Ieri il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima la decisione della Regione Lazio di chiudere lo storico ospedale San Giacomo nel centro della Capitale. La sentenza accoglie le contestazioni mosse alla Regione da parte di Oliva Salviati, discendente del Cardinale che nel 1593 donò alla città di Roma l’immobile, vincolandolo alla destinazione d’uso esclusivo per la cura dei malati. L’ospedale San Giacomo, vera e propria eccellenza sanitaria a Roma e fu dismesso nel 2008 a seguito dei tagli operati dal commissariamento per la sanità della Regione Lazio.
“Una sentenza che ribadisce quello che sosteniamo da sempre: l’ospedale San Giacomo non doveva chiudere né tantomeno essere svenduto per battere cassa. Ora Immediata riapertura del San Giacomo e di tutti gli ospedali dismessi a Roma in questi anni come il Forlanini, il Santa Maria della Pietà ma anche i presidi socio-sanitari come Villa Tiburtina” è quanto Potere al Popolo continua a chiedere sostenendo attivamente ognuna di queste lotte. “Sono anni che denunciamo nelle mobilitazioni con cittadini, associazioni e realtà del territorio questo smantellamento della sanità pubblica! Oggi, dopo un anno di pandemia questa situazione non è più accettabile”.
Ma la chiusura delle strutture ospedaliere è solo una delle manovre di dismissione della sanità pubblica messe in campo dalle politiche della Regione Lazio, che a partire dal periodo di commissariamento ha scelto non solo di tagliare e ridurre i finanziamenti in favore di un modello che si basi sul privato e sugli appalti ma anche di lucrare sul diritto dei suoi cittadini alla una sanità per tutti svendendo beni pubblici. Tra i risultati di questo processo ci sono i ritardi e i malfunzionamenti delle USCA, il non rispetto del il piano di assunzioni pre-pandemia 2020-2022 approvato nel 2018, l’inaccettabile direttiva regionale che impone agli ospedali di dirottare la chirurgia di elezione verso strutture private convenzionate, per aumentare i posti letto COVID.
La gestione della sanità è una responsabilità politica. Ci mobiliteremo ancora affinché si inverta immediatamente la rotta, per una sanità pubblica potenziata e che garantisca il diritto alla salute.
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