Uno spettro si aggira per l’Italia. Ci piacerebbe continuare annunciando che si tratta dello spettro del Comunismo, come scrisse Marx nel celebre incipit de “Il Manifesto”. Ma non è così. Lo spettro di cui parliamo è quello del lavoro povero.
Un esercito invisibile composto da circa 5 milioni lavoratori, che vivono o, meglio, sopravvivono con paghe orarie sotto i 10 euro.
Sono i cuochi, i camerieri, i bagnini, le guardie giurate, gli addetti dei beni culturali privatizzati. Per gli imprenditori sono i giovani fannulloni, i furbetti del reddito di cittadinanza, i viziati a cui manca lo spirito di sacrificio. In realtà, sono i fantasmi senza i quali la stagione del turismo, soprattutto quello balneare, non potrebbe esserci.
L’introduzione di un salario minimo di almeno 10 euro lordi l’ora darebbe dignità ai lavoratori e alle lavoratrici del turismo che, con turni massacranti e paghe da fame, creano la ricchezza di questo settore. L’industria delle vacanze, infatti, vale con il suo indotto il 13% del Pil, 190mld di €. Alla denuncia delle condizioni di lavoro del settore turistico, Potere al Popolo ha deciso di dedicare la seconda giornata di mobilitazione nazionale per il salario minimo. Venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 luglio ci troverete, insieme a tutta Unione Popolare, nelle piazze di tutta Italia con dei flash mob e dei banchetti dove firmare per la proposta di legge di iniziativa popolare, per chiedere al Parlamento di introdurre un salario minimo di almeno 10 euro lordi l’ora, agganciato all’inflazione.