Brutte notizie sotto l’albero per le trentuno lavoratrici e lavoratori della PULISPRINT di Nago, provincia di Trento, che sabato scorso hanno ricevuto la comunicazione del licenziamento collettivo, scattato lunedì. Nessuno si è preoccupato, prima, di informare la manodopera delle condizioni rischiose in cui versava l’azienda, che si occupa di lavaggio industriale ed ha perso delle commesse a vantaggio di terzi che hanno, evidentemente, costi più bassi da offrire, quindi un costo del lavoro ancora più compresso. Oggi, 19 Dicembre, è previsto un incontro con i sindacati per capire se è possibile trovare soluzioni, anche parziali.
Anche nel ricco Nord, dunque, la concorrenza fa morti e feriti, mentre sindaci e presidenti di Province e Regioni legati alla maggioranza di governo perdono tempo a preoccuparsi dei presepi nelle scuole.
Nago non è la sola località a pagare il conto alla crisi, in Alto Adige. A Storo (TN), quattro operai sono in sciopero dal 27 Novembre perché l’azienda, la Waris produttrice di pannelli fotovoltaici, non paga gli stipendi da Aprile. In realtà sono anni che l’azienda, peraltro attiva in un settore “innovativo”, si comporta in modo opinabile. Nel dicembre 2016 la Provincia e Trentino Sviluppo avevano stipulato un accordo che prevedeva la totale ristrutturazione dell’immobile della Waris al costo di 1,500,000,00 €; nel contempo l’azienda si impegnava, firmando un protocollo, a pagare un regolare affitto, ad assumere nel primo triennio altro personale fino ad arrivare a 51 Unità lavorative, a rinnovare le linee produttive e la ricerca e sviluppo per l’innovazione tecnologica del prodotto. I dipendenti in realtà non hanno mai superato la trentina e nulla è stato fatto riguardo agli altri punti, e la Waris a inizio 2018 ha cambiato totalmente i proprietari. I lavoratori avevano già scioperato a Luglio per il mancato pagamento dell’elemento perequativo, ma gli era stato risposto che si trattava di un errore amministrativo. Il 10 Dicembre scorso la situazione si è parzialmente risolta, ma solo per chi non aveva aderito allo sciopero ed era entrato a lavorare. Insomma, il messaggio che vogliono far passare è che se abbassi la testa e taci forse hai qualcosina di ciò che ti spetta, quando la realtà invece dimostra il contrario, cioè che è stato solo grazie allo sciopero coraggioso dei quattro operai che la situazione si è – solo in parte – sbloccata.
Potere al Popolo Alto Garda, Ledro e Trentino sono solidali con le lavoratrici e i lavoratori in lotta, sostengono e seguono la vertenza e denunciano l’indifferenza con cui, oggi, sono affrontati i destini di lavoratrici e lavoratori. Chiediamo che il lavoro non venga lasciato a se stesso: una maggioranza che ha vinto le elezioni con promesse – reddito e pensioni – che parlavano proprio al lavoro dipendente, precario, o ai disoccupati sempre più numerosi, hanno il dovere di perdere meno tempo in propaganda e dare risposte concrete alle crisi che, da Nord a Sud, attraversano il paese.
Potere al Popolo! intanto non resta ad aspettare e farà quanto possibile per aiutare concretamente quelli che stanno in situazioni di crisi.
La dignità dei lavoratori non si calpesta!
Solidarietà con le/i licenziate/i!