La ventilazione meccanica controllata è indicata come uno degli strumenti per ridurre i contagi e migliorare la quantità dell’aria negli spazi chiusi. Rischia, però, di diventare l’ennesima occasione di sperpero di denaro pubblico.
In questi due anni di pandemia siamo più volte intervenut* per sostenere e ampliare le rivendicazioni di chi – student*, insegnanti, famiglie – presidiava le piazze per rivendicare scuole aperte e sicure.
Spazi, assunzioni, riduzione del numero di alunn* per classe sono stati i temi su cui le mobilitazioni si sono costruite e sono andate avanti. A viale Trastevere c’era la Azzolina prima, che non ha risposto a nessuna delle esigenze della comunità scolastica, poi finalmente, col governo dei migliori, è arrivato Patrizio Bianchi che, invece, è intervenuto con decisione…su nulla. Esattamente come chi l’ha preceduto.
In realtà qualcosa, il Ministro dell’Istruzione dei migliori, l’ha fatta: ha stabilito che le scuole erano sicure e potevano restare aperte.
Peccato però che, non avendo fatto nulla, le classi hanno continuato a chiudere (si stima che almeno un terzo della popolazione studentesca abbia trascorso almeno un periodo in DAD), ma a macchia di leopardo: problema diffuso, problema risolto.
Una novità scientifica di quest’anno è relativa alle modalità di trasmissione del virus, e implicherebbe un differente progetto di intervento per la messa in sicurezza delle scuole.
Nel 2020 si pensava che il virus si trasmettesse solo tramite droplet, ossia tramite le goccioline “generate quando una persona contagiata tossisce, starnutisce o parla”.
Di conseguenza si credeva che la trasmissione avvenisse principalmente quando, a breve distanza da un contagiato, si veniva a contatto con le goccioline contenenti il virus che, uscendo dalla bocca del contagiato, avevano una traiettoria parabolica.
Oggi sappiamo invece che il virus si diffonde, soprattutto in ambienti chiusi, su goccioline molto più leggere (aerosol), tanto che la stessa Oms a distanza di un anno ha dovuto modificare le sue raccomandazioni .
Alla luce degli aggiornamenti scientifici, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a sostenere l’utilità dell’installazione di sistemi di ventilazione meccanica negli ambienti affollati chiusi.
Da lì in poi i pareri sull’utilità della Ventilazione Meccanica Controllata (Vmc) si sono moltiplicati. Nonostante ciò – e mentre in UK, Francia e Germania questo tipo di intervento rientrava nelle rivendicazioni sindacali – l’intesa tra Governo e sindacati del 14 agosto 2021, volta a garantire una riapertura in sicurezza, raccomandava unicamente, “un costante e continuo ingresso di aria esterna outdoor all’interno degli ambienti e delle aule scolastiche”, senza specificare in che maniera ciò dovesse avvenire.
Risultato? Nella maggior parte delle scuole, pur di cambiare l’aria si tengono le finestre continuamente aperte, anche quando la temperatura esterna è sotto lo zero. Ambienti di lavoro gelidi, con conseguenze dirette sulla salute degli studenti e del personale scolastico.
Messo alle strette dagli studenti dell’IISS Calamandrei di Sesto Fiorentino e dai giornalisti di Piazza pulita, il ministro Bianchi ha risposto che spetta ai singoli istituti e agli enti locali, nell’ambito della scuola dell’Autonomia, occuparsi di questi aspetti.
Come a dire: sbrigatevela da soli. Ma allora a cosa serve il Miur?
Nei 350 milioni previsti per le scuole dal Decreto Sostegni bis di agosto era prevista la possibilità di acquisto di impianti di ventilazione meccanica, ma solo in via ipotetica e senza adeguata informazione sul da farsi.
È ovvio che in mancanza di fondi vincolati all’installazione di sistemi di Vmc, ogni dirigente si ritroverà a fare quello che può fare con i fondi residui a sua disposizione.
Il risultato è stato l’acquisto massiccio di purificatori d’aria di noti marchi italiani – forse consigliati da qualche tecnico ministeriale? – dal basso costo, che però, secondo diversi studi, non sono affatto parametrati al ricambio d’aria richiesto in un’aula scolastica, e risultano pertanto un enorme spreco, esattamente come è stato per l’acquisto dei famosi banchi a rotelle.
La questione della qualità dell’aria non riguarda peraltro solo il contagio da Covid, ma la stessa vivibilità delle aule.
Con la Vmc avremmo infatti la possibilità di avere ambienti salubri.
Sia in Belgio che nel Regno Unito, ad esempio, è diventato obbligatorio per alcuni tipi di uffici e locali pubblici installare dei rilevatori di CO2.
La quantità di anidride carbonica presente nell’aria, infatti, fornisce un’utile indicatore per valutare la qualità dell’aria: in ambienti chiusi con un numero maggiore di persone, come nelle aule scolastiche, si possono raggiungere già dopo 20-25 minuti concentrazioni di CO2 quattro volte superiori a quelle riscontrate all’aperto.
L’anidride carbonica a queste concentrazioni non è un inquinante classico, tuttavia influisce sul nostro benessere. Può provocare difficoltà di concentrazione, affaticamento, vertigini e cefalea.
Oltre all’emissione antropica di CO2, in ambienti poco ventilati anche quantità variabili di aerosol possono diffondersi nell’aria ed essere potenzialmente contaminate da agenti patogeni, come appunto il Covid19.
Di conseguenza la provincia autonoma di Bolzano ha raccomandato l’utilizzo di “semafori della CO2” nelle scuole, ossia di rilevatori di CO2 che dovrebbero indurre i docenti ad aerare le classi quando la concentrazione di anidride carbonica raggiunge i 1000 ppm (parti per milione).
Alcuni studi hanno dimostrato tuttavia come, oltre a rilevare la presenza di CO2, occorre attivare sistemi di Ventilazione meccanica controllata parametrati con il volume delle aule da aerare (nonché, aggiungiamo, col numero di alunni, che dovrebbe essere limitato anche per queste ragioni), essendo assicurato il ricambio d’aria senza bisogno che qualcuno apra e chiuda continuamente le finestre.
In linea con questa informazione l’Istituto Spallanzani ha richiesto “un piano Marshall triennale” nelle scuole per installare ovunque sistemi di ventilazione meccanica. A dimostrare la fattibilità di tale indirizzo c’è peraltro l’azione della Regione Marche che ha stanziato fino ad oggi 9 milioni di euro, puntando a installare impianti in 170 scuole, per 1.500 aule frequentate da oltre 24mila studenti.
Invece di scrollarsi di dosso le responsabilità come ha fatto durante le riprese di Piazza pulita del 18 gennaio, il Ministro Bianchi potrebbe fare una cosa semplice. Utilizzare una parte dei fondi destinati al Bonus 110% (che, sia detto per inciso, secondo una ricerca guidata dal prof. Valentino Larcinese, non essendoci tetti di reddito, ha portato beneficio soprattutto ai più ricchi) vincolandoli all’installazione di Sistemi di ventilazione meccanica controllata in tutte le scuole.
La pandemia ha messo in luce tutto ciò che non va nella scuola, e tutto ciò che potrebbe essere migliorato. I governi che si sono succeduti non hanno fatto nulla, anzi da un anno all’altro hanno peggiorato le regole e la situazione. Noi, invece, insieme a chi su questi temi non cessa di mobilitarsi, abbiamo ben chiaro che cosa si dovrebbe fare, e come. Su questo aspetto, come sugli altri siamo pronti ad aprire un fronte di lotta insieme a genitori, docenti e insegnanti.
Se non ora, quando?