Il 9 ottobre saremo insieme a tantissimi movimenti e comitati territoriali provenienti da tutta Italia alla manifestazione organizzata dalla campagna nazionale “Per il Clima, Fuori dal Fossile” davanti al Ministero della Transizione Ecologica.
Ci sembra infatti innegabile che, fin dalla sua istituzione, quello che era stato spacciato come un dicastero finalmente attivo sul fronte della lotta alla crisi climatica e alle enormi criticità ambientali diffuse sul nostro Paese, si sia rivelato invece totalmente succube di fronte ai piani industriali e ai giganteschi interessi delle grandi imprese inquinanti, nazionali e straniere, operanti sul nostro territorio.
Non è un caso che uno dei primi atti ufficiali del nuovo ministro Cingolani dopo il suo insediamento sia stato quello di mandare avanti autorizzazioni per la realizzazione di diverse trivelle nel mar Adriatico o che, lo stesso Ministro, abbia più volte dichiarato di voler seguire alla lettera quei vecchi piani energetici nazionali, i quali considerano ancora il gas come combustibile fossile necessario a guidare la decarbonizzazione italiana. Non è un caso neanche che questo Ministro abbia ancora voglia di parlare di inceneritori, nucleare, grandi opere inutili o che, in modo rozzo e fuori luogo, abbia voluto etichettare come “radical chic peggio della catastrofe climatica” tutti quegli attivisti e tutte quelle attiviste che da decenni si battono strenuamente per la salvaguardia ambientale e per la tutela dei nostri territori.
Ci sembra poi che la linea confindustriale portata avanti da questo ministero, non stia soltanto ignorando le vicende ambientali e le urgenze climatiche, ma stia sistematicamente e colpevolmente trascurando le enormi questioni occupazionali e sociali legate a questa finta transizione ecologica e, più in generale, alle cause ed effetti del riscaldamento globale. Gli effetti della crisi climatica infatti si faranno sentire presto ed in modo devastante anche sul fronte occupazionale. Come evidenziano i dati diffusi recentemente dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in soli 10 anni, 80 milioni di lavoratori e di lavoratrici nel mondo rischiano di perdere la loro occupazione a causa dell’emergenza climatica. Inoltre, come dimostrano i recenti rincari di luce e gas, questa bislacca idea di portare avanti una transizione ecologica attraverso l’utilizzo di combustibili fossili, finirà per pesare tutta sulle spalle delle classi popolari. In questo modo, non solo si continuerà ad inquinare impunemente il nostro pianeta, ma si avranno anche lavori più precari da svolgere e bollette più care da pagare.
Una follia contro la quale non si può più rimanere in silenzio. Così, se da un lato l’ultimo pesantissimo rapporto dell’IPCC ci spiega che l’umanità non può più permettersi di rinviare le sue azioni per una drastica riduzione delle emissioni climalteranti, dall’altro ci sono enormi e complessi problemi sociali ai quali va data subito una risposta concreta.
In questo quadro complesso, ci sono territori che negli ultimi anni si sono organizzati portando avanti validissimi lavori d’inchiesta e mettendo in piedi progetti alternativi, ad emissione zero, in grado di eliminare totalmente le emissioni inquinanti e, allo stesso tempo, di creare tantissima buona occupazione, ovvero, un lavoro a basso impatto ambientale con obiettivi di giustizia sociale. Come era da aspettarsi, le istanze e le proposte di questi dei territori e dei movimenti che si battono da anni per la giustizia climatica e sociale nel nostro Paese, vengono sistematicamente ignorate dal ministro Cingolani e dal MiTe. Quindi, visto che Cingolani ed il suo staff sembrano davvero di volersi limitare ad una transizione ecologica fatta solo di mercato e greenwashing, ci sembra più che mai indispensabile andargli a ricordare a gran voce quali siano veramente le priorità da mettere in agenda.
Per questi motivi il 9 ottobre saremo a Roma, insieme alla campagna nazionale “Per il Clima Fuori dal Fossile”, nel tentativo di fermare i piani di questa finta ed ingiusta transizione ecologica, portata avanti da questo governo in perfetta sintonia coi maggiori player dell’estrattivismo nazionale e mondiale a discapito di clima, salute pubblica e diritti sociali.
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2005