Nella giornata di ieri (13 giugno) la Francia è stata attraversata da una grande mobilitazione di portata nazionale contro il razzismo di Stato e le violenze della polizia, lanciata dal Comité La verité pour Adama, che da anni si batte per avere giustizia a seguito dell’uccisione di Adama Traoré, giovane nero di 24 anni della banlieue di Persan, il 26 luglio 2016. Adama è morto a causa di una pratica frequentemente utilizzata dalla polizia e dalla gendarmerie francese, ovvero quella del cosiddetto “plaquage ventral”: arrestato, ammanettato e portato in una camionetta, Adama è morto schiacciato sotto il peso di tre poliziotti, per un totale di oltre 250kg. Le ultime parole, gridate con il sempre meno fiato in corpo, sono state “Je n’arrive plus à respirer”. Un grido simile a quel “I can’t breathe” di George Floyd prima di morire sotto il ginocchio di un poliziotto a Minneapolis.
In questi anni, il Comité La verité pour Adama è divenuto faro e soggetto attivo di una lotta quotidiana contro le violenze brutali ed impunite della polizia, soprattutto nei quartieri popolari e ai danni della popolazione nera, chiedendo giustizia e verità per le famiglie delle vittime di questo sistema di repressione e controllo sociale. Dopo la grande manifestazione dello scorso 2 giugno di fronte al Tribunale de Grande Instance de Paris, il Comité La verité pour Adama ha fatto appello ad una mobilitazione nazionale per chiedere “verità e giustizia” per tutte le (purtroppo) numerose vittime, per denunciare la sistematica violenza e il razzismo intrinseco ai ranghi della polizia e della gendarmerie, per smascherare il meccanismo di impunità che difende qualunque azione degli agenti delle forze dell’ordine e ne nasconde sotto il tappeto le nefandezze, per ribadire le responsabilità di Stato nel creare e alimentare le condizioni per un razzismo diffuso e accentuato dalle politiche e dai discorsi tanto di Macron quanto di Le Pen.
Numerose mobilitazioni hanno avuto luogo in diverse città della Francia, come a Bordeaux, Lione, Rouen, Lille, Marsiglia. La manifestazione che si è tenuta a Parigi, in Place de la République, è stata enormemente partecipata: 100mila persone secondo gli organizzatori, 16mila secondo la prefettura. Ma più dei numeri sono le immagini a parlare, con l’incredibile colpo d’occhio di una ripresa dall’alto della piazza. Un’immagine che può essere confrontata con la manifestazione del giorno precedente (venerdì) indetta da quattro sindacati di polizia, quelli più vicini a Macron e alla destra di Marine Le Pen, alla quale hanno preso parte circa 40 persone – basta davvero contate le teste in piazza – che hanno potuto sfilare indisturbatamente sull’Avenue des Champs-Élysées. Un’operazione montata e mediatizzata al massimo per affermare all’unisono la posizione dominante di governo e autorità secondo cui “la polizia non è né violenta né razzista”, la stessa frase ripetuta come un mantra davvero poco convincente dal Ministro degli Interni Christophe Castaner fino al prefetto di polizia di Parigi Didier Lallement.
Inoltre, nei giorni scorsi, Marion Maréchal-Le Pen, nipote di Marine Le Pen, ha attaccato e diffamato la famiglia Traoré, alludendo al fatto che Adama fosse un “criminale morto accidentalmente”. La risposta è arrivata forte e chiara da Assa Traoré, sorella di Adama, che con coraggio e determinazione lotta per avere verità e giustizia sull’assassinio del fratello: Marion è anche la nipote di Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front Nationale, difensore delle politiche colonialiste della Francia in Africa e condannato per aver le camere a gas “un semplice dettaglio nella storia della seconda Guerra Mondiale”. In questi anni, i peggiori media reazionari asserviti al potere e diverse figure politiche della destra hanno costruito una campagna martellante contro Assa Traoré, accusandola di cercare fama e successo sfruttando la morte del fratello. Una dimensione simile agli attacchi contro Ilaria Cucchi in Italia.
LE IMMAGINI DALLA PIAZZA
Mentre i manifestanti continuavano a radunarsi in migliaia in Place de la République, improvvisamente è comparso su un tetto uno striscione esposto da un gruppuscolo di fascisti di Génération Identitaire – l’organizzazione di estrema destra che ha diretto la missione anti-Ong e anti-rifugiati – in cui si invocava “giustizia per le vittime del razzismo anti-bianchi” perché “white lives matter”. Gli inquilini dell’ultimo piano del palazzo sono usciti sul balcone e hanno cominciato a tagliare lo striscione a pezzetti (qui il video) con una grande ovazione da parte della piazza. Questi soggetti fascisti da anni godono di tutto lo spazio di agibilità e visibilità desiderato, senza alcuna ripercussione giudiziaria o amministrativa, confermandosi come sempre al servizio delle logiche dominanti e del potere.
Il corteo previsto fino a Opéra non è mai partito e i manifestanti sono rimasti bloccati all’interno della Place de la République per l’intero pomeriggio, a causa del dispositivo securitario ordinato dal prefetto di Parigi, Didier Lallement, che ha serrato e “militarizzato” la piazza con un dispiegamento ingente di forze dell’ordine in tutte le zone limitrofe. L’intento di far salire la tensione, con i manifestanti che chiedevano di poter partire in corteo mentre venivano respinti dagli scudi della polizia, mirava a cercare lo “scontro di piazza a tutti i costi” per delegittimare la manifestazione stessa. Infatti, come già accaduto in numerose altre manifestazione, ad un certo punto arriva l’ordine di “sgomberare la piazza” e questo avviene con cariche violente da parte della polizia e lancio massiccio di gas lacrimogeni. Il tutto in una situazione in cui la polizia “nassa” i manifestanti, circondandoli e chiudendo le vie di uscita con camionette e reti. I manifestanti in piazza hanno resistito quanto più possibile nel respingere le violente cariche della polizia (come dimostrano i video e le immagini qui sotto).
Ancora una volta, i media nostrani (La Repubblica su tutti) forniscono una rappresentazione di comodo: si parla di “scontri tra polizia e black-bloc”, non un’immagine della grandissima partecipazione in piazza, i fascisti di Génération Identitaire sono dei “militanti ultras bianchi”. Di seguito, alcune foto e video realizzati dai/dalle compagni/e di Potere al Popolo Parigi, presenti in piazza, avendo aderito all’appello alla mobilitazione: “Ci uniamo al grido di rabbia e di giustizia sociale portato avanti da anni da Assa Traoré. Noi vogliamo verità e giustizia per Adama, Gaye, Ibrahima, Babacar, Wissam e per tutte le famiglie i cui cari sono stati assassinati dalla polizia e dalla gendarmerie. Contro il razzismo di Stato, le violenze della polizia e il sistema di sfruttamento e repressione che discrimina, opprime ed uccide in base al colore della pelle. Contro tutte le forme di “pacificazione sociale” dall’alto e di recupero liberale in nome di una uguaglianza meramente formale. Contro ogni tentativo di rendere invisibile chi, giorno dopo giorno, si batte per la giustizia sociale nelle strade, nei quartieri popolari, nelle università e nei posti di lavoro”.