Nulla conoscono dell’amore che ci lega a questa terra e alle sue creature fragili, tenaci e belle. Né immaginano la forza dell’ostinata dignità di chi non si piega ai loro giochi di potere né alle loro minacce.
Così ha scritto Nicoletta Dosio, e ci sembra la risposta migliore all’ordine di carcerazione che le è stato notificato qualche settimana fa. Lunedì 11 novembre scadranno i termini per chiedere misure alternative al carcere, ma Nicoletta non ha voluto fare alcuna richiesta a uno Stato che da 30 anni ignora e reprime la voce di migliaia di cittadini che resistono a un’opera inutile, dannosa e mortale come il TAV Torino-Lione.
Questo movimento è stato colpito da una repressione feroce, è stato denigrato dall’ironia di chi l’ha liquidato come il “partito del no”. Ma il no che in questi anni ha gridato (e continua a gridare) Nicoletta, insieme al popolo con cui ha condiviso la lotta, è un enorme SI: è un sì all’ambiente, alla partecipazione, alla democrazia, alla solidarietà, alla libertà. Un sì che nessun governo e nessuna repressione riuscirà a soffocare.
Nicoletta andrà in prigione, in prigione per un anno, a seguito di una condanna – senza sospensione condizionale della pena – per una manifestazione contro il TAV del 2012, al casello di Avigliana sull’autostrada del Frejus.
Per il Tribunale e per la Corte di Appello di Torino, la colpa di Nicoletta e delle altre attiviste ed attivisti no tav sarebbe quella di aver costretto alcuni automobilisti ad attraversare le barriere autostradali non pagando il pedaggio (con un danno di 777 euro alle autostrade) e di aver interrotto il pubblico servizio della riscossione del pagamento al casello. Reati per i quali è prevista una pena minima di 15 giorni di reclusione mentre la pena comminata è di un anno di carcere! Come è scritto nella sentenza di appello, questo deriva anche dal “collegamento degli imputati con l’ala più radicale e violenta del movimento “NO TAV” e, di conseguenza, la pericolosità sociale“. Una pena significativamente (ed ingiustamente) alta, per un reato (ammesso che lo sia) di scarsissima gravità ed offensività, inflitta non per il fatto o per la condotta tenuta ma per i collegamenti e, quindi, per la soggettività del suo autore. Si punisce la persona per quello che è e che rappresenta e non per quello che ha fatto, risultando evidente che si tratta di un ingiustificato accanimento.
Dal prossimo lunedì 11 Novembre, i carabinieri potranno prelevare Nicoletta e tradurla in carcere, solo perché ha dedicato la sua vita a battersi per dare voce a un popolo, che la logica del profitto a ogni costo avrebbe voluto ridurre al silenzio.
Il TAV è un’opera mortale: devasta un territorio, uccide una comunità, compromette un intero ecosistema. Ogni cittadino e cittadina che ha a cuore valori fondamentali come la democrazia e la libertà non può restare indifferente di fronte all’ennesima ingiustizia contro chi difende un territorio dalla devastazione.
Per questo, da lunedì prossimo Potere al popolo! sarà pronto a organizzare presidi e manifestazioni di solidarietà a Nicoletta e agli altri militanti NO TAV, contro un provvedimento ingiusto e incivile che ci indigna e ci colpisce profondamente. Il giorno in cui scatteranno le manette per lei, noi saremo nelle piazze d’Italia per gridare la nostra rabbia e la nostra solidarietà a chi in questi anni è stato un esempio di coerenza e di dignità; ma anche per informare e discutere sul perché il TAV va bloccato, e sul perché la lotta della val di Susa riguarda tutte e tutti noi.
Con Nicoletta, consapevoli che vinceremo, perché la nostra voce, ostinata e contraria, è più forte di ogni repressione!
Potere al popolo!