manifestazioni per discutere una nuova direzione per il paese, un nuovo progetto per, usando un detto popolare, fare con questo limone che è il virus, una limonata, e noi approfittiamo per rendere più cosciente il nostro popolo, unirlo e praticare la solidarietà come valore che unisce la società e andare avanti perché il Brasile prenda un’altra direzione che non sia quella di questi pazzi ultra neoliberisti e neo fascisti.
Un grande abbraccio a tutti.