News

Volete conoscere gli effetti materiali del decreto sicurezza?

Ecco, prendetevi 5 minuti e leggetevi questa bellissima testimonianza di una compagna di Potere al Popolo:
“Pensavo che mi sarebbe piaciuto andare in Islanda. Ho visto un documentario. L’Islanda è bellissima.
Pensavo che poi, dopo l’Islanda, sarei passata per l’Inghilterra a trovare la mia migliore amica.
La maggior parte dei libri di Stephen King si ambientano nel Maine. E a me Stephen King piace tantissimo. Sarei andata a visitare anche il Maine, in America.
Poi sarei andata in Ghana da mio Zio che per qualche strana ragione mi somiglia terribilmente.
Sarei tornata quindi in Italia, a casa, senza problemi, né paure. Perché con la cittadinanza italiana, nessuno mi avrebbe fermata, esaminata, minacciata.
Quando mia madre è morta l’unica eredità che mi ha lasciato sono state le fotocopie dei suoi rinnovi di permesso di soggiorno. Una quantità mostruosa di carte, che ho sistemato in malo modo nell’armadio dei vestiti.
Mi sono sempre detta che quando la cittadinanza italiana sarebbe arrivata avrei buttato tutto nel cassonetto. Anzi lo Avrei bruciato.
Perché quello scatolone pieno di fotocopie rappresentava in maniera indegna trentacinque anni di vita, vissuti in questo paese.
Trentacinque anni passati a cercare di non farsi rimpatriare e togliere i figli.
TRENTACINQUE ANNI.
Avrebbero dovuto darle la cittadinanza per il solo fatto che in trentacinque anni, non solo era riuscita a resistere alla follia della burocrazia italiana ma nel frattempo aveva avuto l’ardire di crescere tre figli, sola come un cane e senza reddito di cittadinanza.
Ma lei, alla cittadinanza non poteva accedere per via di problemi di reddito. E la stessa cosa valeva per la carta di soggiorno.
La Sua vita non rispettava i parametri richiesti dalla legge quindi, nonostante avesse lavorato e versato i contributi negli infiniti lavori di merda che le capitavano a tiro, lo Stato in sostanza le diceva fottiti ne*ra, tu e i tuoi bambini, i poveri degli altri paesi noi non ce li accolliamo.
Ogni due anni in famiglia scoppiava sempre il delirio perché arrivava il momento del rinnovo del permesso e mia madre non sapeva mai se c’è l’avrebbe fatta o meno a restare in Italia da regolare anche per i prossimi due anni a venire.
Vi racconto tutto questo non perché abbia voglia di raccontare i cazzi miei ma perché molti di voi non hanno idea dell’impatto che un permesso di soggiorno per motivi umanitari o la semplice cittadinanza abbiano sulla vita delle persone.
Due giorni fa il primo ministro italiano ha fatto passare un pacchetto di decreti alla Camera dei ministri, approvato all’unanimità da questi illustri scienziati politici.
Quando l’ho letto mi sono detta “che schifezza” ma soprattutto ho avuto paura. Paura per il futuro di migliaia di persone che a causa Di queste leggi diventeranno clandestine. Perché clandestini lo si diventa, amici miei. Non è uno status Giuridico che ti viene appioppato alla nascita. E si può evitare di avere clandestini sul suolo italiano, rilasciando semplicemente documenti che permettano alle persone di esistere e di poter lavorare. Non c’è bisogno di sagre del cous cous o di festival dei tamburi africani per far integrare le persone all’interno di una società. Basta trattarle umanamente e non tenerle costantemente sotto ricatto.
Ma un’altra Novità di questo decreto mi riguarda personalmente.
Se Mattarella firma ai due anni in sospeso, passati ad aspettare la Cittadinanza, se ne sommeranno altri quattro, per un totale di sei anni. Salvini, in linea con la sua contrarietà allo Ius Soli, si è voluto assicurare di non mettere la firma su nessuna richiesta di cittadinanza fino a fine legislatura.
Quindi facendomi due conti, sono fottuta.
Vi racconto tutto questo perché bene o male mi conoscete e la vita che faccio vorrei metterla a disposizione di ragionamenti più costruttivi e di senso. Nessuno pare essersi indignato per questa legge concepita per abbattersi sulla doppia categoria dei poveri e degli immigrati.
SSalvini pensa di promuovere “immigrazione di qualità” in questo modo.
Ma vi assicuro che tutto quello che sta promuovendo è crescita Della povertà, della microcriminalità e della marginalità sociale. Che non dica poi che sono gli stranieri a non volersi “integrare”.

Credo che a questo punto debba accantonare i miei sogni e affilare le armi. Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che riesca a realizzare i miei fottuti piani di vita. Non avrei mai pensato di vivere in un paese dove il concetto di “separati ma uguali” potesse tornare di nuovo di moda, come se in fondo fosse sempre stato lì.”

Lascia un commento