Alla vigilia di capodanno Nicoletta Dosio, NO TAV della prima ora e membro del Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo!, è stata arrestata e portata in carcere. Condannata, insieme ad altri 11 militanti, a scontare pene fino a 2 anni per aver tenuto alzate le barriere autostradali, causando un danno di circa 700 euro ad un concessionario che ha guadagnato centinaia di milioni di euro grazie alle opere accessorie per il cantiere della Val Susa. Ma questa è solo l’ultima di una lunga serie di persecuzioni che ha dovuto subire il movimento NO TAV, tanto che in carcere già si trovavano altri tre militanti: Giorgio, Mattia e Luca.
Da anni, infatti, il movimento NO TAV è sistematicamente colpito da una repressione feroce. Limitazioni, obblighi di firma o di dimora e arresti, non sono riusciti ad arginare la legittima voce di una lotta popolare, che si batte per la democrazia sul territorio, contro le “grandi male-opere” e il loro impatto distruttivo per ambiente ed esseri umani, per un modello di sviluppo fondato sull’interesse di tutti e non sul profitto per pochi. Criminalizzare chi protesta è purtroppo un tratto distintivo del nostro Paese: non solo i NO TAV, ma chiunque si batta per il lavoro, per i diritti e per l’ambiente lo ha sperimentato sulla propria pelle. I Decreti Sicurezza – oltre che distruggere la vita di tanti immigrati – hanno inasprito tremendamente le pene contro chi osa alzare la testa.
Nicoletta ha scelto di rinunciare ai domiciliari per squarciare il silenzio che da anni è calato sulla repressione ai danni di chiunque lotti per migliorare il nostro paese. Il suo coraggio ha già scatenato la solidarietà di tanti che si riconoscono nella battaglia NO TAV, con presidi che, nonostante il periodo festivo, si sono tenuti in decine e decine di città italiane (e non solo). A Torino, nel giorno dell’Epifania, abbiamo deciso di portare il carbone alla Prefettura, perché noi sappiamo benissimo distinguere, a differenza di Governo e Tribunale di Torino, i “buoni” e i “cattivi”. Perché non possiamo più accettare questa differenza di trattamento che in Italia viene riservata ai “buoni” – come chi lotta per i diritti e il futuro di noi tutti – ed ai “cattivi” – i governi che cambiano nome ma non cambiano niente altro, gli imprenditori che fanno cadere i ponti ma tengono in alto i profitti, quelle procure sempre pronte a fare la voce grossa contro chi si ribella e sempre troppo timide verso i grandi corruttori, evasori e devastatori.
Lottare per difendere ambiente e salute, per la costruzione di un mondo più giusto, non può essere un motivo per finire in carcere. Vogliamo l’immediata liberazione di Nicoletta, Luca, Giorgio e Mattia, il ritiro di tutti i provvedimenti repressivi contro i militanti del movimento NO TAV e una amnistia sociale per tutti coloro che lottano per i propri diritti e per una società più giusta e più libera.
Per questo sabato prossimo, 11 gennaio, ci troverete insieme a tutto il movimento NOTAV al corteo con partenza dalle 13.30 in Piazza Adriano!
Le lotte popolari non si processano!
Libertà per Nicoletta e per tutti i notav!