Era giugno del 2018, il neo super ministro Salvini cominciava a gonfiare il petto e a farsi conoscere oltre i confini italiani, erano i vergognosi giorni della crisi dell’Aquarius e dei suoi 629 tripulanti, persone che nell’atto stesso della loro partenza, nel momento in cui salutarono i loro cari alla volta di un futuro migliore, uscirono non solo dalla loro casa ma dalla condizione umana di cittadini per entrare in quel grande inganno che sono le democrazie occidentali o regimi di cittadinanza basati sull’alteritaà (Engin Isin).
In Italia l’eccitata popolazione sostenitrice (e non) del nuevo esecutivo osannava le inumane decisioni del super ministro, un paese intero era immerso in un minuscolo sentimento di patriottismo che reclamava responsabilità agli altri stati europei, mentre la stampa “critica” esaltava indirettamente il capitano (A. Scanzi: “Salvini continua ad indovinarle tutte”); in Spagna l’esecutivo di Pedro Sanchez prendeva l’unica decisione umanamente possibile, quella di accogliere l’intera tripulazione.
In quei giorni si stavano costituendo le prime assemblee estere di Potere al Popolo, fra le quali la nostra Potere al Popolo Euskadi e mentre osservavamo increduli l’inciviltà italiana sugli eventi, allo stesso tempo partecipavamo orgogliosi dell’accoglienza che la società civile stava organizzando ai rifugiati dell’Aquarius ed a tutti gli altri che per circostanze differenti approdavano nei Paesi Baschi.
Se il fascismo nel secolo passato aveva creato un regime di alterità basato sulla cittadinanza, oggi nell’Europa liberale e civile (che nasce sulle macerie di quegli errori, con la speranza di non rieditarli), si manifestano le stesse dinamiche e strutture, cambiando solo i protagonisti, i campi di concentramento sono oggi i CIE (CPR), strutture di detenzione e carcerarie senza che i detenuti siano imputati di nessun delitto, mentre il Mediterraneo (e in parte l’Atlantico) sono diventati la più grande fossa comune simile a quelle dell’Olocausto, più di 14000 morti solo dal 2014 ad oggi, oltre metà dei quali mai più ritrovati.
Senza dubbio l’Italia e il suo volto politico attuale, Salvini, oggi rappresentano questa riedizione del fascismo e per noi di Potere al Popolo Euskadi la miglior maniera di essere antifascisti é destrutturando il messaggio salviniano, partecipando nell’attivismo che vede una società, quella basca, accogliere immigranti con canti e feste di quartiere e cercando di esportarla in futuro in un’Italia, che inferocita da certi messaggi, agli immigranti gli spara.
In questo contesto abbiamo deciso che più che associarci a qualche partito o movimento politico, la nostra lotta, attualmente, fosse utile nella alleanza con i movimenti popolari, nel mutualismo, e per questo che abbiamo optato per collaborare con Ongi Etorri Errefuxiatuak, una piattaforma dove entrano tutti e tutti aiutano indistintamente dal colore o credo politico, dove convivono realtà abertzale come Bildu, sinistra radicale come Podemos o i cattolici di Caritas, uno spezzone, una mostra di quello che la società civile basca rappresenta, un territorio dove nelle ultime elezioni nessun partito di destra é riuscito ad ottenere un seggio, una società totalmente “vaccinata” contro il fascismo di ieri e di oggi.
Oggi in Italia ed in Europa si parla di fascismo come se fosse una minaccia implicita solo a certe forze politiche, mentre il fascismo esiste nella struttura delle cose e nelle dinamiche delle nostre democrazie; Salvini sta solo facendo da megafono per ottenere benefici elettorali, ma altre forze come il PD precedentemente, hanno avallato la militarizzazione dei confini, hanno esteso e rafforzato il sistema dei CIE (CPR) o peggio ancora hanno creato campi di concentramento fuori dai confini europei, appoggiando economicamente politici e paesi nei quali i diritti civili non sono salvaguardati (ad esempio la Libia). Triste ed emblematica é stata la votazione nel parlamento Italiano il 6 di agosto 2018 dove quasi tutti i rappresentanti votarono a favore per la cessione alla Libia di 12 motovedette, dieci “Classe 500” della Guardia Costiera e due unità navali “Classe Corrubia” della Guardia di Finanza: un regalo, un mantenimento al sistema carcerario che l’Europa ha creato oltre i propri confini.
Potere al Popolo Euskadi vuole evidenziare queste contraddizioni e fare della lotta per i diritti degli immigranti economici e rifugiati una lotta antifascista, assieme a Ongi Etorri Errefuxiatuak stiamo organizzando un ciclo di tre documentari intitolato EUROPA AMURALLADA CINE SIN FRONTERAS nella mitica sala Bilbaina Hika Ateneo (coorganizzatori) per sensibilizzare ed informare la società sull’argomento.
- Un viaje por la frontera sur
Richard Mateos, Javi Valdezate (2015)
Per cercare di capire l’ultima frontiera al sud dell’Europa
Proiezione: 10 aprile 2019
https://www.facebook.com/events/280417872857907
- 2330 Una historia cautiva
David Marrades (2015)
Per discutere del sistema di detenzione dei CIE: 2330 é il numero che fu assegnato a Mourtada Seck, uno dei protagonisti, quando entró a far parte del CIE di Aluche (Madrid). All’interno dei CIE le persone perdono la loro identità e si identificano con un numero (ricorda qualcosa?),
Proiezione: 15 maggio 2019
https://www.facebook.com/events/285517288995445
- El Naufragio. 30 años de Memoria Sumergida
Un film corale basato sul lavoro del giornalista Nicolas Castellano, che documenta attraverso i naufragi il fenomeno dell’immigrazione
Proiezione: 12 giugno 2019
Con questo ciclo di proiezioni vogliamo sensibilizzare in una maniera più situazionista chissà la gente sul problema di un fascismo che già non si veste con camicia nera, ma che in una maniera più subdola continua ad essere il cane da guardia dei poteri forti, solo soffermandosi sui CIE (CPR), i nuovi campi di concentramento, l’ultimo decreto sicurezza, il manifesto elettorale dell’esecutivo italiano, sposta i finanziamenti dall’accoglienza diffusa ai CIE (CPR) appunto, che diventano agglomerati giganteschi – solo quello di Milano muoverà una quantità vicina ai 4milioni di euro – veri e propri sistemi carcerari ai quali per limiti strutturali non possono accedere le piccole (e non) associazioni umanitarie, ma invece potenti società economiche come Gepsa, multinazionale del gruppo Engie (la ex Gdf Suez che con le sue società controllate si occupa di energia, gas, rinnovabili, ingegneria, infrastrutture) specializzata in gestione e logistica di carceri e strutture detentive. Ha in mano 16 prigioni francesi e presta i suoi servizi in dieci centri di detenzione amministrativa. Suo è anche il Cpr di Corso Brunelleschi a Torino, dopo aver avuto per anni tra le mani quello di Ponte Galeria, a Roma, Brindisi e numerosi altri centri. Altra entità sarebbe la svizzera ORS ,con il suo giro di fondi di investimento da tutto il mondo che conducono dritti nel cuore della City di Londra e al mondo dell’alta finanza. Proprio il 25 luglio scorso ORS ha deciso di registrare la propria filiale italiana alla Camera di Commercio di Roma.
Potere al Popolo Euskadi sarà sempre in lotta contro i soprusi e le dinamiche del neofascismo ed in questo (quasi) primo anno di esistenza siamo orgogliosi di aver contribuito alla nascita di una rete di attivismo, basato sulle attività culturali, perché senza attività non esiste attivismo.