Il genocidio della popolazione palestinese da parte di Israele nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi occupati, in corso ormai da più di 100 giorni, invocato a più riprese da molti esponenti dell’establishment sionista, anche tramite l’ipotesi nucleare, di fatto compiuto ricorrendo ad ogni genere di crimine di guerra, è normalizzato ogni giorno dai media nazionali e mainstream ed avviene con l’avallo e la complicità degli Usa e dei governi occidentali ad essi subordinati. L’imputazione di Israele per genocidio davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aia inoltrata dal Sudafrica ha rappresentato una delle poche voci di denuncia, ma anche l’unica risposta concreta, alla catastrofe umanitaria di cui sono vittime i palestinesi e della condotta sanguinaria del governo israeliano nei confronti dei civili nella Striscia di Gaza, vittime di bombardamenti indiscriminati, tiro al bersaglio dei cecchini dell’IDF, migrazioni forzate, blackout, embarghi e sabotaggio degli aiuti umanitari. Dal canto suo, il governo italiano, legato da vincoli commerciali ad Israele, ne ha appoggiato indiscriminatamente l’azione militare e si appresta, su richiamo delle potenze imperialiste di Usa e Gb e non ultima l’Europa, ad inviare navi ed armamenti contro gli Houthi yemeniti, colpevoli di voler sabotare le vie di approvvigionamento israeliane nel Mar Rosso.
Coscienti delle responsabilità del governo italiano, della narrazione sistematica colpevole di sostenere le forze sioniste che si fanno scudo con la memoria della Shoah, saremo in piazza il 9 febbraio per affermare il diritto al ritorno del popolo palestinese, ad accusare lo Stato di Israele di genocidio e a pretendere il cessate il fuoco. La questione dell’esistenza del popolo palestinese è sempre più il criterio che orienta la bussola morale dell’umanità tutta.
