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GLI OPERAI DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO STATUNITENSE UNITI IN SCIOPERO DOPO 88 ANNI. VOGLIONO SALARI ADEGUATI ALL’INFLAZIONE E LAVORARE 32 ORE SETTIMANALI A PARITÀ DI SALARIO. CHIEDONO A TUTTI I LAVORATORI DI “ALZARSI IN PIEDI!”

Abbiamo tradotto questo articolo del Peoples Dispatch, un media di base statunitense, che racconta da dentro lo sciopero dei metalmeccanici dell’automotive nel USA.

Per la prima volta da 88 anni infatti lo UAW, il sindacato dei lavoratori automotive, ha lanciato uno sciopero contemporaneo nelle tre Big Threes (Fors, General Motors e Stellantis), tra i giganti dell’automotive mondiale.

I lavoratori chiedono aumenti salariali del 40%, la limitazione dei contratti precari e dei bassi salari tra i nuovi assunti, l’aggancio dei salari all’inflazione, la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali con un salario da 40 ore (quindi a parità di salario), il consolidamento dell’assistenza sanitaria e un ritorno a piani pensionistici aziendali invece che individuali. Pretendono insomma quello che anche in Italia è urgente pretendere: un recupero salariale rispetto ai superprofitti da inflazione, e, dopo il Covid, la priorità della vita sul profitto, liberando tempo di vita al lavoro.

In Italia, dove Fiat è stata assorbita da Stellantis e dove l’egemonia – economica, militare, politica, culturale – dell’imperialismo statunitense è un fatto, uno sciopero nel cuore produttivo USA può parlare anche a noi e ai nostri e contribuire a riaprire un ciclo conflittuale anche in Italia: dove tra l’ultradestra al Governo, un aumento inaccettabile della diseguaglianza e della miseria e un disincanto e una depressione generalizzata dell’umore dei lavoratori e delle lavoratrici, c’è estremo bisogno di “alzarsi in piedi”  e riprendere in mano la propria dignità e il proprio destino.

Lo “United Auto Workers”, il sindacato degli operai del settore automobilistico, adotta una nuova strategia, quella dello “sciopero in piedi”: chiudere di volta in volta alcune fabbriche per tenere sulle spine i tre principali produttori di auto.
15 settembre 2023, di Natalia Marques

Gli operai della UAW in sciopero il primo giorno a Toledo, Ohio.
“Questo è il momento decisivo della nostra generazione,” ha dichiarato Shawn Fain, presidente degli UAW, meno di due ore prima che il suo sindacato proclamasse lo sciopero contro i tre principali produttori di automobili degli USA, per la prima volta nella storia. “I soldi ci sono, la causa è giusta, il mondo sta guardando, e la UAW è pronta a alzarsi in piedi.”

A mezzanotte di giovedì, 13.000 dei 146.000 membri della UAW che lavorano per queste tre case automobilistiche (le cosiddette Big Three: General Motors, Stellantis e Ford) hanno incrociato le braccia in tre stabilimenti di assemblaggio (in Michigan, Ohio e Missouri). Questo sciopero parziale, che potrebbe crescere fino a coinvolgere 146.000 persone in ondate graduali a seconda di quando verrà raggiunto un accordo, fa parte della nuova strategia della UAW denominata “lo sciopero in piedi”.

La UAW descrive lo “sciopero in piedi” come “la versione moderna degli ‘Scioperi Seduti’ del 1937 che parteciparono a fondare il nostro sindacato”. Questi scioperi hanno rappresentato un momento chiave nella storia militante della UAW negli anni ’30 e ’40, anche perché ebbero il merito di conseguire importanti vittorie per tutti i lavoratori statunitensi come la COLA [COLA” si riferisce alla “Cost Of Living Adjustment”, che è un adeguamento salariale basato sull’aumento del costo della vita N.d.T.].

Anche se la UAW non sta scioperando contemporaneamente in tutti gli stabilimenti e nei centri di distribuzione di pezzi in tutto il Paese, secondo il sindacato l’opzione è ancora sul tavolo: “Lo sciopero in piedi ci dà il margine di manovra per decidere quando e come intensificare la lotta, arrivando fino a uno stop totale del lavoro a livello nazionale, se necessario. Così facendo  lasciamo le aziende nell’incertezza e abbiamo una leva economica contro le Big Three nel tempo, se rifiutano di negoziare un contratto che meritiamo.”

Il fatto di non scioperare in tutte le sedi delle tre case automobilistiche, permette alla UAW di non esaurire tutto il potere negoziale in una sola volta. Il sindacato può intensificare l’azione, lentamente o rapidamente come desidera. Lo sciopero in piedi garantisce anche uno spazio mediatico importante, caratterizzato da un flusso di titoli di notizie man mano che nuovi stabilimenti e centri di distribuzione vengono chiusi per sciopero.

“Gli scioperi sono lo strumento più potente di cui un sindacato dispone. Sono anche, sotto molti aspetti, lo strumento finale,” ha scritto David Kamper dell’Economic Policy Institute su Twitter. “Quindi, ciò che [lo sciopero in piedi] sta facendo è di allungare il processo dello sciopero, anziché usarlo come un singolo momento di conflitto totale. Si inizia scioperando in un paio di stabilimenti. Si manda il messaggio che i lavoratori sono pronti a spingersi più in là, il tutto senza innalzare la tensione troppo rapidamente.”

