Chi è Georges Abdallah?
Georges è un libanese, nato nel 1951 da una famiglia cristiano maronita.
Nel 1971, come tante e tanti della sua età, diventa un rivoluzionario e un combattente per la libertà e aderisce al Fronte popolare di Liberazione della Palestina. Da internazionalista riconosce infatti nella lotta contro il colonialismo Israeliano, per la liberazione e l’autodeterminazione del popolo palestinese, un momento della lotta più ampia per l’emancipazione dell’uomo dalla guerra imperialista e dallo sfruttamento.
Assiste nel 1978 alla prima invasione israeliana del Libano, ai tentativi di destabilizzazione del paese volti a terrorizzare i rifugiati arabo-palestinesi, e alla seconda, sanguinosissima invasione del 1982, che provoca decine di migliaia di vittime, principalmente palestinesi e libanesi, e la carneficina di Sabra e Shatila commessa dai falangisti cristiano maroniti con la complicità attiva di Israele, definita dall’Onu “un atto di genocidio”.
La preponderanza del nemico sul piano militare, dovuta all’appoggio internazionale di cui gode, lo convince già nel 1979 a fondare la Frazione armata rivoluzionaria libanese (FARL), il cui scopo è colpire il nemico dovunque si trovi. Le FARL agiscono all’esterno del Libano e puntano a colpire gli interessi israeliani all’estero e a reciderne la catena di complicità, rifiutando di colpire obiettivi civili, ma limitandosi a delle azioni rivolte contro obiettivi militari.
Conformemente ai loro scopi, le Farl nel 1982 uccidono Charles R. Ray, funzionario militare di stanza a Parigi, e Yacov Barsimantov, secondo consigliere presso l’ambasciata israeliana a Parigi. Tentano inoltre altre tre esecuzioni, che falliscono.
Il 24 ottobre 1984 Georges Abdallah viene arrestato a Lione, e condannato inizialmente per possesso di falsi documenti. La sua sorte giudiziaria viene però segnata da fortissime pressioni statunitensi e israeliane perché non esca di prigione. Un tentativo di scambio di prigionieri fallisce poiché Abdallah viene accusato di aver ucciso Ray e Barsimantov sulla base di prove probabilmente “cucinate” dai servizi segreti francesi. Abdallah infatti afferma di non aver partecipato personalmente all’azione, pur condividendola.
Iniziano tentativi di depistaggio che coinvolgono l’avvocato di Abdallah, che lo tradisce essendo al soldo dei servizi segreti francesi, e che portano nel 1987 a una condanna all’ergastolo per l’assassinio di Ray e Barsimantov. Una condanna evidentemente politica, visto che l’accusa chiede solo 10 anni a causa delle fragilissime prove a suo carico e visto il suo statuto di prigioniero politico appartenente a una forza di Resistenza armata. Sono però le pressioni statunitensi sul governo francese a tenerlo dentro.
L’ergastolo in Francia è però emendabile: ogni 15 anni i prigionieri possono fare domanda di liberazione sulla base di una serie di criteri di buona condotta. Abdallah inizia nel 1999 vedendo inizialmente le sue domande rigettate. Ciò è dovuto in parte al fatto che Abdallah non demorde e continua la sua lotta al fianco del popolo palestinese e libanese anche in galera, scrivendo dei comunicati, non abiurando mai alla causa e diventando così rapidamente un caso mediatico. Le pressioni dei movimenti di solidarietà internazionalista e dello stesso governo libanese per la sua liberazione però non si affievoliscono.
Nel 2012, il Tribunale competente decide per la sua liberazione. Tuttavia la Corte d’appello, alla quale si è rivolto il Governo, pur confermando la sentenza, richiede che per eseguirla venga emesso un decreto di espulsione di Abdallah dalla Francia. Cosa che però il Primo ministro socialista Valls non farà mai, costringendo così Abdallah in galera.
Il motivo dell’aggiramento scandaloso delle decisioni del tribunale sono ancora una volta le pressioni degli USA. Wikileaks, nel 2016, riesce infatti a desecretare diverse mail riservate di Hillary Clinton, all’epoca Segretario di Stato di Obama, che fanno pressioni sul Governo francese perché Adballah, anche contro la decisione dei giudici, rimanga in galera.
Il 15 novembre 2024 il Tribunale competente ha dichiarato Abdallah liberabile: dovrà lasciare il territorio francese, ma non è necessario alcun decreto di espulsione. Il suo nuovo avvocato, Jean-Louis Chalanset, parla di “vittoria giuridica e politica”, ma dobbiamo aspettarci pressioni di Macron, degli USA e di Israele, perché Abdallah non torni mai a casa sua o peggio venga ucciso dalla CIA o dal Mossad, lontano dalle telecamere.
Per questo vogliamo tenere alta l’attenzione sul suo caso. Abdallah deve essere liberato!
Per approfondire consigliamo la visione del documentario “Fedayin, le combat de Georges Abdallah”, a cura del Colectif Vacarme(s), disponibile su youtube.