Contro il riarmo europeo, la complicità al genocidio, l’invio di armi.
Giovedì 30 ore 18 alla Commissione Europea, via Quattro Novembre 149.
Le parole di Ursula von der Leyen che inneggia a un nuovo clima di guerra sul piano internazionale e sulla necessità che l’Unione Europea si riarmi segna un tornante storico senza precedenti che vede anche sul piano politico un salto di qualità con queste elezioni europee. I governi di tutta Europa stanno incrementando la spesa militare in linea con la NATO e continuano a inviare armi sul fronte ucraino; addirittura c’è chi come il presidente francese Macron già afferma di voler inviare truppe al fronte.
Un’Unione Europea sempre più reazionaria che opera con la complicità di forze neofasciste che si fanno avanti e acquisiscono sempre maggiori legittimità, perfettamente funzionali al nuovo assetto di guerra, come esplicitato dalle parole del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel che ha affermato che si può benissimo governare con l’estrema destra.
Nel mentre l’UE si sta macchiando della gravissima complicità con il genocidio del popolo palestinese, dando da sempre sostegno politico a Israele. Addirittura nonostante le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia che impone l’arresto dell’intervento a Rafah, vediamo come Israele continui una politica coloniale e di massacro inaccettabile. A differenza di chi governa in tutto l’occidente si stanno creando mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese, soprattutto nelle università, che vengono duramente represse.
Tutto questo mentre l’UE e i suoi governi continuano la politica di massacro sociale e di attacco ai diritti del lavoro, mentre la spesa pubblica e del PNRR viene deviata sulla spesa militare e sull’industria bellica europea.
L’esecutivo Meloni, in perfetta continuità con Draghi e le politiche UE e NATO, continua a spostare l’asse reazionario e crea un salto di qualità anche con l’entrata in guerra dell’Italia con la missione militare Aspides nel Mar Rosso, sostenuta dalle maggiori forze del Parlamento.
Crediamo sia fondamentale allora indicare i nemici della pace, dei popoli e della democrazia: la NATO e l’Unione Europea, così come il governo Meloni e le finte opposizioni.
Costruiamo insieme l’alternativa per i settori di classe, per i lavoratori, organizziamoci verso la data di mobilitazione nazionale con il corteo del 1 giugno contro il governo e le politiche di guerra esterna e interna che partirà a Piazza Vittorio alle 14 e 30.