Da settimane ormai il Mietedeckeln, il “tetto per gli affitti”, è stato discusso nel Senato di Berlino, sicuramente è stato il frutto delle mobilitazioni che negli anni passati hanno portato a mobilizzarsi contro sfratti e rincari migliaia di persone. Ricordiamo infatti la manifestazione Mietenwansinn cuii abbiamo partecipato che ha portato 50mila berlinesi nelle strade a contestare la fiera dell’immobile ed occupare per alcune ore il Bizim kiez, un simbolo del quartiere Kreuzberg. Ieri, 3 ottobre 2019, circa 5mila persone hanno sfilato di nuovo in piazza, inizialmente sotto una fitta pioggia, per far sì che il Mietedeckeln non diventi un colabrodo! Infatti da quando la proposta inizialmente radicale è stata presentata l’attacco da parte delle lobby è stato potentissimo, facendo arretrare ed arrancare la proposta. Il timore è che questa, come tutte le precedenti misure adottate dallo Stato di Berlino per esercitare un’influenza legislativa sull’aumento degli affitti, non rallenti né impedirà gli aumenti. Anche il diritto di prelazione, percepito come efficace, è stato in grado di proteggere gli inquilini dalla perdita dei loro appartamenti, se non in modo selettivo e in casi individuali. Il sindaco socialdemocratico, Michael Müller, afferma spesso di esser pronto a dare una mano nell’acquisto di almeno una parte delle case in questione, ma a causa del debito della città, afferma di avere le mani legate. La manifestazione di oggi era promossa dalla coalizione di Deutsche Wohnen & co. Enteignen, composta da numerosi collettivi e da partiti come Die Linke, DKP, Arbeiter*innen Macht… che promuove un referendum per l’esproprio delle maggiori società immobiliari, in testa Deutsche Wohnen, che da sola possiede 110 mila appartamenti e dà il nome all’iniziativa, ma ci sono anche Vonovia (40 mila alloggi), Ado Properties (24 mila), Akelius (11 mila) e Grand City Property (4 mila). Questa operazione poggia sull’articolo 15 della Costituzione, uno strumento contro i mercati secondo cui «i terreni, le risorse naturali e i mezzi di produzione possono essere trasferiti alla proprietà pubblica e socializzati per il bene comune». Da molti considerata utopica e ultra radicale, l’iniziativa incassa l’appoggio popolare: il 55 per cento dei berlinesi trova «giusta» l’iniziativa, che potrebbe portare in mano pubblica oltre 200 mila alloggi, da affittare poi a prezzi calmierati. Di fatto, una riappropriazione, poiché questa è la cifra degli alloggi che nel 2004 furono venduti dall’amministrazione pubblica per ripianare le casse. La solita scusa dell’austerity e del ricatto del debito, che portò alla DW grandi profitti. Solo quest’ultima infatti acquistò dal Land per 405 milioni di euro 50 mila appartamenti, che oggi sul suo bilancio valgono 6,8 miliardi di euro. Da allora i prezzi sono schizzati in soli 5 anni da 4.40€/mq a 6.39€/mq per i vecchi contratti in rinnovo e da 5€/mq a 10€/mq per i nuovi contratti! A quanto riacquistarli sarà oggetto di dibattito pubblico, così come tutte le questioni intorno al diritto alla casa che oggi sono all’ordine del giorno e sulla bocca di tutti. Il grande primo successo di questa campagna infatti sta proprio nella capacità di egemonizzare l’opinione pubblica portandola su tematiche sociali non superficiali, che scavano la profondità della polarizzazione degli interessi politici: Berlino sta con la cittadinanza o con le lobby del mercato immobiliare? Il pubblico si interessa ai cittadini solo quando deve sgomberarli o ha intenzione di difendere il diritto alla casa. Di questo si parla e si parlerà sempre di più in questa città. Una lezione alla sinistra timida di proposta o pronte ad inseguire la destra nel suo campo.
Potere al Popolo continua a mobilitarsi e mobilitare con l’iniziativa di DOMENICA 6 OTTOBRE presso la “Casa del Popolo” O45 col documento video “Via del Porto Fluviale 12 – 00154 Roma” ( 85′ ITA- Sottotitoli inglese) è un protocollo di 20 flashback di un anno dentro un’occupazione abitativa storica romana. Vi aspettiamo!
La casa è un diritto, non una merce! / Housing is a right!
Potere al Popolo_Berlino vi invita all’evento “La casa è un diritto, non una merce!”. Cominciamo col parlare di lotta per la casa in Italia negli anni 2000. In Italia e specialmente a Roma la tradizione della lotta per il diritto all’abitare ha raggiunto nei decenni 60 e 70 le punte più elevate di conflitto, con occupazioni di massa e scontri con morti e feriti. Quando l’immigrazione dal sud e dalle campagne italiane ha creato baraccopoli e organizzazione di comitati di lotta… Negli anni 2000 la lotta per la casa è come sempre vissuta da migranti ma ora in prevalenza extraeuropei. Proponiamo un documento video girato in Italia circa 15 anni fa ma che ci porta a discutere di attualità: il piano di sgomberi iniziato dal Decreto Sicurezza, che non sembra essere stato accantonato dal nuovo governo Conte-5Stelle-PD ma solo messo in moratoria, è una vera dichiarazione di guerra alle occupazioni abitative.
L’emergenza abitativa in cui versano sempre più città europee dev’essere affrontata frontalmente e, accanto alle proposte di ri-pubblicizzazione e messa in comune dei grandi patrimoni immobiliari, la resistenza attiva dei comitati di inquilini è un’arma ancora attuale.