Fonte: Contropiano
di Giacomo Marchetti
A Genova, a causa del precedente commissariamento del Municipio Centro Ovest, dovuto alla mancata formazione della maggioranza dopo il voto delle amministrative, si sono tenute le elezioni municipali contestualmente a quelle politiche.
Con una decisione fortemente voluta da Potere Al Popolo a livello cittadino, e in stretta connessione con alcuni compagni del Municipio Centro Ovest, si è deciso di accettare la sfida, scartando a priori l’ipotesi precedentemente ventilata di una lista unitaria con Liberi e Uguali.
LeU ha candidato come presidente Mariano Passeri, un consigliere eletto in precedenza in Municipio (poi commissariato) tra le fila della lista civica “Chiamami Genova”, che nonostante la sponsorizzazione dei media, la campagna a favore di Sergio Cofferati – candidato con LeU – e il sostegno di alcune realtà associative del quartiere, ha eletto un solo consigliere, comunque con una voto percentuale, più del 6%, ben al di sopra del nazionale e del dato cittadino stesso, tra il 5 e il 5,4%.
Facendo un incontro e successiva assemblea territoriale, formando la rosa dei candidati e un gruppo di lavoro sul programma e soprattutto raccogliendo le firme (244 su 200 obbligatorie di residenti), si è iniziata a strutturare questa esperienza locale, che è proseguita poi con la campagna elettorale vera e propria.
Sergio Triglia, su cui è stata espressa l’unanimità durante la scelta della candidatura alla presidenza del municipio, è stato eletto grazie ai 942 voti espressi.
È sembrato utile fargli una serie di domande.
Il municipio centro-ovest di Genova è “una città nella città”, ed è di fatto, insieme a Marassi il quartiere più popoloso e popolare della Superba. Un territorio a sua volta suddiviso in varie porzioni che sembrano vivere “una vita a sé”, ma accumunate ormai dal cronico disagio dato dall’abbandono dell’amministrazione e delle forze che hanno governato la città, responsabili di quel mix letale di mancanza di servizi e rabbia popolare incanalata dalla destra. Tu che sei nato e cresciuto lì, come hai visto cambiare il municipio nel corso degli ultimi anni?
Il municipio centro ovest è la municipalità più densamente popolata delle 9 che compongono la città. È un lembo di terra, schiacciato tra il porto e le colline che sovrastano Genova. La campagna elettorale noi l’abbiamo fatta veramente cercando di essere presenti con i volantinaggi sui mercati, sui posti di lavoro e all’interno di alcune vive realtà associative del territorio. Il territorio lo conosciamo bene, il circolo di Rifondazione Comunista a cui sono iscritto da tanti anni è sempre stato presente con feste, iniziative culturali e soprattutto denunciando i tagli delle giunte di centro destra e centro sinistra all’offerta complessiva dei servizi sul territorio: sanità, trasporti e cultura. L’ultimo piano regionale sulla sanità della Regione Liguria prevede il netto ridimensionamento in termini di prestazioni del pronto soccorso dell’ospedale di Sampierdarena, già per altro congestionato e il trasferimento del Centro Grandi Ustionati all’Ospedale San Martino.
Una delle caratteristiche del municipio è la presenza di un tessuto associativo che è stato in parte una diga, almeno in alcuni contesti, all’imbarbarimento di un tessuto sociale sempre più disgregato e che in parte si è riconosciuto nel progetto di Palp, puoi parlare di questo aspetto?
Una delle capacità politiche precedenti a Palp è stato aver costruito una rete di protezione con alcune realtà associative del quartiere contro il disagio e l’isolamento sociale. Il circolo Arci 30 giugno ha voluto testimoniare la sua vicinanza alla lista ospitando la chiusura della nostra campagna elettorale così, come il circolo Arci Granarolo ci ha dato l’agibilità dei locali e il sostegno per tutto questo periodo. Insomma non siamo mai stati soli nemmeno per un attimo…
Tu sei un ormeggiatore e molti lavoratori del porto vivono in municipio, che rapporto secondo te si è creato tra chi, attivo sindacalmente nel porto era orfano da anni di una propria rappresentanza politica e Palp?
Mah, il centro ovest è indissolubilmente legato al porto e alle sorti dei lavoratori portuali, molti di loro che non andavano più a votare hanno trovato una rappresentanza politica nel progetto di Potere al Popolo e che ora bisogna non deludere.
Il circolo di Rifondazione Comunista di San Teodoro di cui sei uno dei principali animatori era stato “abbastanza tiepido” rispetto alla lista civica: “Chiamami Genova”, alle ultime amministrative, perché ne scorgeva quei limiti che si sono rilevati poi tali sia a livello comunale che di municipio diciamo “dal giorno dopo le elezioni”. Cos’hai visto di differente nella proposta politica di Palp?
In questi anni, dal 2008 a oggi, Rifondazione Comunista ha provato a costituire liste elettorali alternative al centrosinistra. Devo dire tutte esperienze diverse che non sono mai andate oltre la tornata elettorale. Pur avendole sostenute tutte con il voto, non mi convinsero mai del tutto perché le consideravo fusioni a freddo o sommatorie di dirigenti di partiti e di ceto politico. Potere al Popolo, diversamente da quelle esperienze, nasce dal basso e si costituisce attraverso le tante assemblee sui territori con un programma decisamente alternativo e attraverso la volontà di unire i movimenti e le lotte diffuse del Paese. Credo che questa sia la strada giusta anche se difficile e tortuosa. In questa campagna elettorale tante volte mi sono sentito dire: “sono anni che non vado più a votare” ma stavolta ci andrò per votare Potere al popolo, notando in questo progetto una diversità rispetto al passato. Dobbiamo necessariamente pensare di riprovarci partendo dalla consapevolezza che occorre un progetto complessivo a carattere nazionale che va declinato sui territori valorizzando esperienze di radicamento e di vertenzialità diffuse.
Uno dei motivi ascrivibili al successo elettorale è stata la campagna di strada fatta nelle scorse settimane centrata su scuola, sanità e trasporti; come potrà continuare anche nei mesi prossimi anche nel centro-ovest?
Praticamente abbiamo raddoppiato il numero dei voti presi – passando dall’1.5% al 3% – e ci godiamo questo ottimo risultato ma dobbiamo metterci subito al lavoro per strutturare meglio la nostra organizzazione e il conseguente intervento politico sul territorio del municipio su questi temi.