A breve avrà la luce un nuovo progetto speculativo di cui la nostra città sentiva certamente un gran bisogno: il Green Pea di Farinetti, un avveniristico centro commerciale dedicato a moda e design sostenibile, 15000 metri quadri distribuiti su 5 piani, che sorgerà accanto al Lingotto e sarà inaugurato l’8 dicembre.
Condito dalla migliore retorica “green”, Green Pea è concepito per una clientela facoltosa, e sarà prima di tutto un grande spazio dedicato alle imprese: i suoi cinque piani ospiteranno tra gli altri FCA, Whirlpool, Unicredit, Samsung, TIM e – immancabile per il fashion “sostenibile” – Borbonese. Da segnalare anche il tetto (perdonateci: il “rooftop”!) con piscina di 16 metri, sauna e cocktail bar!
Esattamente ciò di cui hanno bisogno le decine di migliaia di torinesi schiacciati dalla riconversione mancata della città post-Fiat, e che negli ultimi anni (e durante questa pandemia) hanno conosciuto disoccupazione, precarietà e peggioramento delle proprie condizioni di vita!
Non solo: Green Pea sorgerà a Torino Sud, in quello stesso quadrante della città una volta centrato sulla Fiat, dove la classe politica e imprenditoriale cittadina ha in mente di realizzare il Parco della Salute, altro grande regalo ai privati, stavolta in campo sanitario.
Bisogna anche notare che, come mostra l’articolo, questo nuovo progetto segue di qualche anno l’altra trovata della famiglia Farinetti, ovvero quel F.I.C.O. , nato a Bologna come altro “polo di eccellenza” dell’agroalimentare e sostanzialmente fallito, con la pandemia usata come scusa per chiudere negli ultimi mesi.
Questo nuovo progetto rappresenta dunque un ulteriore passo verso la totale mercificazione e svendita ai privati della nostra città, agenda seguita con grande convinzione dalla giunta Appendino, che avvia a conclusione il suo disastroso mandato in piena continuità con le precedenti amministrazioni di centro-sinistra.
Basta leggere le candide dichiarazioni di Francesco Farinetti, figlio di Oscar e amministratore delegato di Green Pea, per apprezzare una volta di più tale sostanziale continuità: “Dal 2007 a oggi abbiamo avuto a che fare con tutte le giunte. Fassino ha approvato il progetto di Green Pea e Appendino lo ha portato avanti. Siamo passati da un colore all’altro, ma non abbiamo avuto difficoltà”.
Da parte nostra, siamo convinti che i cittadini torinesi abbiano urgente bisogno non di un tetto con piscina e sauna, ma di un cambiamento radicale delle politiche nazionali e locali, che rimettano al centro il settore pubblico e un’idea di città basata sugli interessi collettivi, e non asservita a quelli privati!