La proprietà della Whirlpool ha annunciato, infrangendo gli accordi col MISE, la chiusura dello stabilimento di Napoli. 430 operai abbandonati senza preavviso in cambio di vaghe promesse di “riconversione”. Promesse che troppe volte si sono infrante su una realtà di disoccupazione per i lavoratori coinvolti.
I lavoratori Whirlpool di tutta Italia hanno giustamente scioperato in solidarietà dei colleghi di Napoli, dando un bellissimo ed importante segnale di unità; ma se Napoli piange, Siena non ride.
L’azienda ha in pratica operato un lento strangolamento dell’ultima realtà produttiva della città. È una strategia diversa dalla decapitazione vista a Napoli, ma che non dà alcuna garanzia sul futuro ai lavoratori: un cappio già stretto che può in ogni momento chiudersi del tutto. Lo stabilimento di Siena infatti lavora pochissimo, molti operai sono costretti a cercare altri lavori per arrivare alla fine del mese e l’azienda spende più soldi per mettere in sicurezza che per manutenere gli impianti.
Questa precaria situazione si fa ancora più traballante nell’incertezza data dall’apertura del nuovo tavolo al MISE. Nel migliore dei casi l’azienda contratterà, strappando nuove agevolazioni allo stato ed usandole, come fatto fino ad ora per riorganizzare la produzione, creando nei fatti nuovi esuberi, e non per rilanciarla. Nel caso peggiore i lavoratori rischiano di trovarsi definitivamente sulla strada.
La Whirlpool è parte integrante del tessuto sociale senese da 50 anni, e la città non può stare a guardare impassibile. La nostra proposta è quella di un’assemblea cittadina, con lo scopo di sensibilizzare la città e la provincia sulla situazione dello stabilimento di Siena e di tutti i lavoratori Whirlpool d’Italia, ed organizzare una campagna sul territorio simile a quella messa in atto dai lavoratori Bekaert.
Potere al Popolo Siena appoggerà qualunque iniziativa dei lavoratori in difesa della loro dignità e del loro posto di lavoro.