La Piattaforma Barcellona non è in vendita (Barcelona No Està en Venda ) ha convocato per sabato 11 maggio una manifestazione per difendere il diritto alla città e denunciare la crescente precarizzazione delle condizioni di vita materiali e la privatizzazione della cittá dovuta alla turistificazione massiva.
Nel 2018 hanno si sono riversate in città quasi 16 milioni di presenze turistiche, di cui 3 milioni sono sbarcate dalle oltre 800 navi che fanno scalo al terminal crociere. Il turismo è un’attività privata depredatrice di risorse pubbliche che socializza i costi –tra cui l’inquinamento, la saturazione del trasporto pubblico, l’aumento dei prezzi e le condizioni di lavoro sempre più precarie nel settore – mentre privatizza i guadagni. La speculazione immobiliare è sicuramente una delle conseguenze più nefaste che ha assegnato alla Catalogna il triste primato di Comunità Autonoma con il più alto numero di sfratti di tutto lo Stato. La pressione è ormai diventata insostenibile sia dal punto di vista ambientale che della vulnerazione dei diritti delle persone residenti; per questi motivi, l’11 Maggio i movimenti sociali scenderanno in piazza per rivendicare il diritto alla città, primo fra tutti quello alla casa, e l’urgenza di fissare regole chiare e precise per renderlo effettivo. Di seguito alcune delle proposte:
- adozione di misure politiche e fiscali finalizzate a stabilire il canone di locazione in relazione al reddito;
- espropriazione degli immobili vuoti di proprietà delle banche salvate con denaro pubblico;
- aumento del patrimonio immobiliare pubblico per garantire il diritto alla casa;
- divieto di privatizzare il suolo pubblico e restrizione dell’uso privato dello spazio pubblico;
- adozione di misure esecutive per la decrescita turistica in termini di alloggi, spostamenti, condizioni di lavoro etc.
Negli ultimi anni, la gentrificazione e l’affluenza turistica di massa hanno provocato un’impennata dei prezzi degli affitti che a loro volta hanno prodotto una violazione sistematica del diritto alla casa. L’assenza di una soluzione politica ha contribuito a rendere cronica l’espulsione degli inquilini da parte dei fondi di investimento che comprano interi edifici per convertirli in appartamenti di lusso da destinare esclusivamente al mercato turistico.
Di fronte all’erosione dei diritti fondamentali: casa, lavoro e fruizione degli spazi pubblici, diverse associazioni e collettivi non solo di Barcellona, ma anche di altre cittá come Venezia e Lisbona, hanno deciso di unirsi per condividere esperienze e proposte. Nel 2018 è nata, infatti, la Rete di Città del Sud d’Europa di fronte alla Turistificazione (SET) il cui obiettivo è quello di denunciare i problemi causati dall’attuale modello turistico e proporre possibili alternative.