Potere al Popolo aderisce e partecipa alla mobilitazione indetta da Priorità alla Scuola per il 20 Settembre, in tutta Italia.
Riparte l’anno scolastico ma i problemi sono gli stessi, anche se Governo e media compiacenti tentano di metterli sotto il tappeto.
Le lezioni sono ripartite ma, ancora come gli anni scorsi, con troppe cattedre scoperte.
Il “potere agli algoritmi” dato da Bianchi per l’assegnazione degli incarichi annuali è stato l’ennesimo fallimento annunciato.
Posti vuoti, cattedre inesistenti, irregolarità nell’attribuzione dei punteggi, una serie di errori che la scuola pagherà nel corso dell’anno.
La scuola continua ad essere in gran parte sulle spalle di precarie e precari.
Il concorso STEM di Luglio è stato l’ennesimo spot riuscito male.
Continua a non esserci traccia non solo del concorso ordinario bandito ormai due anni fa, ma nemmeno di un tentativo di sanare definitivamente il problema del precariato scolastico.
Anzi, i fantomatici “patti di comunità” che tanto piacciono al Ministro anticipano una vera e propria “esternalizzazione” della didattica degli insegnamenti secondari, e quindi un aumento esponenziale della precarietà lavorativa a scuola.
I protocolli di sicurezza sono peggiorati rispetto all’anno scorso.
Resta l’obbligo di distanziamento ma “laddove possibile”.
Questo significa che se gli edifici non sono a norma, le classi sono piccole e affollate, il distanziamento può non essere rispettato.
Ha fatto scuola, evidentemente, l’accordo del Governo con Confindustria a fine giugno.
“Evitate di licenziare, se possibile”. La GKN, la Gianetti e le altre sono lì a ricordarci com’è andata.
Una vera e propria boutade è poi la possibilità di non indossare le mascherine se in una classe sono tutte e tutti vaccinati.
Una barzelletta, dal momento che, giustamente, non è possibile chiedere alle alunne e agli alunni se sono vaccinati o meno. Insomma l’intervento sulla sicurezza del Governo si è tradotto nel solito pacchetto di chirurgiche per i docenti, gli obblighi formativi e il “magico” lasciapassare verde.
Per il resto assistiamo all’ennesima deresponsabilizzazione sul piano della tutela della salute.
Il geniale piano di Bianchi per risolvere il problema delle classi pollaio è aspettare che il decremento demografico faccia il suo corso.
In pratica il responsabile della scuola italiana confida nell’invecchiamento della popolazione.
Intanto continua il disastro strutturale dell’edilizia, ci sono scuole che non hanno proprio riaperto, come la Scherillo di Napoli, e da nord a sud del paese il diritto allo studio è sempre più precario e negato, i mezzi di trasporto sono tornati a sovraffollarsi, i servizi non sono migliorati né sicuri.
La DAD, esclusa a gran voce dal ministro, è già tornata a macchia di leopardo ma siamo pronti a scommettere che in autunno sarà di nuovo la “normalità” in un paese dove chi governa non fa gli interessi di chi lavora.
Per il secondo anno di fila il potere, anche a fronte di una pandemia non finita, ignora la necessità di difendere e rilanciare la scuola pubblica.
Per il secondo anno di fila, però, ha di fronte un movimento articolato e diffuso – fatto di studentesse e studenti, insegnanti, genitori – che non si rassegna.
Il 20 Settembre si è inaugurato il nostro “anno di lotte per la scuola”, e possiamo garantire che, a differenza del Ministro, terremo fede ai nostri impegni!