Lo stabilimento di assemblaggio GeneralMotors a Wentzville (Missouri), quello Stellantis a Toledo (Ohio), e quello Ford a Wayne (Michigan) sono stati i primi a scioperare a mezzanotte. Le scene erano cariche di emozione. Nel cuore della notte a Wayne, i lavoratori si avvolgevano contro il freddo di inizio settembre mentre cantavano di essere il “potente, potente sindacato!”

La strategia dello “sciopero in piedi” finora è stata efficace nel mantenere le aziende nell’incertezza. I lavoratori raccontano che delle false informazioni sono state fatte circolare creando scompiglio presso le dirigenze. Ad esempio si è fatto credere che determinati stabilimenti fossero i prossimi sulla lista degli scioperi. Quindi “Ford ha fatto uscire tutti i motori completati dallo stabilimento in cui lavoro, chiamando centinaia di camion per trasportare questi motori alla loro destinazione finale perché il mio stabilimento era su un pezzo di carta come probabile obiettivo di sciopero, ed è stato tutto inutile,” ha scritto l’operaio Ford Erich Ockuly su Twitter. “Bellissimo!!! È meglio che guardare ininterrottamente una serie TV… Non vedo l’ora di vedere cosa succederà dopo!!! Scommetto che Jim, Mary e Carlos (gli amministratori delegati delle Big Three, per chi non stesse seguendo questa puntata) si stanno grattando la testa dicendo ‘ma che diavolo succede?????'”

Il lavoratore della General Motors, Danny Bragg, di Spring Hill, Tennessee, ha commentato il post dicendo: “È successa la stessa cosa qui da noi”. Ha insinuato la possibilità che delle informazioni siano state trapelate intenzionalmente in modo errato come parte della strategia del sindacato. “Hanno inviato 14 camion carichi di motori a Wentzville oggi pensando che [Spring Hill] sarebbe stato un obiettivo e ora stanno cercando di riportarli indietro per scaricarli perché non c’era nessuno a Wentzville per lo scarico. Strategia geniale e obiettivi trapelati intenzionalmente ieri. Non posso credere che alcuni dei nostri ci siano cascati, dato che era stato divulgato per far abboccare i dirigenti delle tre case automobilistiche.”

Gli amministratori delegati non cedono alle richieste dei lavoratori, nonostante siano sommersi dalla ricchezza

I lavoratori sono in sciopero perché, in sostanza, le Big Three hanno respinto le istanze dei lavoratori che vogliono avere salari più alti, posti di lavoro sicuri, un miglior equilibrio tra vita professionale e privata, migliori pensioni e la fine delle disparità tra i lavoratori.

“Per guadagnare quanto il nostro amministratore delegato della Sellantis guadagna in un anno, un lavoratore come me ci mette 40 ore a settimana, senza straordinari, per 365 anni!” ha detto Vicki, una lavoratrice della Stellantis e membro della UAW Local 685. Infatti, il rapporto fra lo stipendio di un lavoratore e quello di un amministratore delegato alla Stellantis è di 365 a 1, alla Ford è di 281 a 1 e alla GM è di 362 a 1.

Le Big Three hanno anche speso generosamente in riacquisti di azioni per compensare gli azionisti. “Proprio fino alla scadenza del nostro contratto, Stellantis ha comunicato che sta eseguendo UN ALTRO riacquisto di azioni del valore di $500 milioni”, ha annunciato l’UAW ieri, “Se hanno soldi per Wall Street, hanno di sicuro soldi per i lavoratori che fanno funzionare questa industria.” Eppure, quando si tratta di soddisfare le richieste dei lavoratori, gli amministratori delegati di queste case automobilistiche sembrano essere sempre a corto di contante.

Dopo l’inizio dello stop al lavoro da parte dell’UAW, l’AD di GM, Mary Barra, ha espresso la sua frustrazione riguardo allo sciopero davanti alle telecamere della CNN. Un giornalista le ha chiesto i motivi del rifiuto di GM a rispondere positivamente alle richieste dei lavoratori, ovvero di dare un aumento salariale del 40% in quattro anni: “Se lei, in quanto AD, riceve un aumento salariale del 34% in quattro anni, e sta offrendo il 20% ai dipendenti in questo momento, pensa che sia giusto?”

Barra ha risposto: “Considerando ciò che [GM ha] fatto in termini di condivisione della redditività quando l’azienda va bene, penso che abbiamo un’offerta molto convincente sul tavolo, ed è su questo che sto concentrando la mia attenzione ora.”

Le affermazioni di Barra sulla “condivisione dei profitti” dell’azienda sembrano irrilevanti considerando il fatto che “gli stipendi [degli operai del settore automobilistico] sono aumentati di meno del 12% dal 2007”, come sostiene un volantino di Unite All Workers for Democracy (organizzazione di base interna al sindacato). “Adeguato  all’inflazione, i lavoratori delle Big 3 guadagnano $9/ora IN MENO rispetto a 15 anni fa.”

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