#Meloni ha annunciato che nel Cdm di oggi lunedì 18 settembre verranno prese misure drastiche contro “l’immigrazione incontrollata“.
Nel suo discorso ha involontariamente negato la sua narrazione sul tema migranti, ammettendo che chi sbarca nel nostro paese fugge da “un quadro difficilissimo tra colpi di stato, calamità naturali, guerra del grano, jihadismo“, insomma da guerra e fame. Tutti motivi che imporrebbero il rilascio del permesso di soggiorno.
Ovviamente il sogno dell’ultradestra è un altro: far si che l’Ue paghi fior di miliardi l’autocrate tunisino Saied per fermare i migranti così come già accade con la Turchia e come l’Italia fa con la Libia. Ma su questo l’accordo non si riesce a trovare perché Saied, altro autocrate in stile Erdogan, ha pretese molto alte, mentre la gran parte dei paesi europei è disposta a investire poco in questa nuova esternalizzazione della frontiera. Morale della favola, l’Ue risponde picche.
Dunque la soluzione immediara proposta dalla premier sono veri e propri campi di concentramento. Non ha usato questo termine ma il senso è chiarissimo: si parla di “strutture in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili”.
Per opporci a questa barbarie dobbiamo in primo luogo smarcarci dalla narrazione che i media del centrosinistra e del grillismo mediatici stanno facendo di questa vicenda: pur di tracciare Meloni di incompetenza stanno facendo apparire l’arrivo di 7mila africani e africane, facilmente gestibili, come una invasione. Nessuno ha usato questo termine nell’ultimo anno e mezzo in cui abbiamo accolto 200mila profughi ucraini.
Si tratta di una tattica pericolosa che paradossalmente rafforza l’egemonia culturale dell’ultradestra nel medio periodo, rafforzando l’idea per cui siamo in preda di una fantomatica emergenza immigrazione (quando le vere urgenze sono ben altre). È questa la vera invasione di propaganda fascista, che parte dalle redazioni dei giornali e ci investe quotidianamente sul divano di casa nostra.
La negazione del diritto alla mobilità per chi viene dall’Africa è in realtà un messaggio a chi è già in Italia: siete esseri senza diritti, per voi il diritto al lavoro e a una vita dignitosa non vale, dovete subire, e subire vuol dire lavorare più degli altri per meno soldi, in silenzio.
Eppure basterebbe poco per eliminare sbarchi, trafficanti e sfruttamento.
🔴Aprire una rotta navale diretta Tunisi Palermo, ed un’altra Tripoli Agrigento per i migranti. Concedere visti legali dall’Ambasciata italiana per cercare lavoro. Azione da farsi come iniziativa autonoma del Governo italiano senza rispettare il trattato di Dublino.
🔴Basta fare la frontiera esterna di Parigi e Berlino impedendo a chi vuole lasciare l’Italia di farlo: l’Unione Europea ha accolto 5 milioni di ucraini in poco tempo e nessuno ha urlato “non possiamo accoglierli tutti!”.
🔴Facciamo altrettanto per le persone che vengono dal Mar Mediterraneo allora, facciamo diventare l’Unione Europea un continente dove la mobilità umana diventa un diritto di civiltà. Non si capisce infatti il perché dobbiamo rispettare l’austerity e i vincoli di bilancio e quando ci troviamo ad affrontare un flusso consistente di migranti l’Europa (Germania e Francia in testa) si rifugiano nella logica dei confini nazionali.
🔴Una scelta del genere sarebbe un segnale politico per un nuovo modello di cooperazione Italia Africa basato sulla mobilità delle persone invece che sulla linea neocoloniale occidentale di rapina, guerra e frontiere. Questo sarebbe il primo passo dovuto di un vero “piano Mattei”: concedere alla popolazione del continente africano la stessa libertà di circolazione che abbiamo noi europei. E la possibilità di trovare un lavoro dignitoso, invece di essere alla mercé del primo sfruttatore.
🔴Ovviamente legando il tutto a una seria politica a favore di lavoratori e lavoratrici, a partire dall’introduzione di un salario minimo di #almeno10 euro l’ora, per tutti, bianchi, neri, gialli o a pallini. La legge d’iniziativa popolare di Unione Popolare va in questa direzione.
Fine dei morti in mare, delle mafie che speculano, degli scafisti, dei razzisti che urlano in tv, dell’emergenza a Lampedusa, e anche di una buona fetta di questa classe politica indegna.