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PapCamp 2018: il programma

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GIOVEDI’ 23 – ore 21:00
WORKERS
Spettacolo teatrale a cura del Teatro Popolare – Ex Opg “Je so’ pazzo”
Con lo scrittore e autore Alberto Prunetti

VENERDI’ 24 – ore 17:30
COME SI DEVE ORGANIZZARE E COSA DEVE FARE POTERE AL POPOLO?

SABATO 25 – ore 17:30
L’AUTUNNO CHE CI ASPETTA: COSTRUIRE L’OPPOSIZIONE SOCIALE
Interviene  Aboubakar Soumahoro

 

VENERDI’ 24 – ore 17:30

COME SI DEVE ORGANIZZARE E COSA DEVE FARE POTERE AL POPOLO?

Potere al Popolo! ha appena nove mesi, ma ha già fatto passaggi importanti e “storici”. Ha messo su in poco tempo una partecipazione elettorale in tutta Italia, consentendo a centinaia di migliaia di persone che non si riconoscevano in questa politica di poter far sentire una voce alternativa. Ha resistito al sentimento di “catastrofe” seguito al 4 marzo, e ai soliti venti di scioglimenti e di disperazione che da 10 anni imperversano a sinistra. Siamo riusciti, senza mezzi economici, basandoci solo sull’energia e la convinzione dei nostri militanti, fra cui tanti giovani e neofiti della politica, ad aprire Case del Popolo, a diffondere pratiche di mutualismo, a sostenere lotte sul lavoro, sull’ambiente e sulla casa, a mobilitarci sui temi come l’antirazzismo, la guerra o la solidarietà internazionalista. Abbiamo poi costruito il primo corteo di opposizione al governo, quello chiamato dall’USB il 16 giugno. E, in piena estate, abbiamo lanciato una campagna di adesione con centinaia di iniziative in tutta Italia.

Siamo riusciti a fare tutto questo perché il fine che ci ha messo insieme non erano le elezioni o la convenienza personale, ma la necessità di ricreare una comunità di destino, un’organizzazione utile per le classi subalterne, uno strumento agile, radicato sui territori, capace di far sentire la voce delle masse.

Ma tutto questo non ci basta. Perché è ancora insufficiente non solo per la trasformazione che vogliamo, ma anche per una seria resistenza alla doppia minaccia rappresentata da un lato dal liberismo sovranista della destra di Lega e 5 Stelle, da un altro lato dal liberismo “globalista” di PD e soci.

La nostra priorità è dunque crescere ed allargarci. Crescere di numero, certo, intercettando con la campagna di adesione la gente comune, chi è fuori dai circuiti politici, chi lavora e studia, chi produce la ricchezza ma non ne beneficia. Ma crescere anche politicamente, come analisi, come programma, come caratterizzazione su alcuni punti semplici e alcune campagne chiare. Siamo ancora identificati come “un partito di estrema sinistra”, che dice tante cose anche giuste ma in fondo utopiche: vogliamo invece diventare un movimento popolare in grado di proporre una visione di ampio respiro, che misuri il socialismo con le sfide rappresentate dalla globalizzazione, dalla rivoluzione digitale o ecologica, ma sappia soprattutto fare proposte concrete e razionali, avanzando competenze, interventi pragmatici e capaci di suscitare consenso.

Per riuscire in questa impresa dobbiamo essere più numerosi, più organizzati, con meccanismi decisionali semplici e trasparenti ma soprattutto veloci ed efficaci. Per questo vogliamo confrontarci per definire insieme i prossimi passi. Abbiamo bisogno di verificare collettivamente gli strumenti e le forme organizzative che ci daremo, a partire dallo statuto, passando con il coordinamento, per finire con le Case del Popolo. Dobbiamo condividere le esperienze fatte finora, per analizzarle, migliorarle e moltiplicarle. Ma soprattutto dobbiamo parlare delle campagne che dobbiamo cominciare da questo autunno, dei temi, delle parole d’ordine e dei punti programmatici con i quali vogliamo coinvolgere e convincere la società.

 

 

Sabato 25

L’autunno che ci aspetta: costruire l’opposizione sociale

L’autunno che viene non sarà facile per il Governo. La crescita economica rallenta, si accumulano i segnali di una nuova crisi a livello internazionale. La Banca Centrale Europea annuncia per ottobre la fine del Quantitative Easing, che in questi anni ha tenuto l’Italia al riparo da grossi attacchi speculativi. La fragilità del nostro paese, che di fatto non è mai uscito dalla crisi del 2008, è evidente. Il Ministro dell’Economia Tria ha già fatto capire che la coperta è stretta, e che non ci sarà molto spazio per politiche di redistribuzione. Da un lato bisognerà osservare i parametri europei, che Lega e 5 Stelle, dopo aver urlato per anni, vogliono nella sostanza rispettare, da un lato non si vogliono toccare i profitti delle classi dominanti, a cui Lega e 5 Stelle sono, nonostante la loro caratterizzazione “populista”, ben legati.

Si preannunciano quindi tagli ai servizi, compressione dei diritti dei lavoratori, violente operazioni ideologiche per creare nemici interni e aizzare una guerra fra poveri che faccia dimenticare i veri nemici. Uno scenario estremamente inquietante.

Dobbiamo assolutamente impedire che il nostro paese scivoli ancora di più nella barbarie, che le classi sociali già schiacciate si impoveriscano ulteriormente sia da un punto di vista economico che umano e culturale. Per questo quest’autunno dobbiamo lanciare, insieme ad altre forze del conflitto, una mobilitazione contro questo Governo e soprattutto contro le politiche liberiste che ne stanno alla base. Dobbiamo porre in modo forte il tema della redistribuzione della ricchezza: non è vero che non ci sono i soldi, dopo dieci anni di crisi vanno presi dai ricchi e dalla loro evasione fiscale, dalle imprese che hanno fatto profitto, dalle speculazioni finanziarie e dalle multinazionali. Dobbiamo provare a collegarci con tutti i movimenti di lotta europei e costruire un fronte ampio per la tassazione dei capitali, contro le delocalizzazioni, contro l’avanzata delle destre, del razzismo, dell’egoismo e della competizione sui posti di lavoro.

Per sostenere questo sforzo abbiamo bisogno di una visione politica ed etica alta. Costruire l’opposizione sociale non è solo una necessità per resistere, deve essere il primo passo per avanzare. Non è solo un corteo di piazza di un giorno, ma vuol dire impedire l’avanzata di certe politiche di esclusione e massacro a tutti i livelli: sociale, di piazza, culturale, amministrativo. Perché a tutti i livelli sta avvenendo l’attacco.

Abbiamo dunque deciso di ospitare chi negli ultimi anni ha rappresentato un punto di riferimento attivo e controcorrente rispetto a un dibattito che ha mostrato disprezzo e paura nei confronti dei più deboli. Sarà un momento importante per imparare da altre esperienze e per conoscere meglio ciò che si muove intorno a noi, insieme a noi.

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