Le elezioni del 4 marzo hanno visto il territorio dov’è nata la nostra assemblea, il Mugello, come un’eccezione: pur essendo una realtà di provincia, abbiamo infatti oltrepassato il 3% in tutti i maggiori comuni, con punte anche oltre il 5%. Com’è stato raggiunto questo risultato, ci siamo chiesti?
Mettendo insieme il meglio di ognuno di noi; valorizzando il saldo radicamento del PRC sul territorio tramite i circoli di zona e gli eletti nelle istituzioni; integrando le esperienze e l’entusiasmo di chi si è avvicinato al gruppo provenendo dai comitati di lotta e dal sindacalismo di base con chi lo ha fatto a partire dal mondo classico dell’associazionismo di sinistra.
ANPI, ARCI e CGIL sono troppo spesso viste solo come un nemico tout court, dimenticando che al di là di un vertice dirigente schiacciato su posizioni moderate, sono il contenitore di milioni di potenziali nostri militanti, di lavoratrici e lavoratori, di persone che – come noi – quotidianamente spendono il loro tempo per gli altri, senza interessi né ricompense all’orizzonte. Se oggi queste persone hanno votato altri partiti, domani dovranno far parte del nostro progetto se vogliamo che riesca davvero ad essere un fattore di cambiamento della società!
Negli ultimi anni abbiamo lavorato sul territorio in molti modi, e i risultati sono stati evidenti: abbiamo preso in mano le case del popolo, rendendole nuovamente un luogo riconoscibile, fulcro della vita sociale, collettiva e politica dei paesi, legame fra le diverse generazioni, punto di riferimento per tutti i movimenti di sinistra del territorio; abbiamo dato vita a progetti di formazione nelle scuole e di mutualismo nelle nostre sezioni; abbiamo, infine, costruito una rete solida e strutturata fra i diversi soggetti del Mugello così da sostenerci a vicenda nelle lotte e nelle iniziative. Molti di noi militano in Anpi, ARCI, Cgil, sono stati critici sul ritiro dalla manifestazione a Macerata e vi hanno partecipato, lavorano su vertenze e iniziative culturali, su antifascismo e studio della Costituzione nelle scuole, con le Rsu, nel territorio. Siamo molto attivi sulla difesa della sanità pubblica, sull’ambiente e grandi opere, sui servizi pubblici, sulle migrazioni e povertà, sia attraverso i rappresentanti istituzionali di RC, sia con Comitati, Non una di meno Mugello e altre realtà.
Più che dal risultato elettorale raggiunto, ci pare che adesso occorra ripartire dal lavoro fatto in questi ultimi mesi, dalla coerenza e dall’impegno che abbiamo dimostrato, rilanciandoci sulla scena politica nazionale senza perdere la credibilità che ci siamo guadagnati: ripartiamo da qui, da Potere al Popolo!
Per farlo dobbiamo darci un’organizzazione, qualcosa che non replichi la struttura di un partito, ma che tenga insieme le diverse articolazioni del progetto, valorizzando la pluralità delle nostre componenti, cercando di tenere insieme il meglio di ognuno di noi, assumendo una linea e un progetto chiaro e condiviso. Non possiamo permetterci di perdere per strada nessuno; allo stesso tempo apriamoci alla società e cerchiamo di trovare un linguaggio per parlarle.
Per chiudere vorremmo elaborare due proposte pratiche: da un lato, investire fin da subito su progetti di formazione fra compagni, così che ognuno possa condividere con tutti le proprie competenze e favorire nuove forme di lotta sui territori; dall’altro, realizzare, durante la prossima estate, una festa nazionale del movimento, una festa che crei quella comunità e quell’entusiasmo di cui abbiamo bisogno per affrontare le sfide che ci attendono, già a partire dalle elezioni europee del 2019.
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