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Unione Popolare, che fare?

L’esecutivo nazionale di Potere al Popolo esprime un forte abbraccio e un sentito ringraziamento a Luigi De Magistris che si è dimesso da portavoce di Unione Popolare.

È una scelta difficile che rispettiamo e che rafforza la nostra stima verso di lui, per la sua coerenza nei comportamenti politici e personali. Come Luigi stesso ha scritto, continueremo assieme le lotte per gli oppressi contro tutti gli oppressori, a partire da quella per la Palestina.

Queste dimissioni, come spiegato dallo stesso de Magistris, sono legate a “ragioni personali e professionali su cui sono sopraggiunte riflessioni anche politiche”.

In questi mesi Unione Popolare è entrata in una evidente crisi, per diverse ragioni politiche e uno stallo organizzativo, in particolare per le diverse valutazioni al suo interno su come confrontarsi con la lista elettorale per le Europee lanciata da Michele Santoro.

Questo ha rallentato, se non bloccato, tutta la iniziativa di UP, che avrebbe potuto lanciare una proposta autonoma aperta a singoli e gruppi organizzati, nello spirito unitario che ha contraddistinto fin dall’inizio Up. Dopo mesi senza che si sia realizzato un vero e aperto confronto tra pari, PaP ha valutato che non ci fossero le condizioni per la confluenza di UP nella lista Pace Terra Dignità, guidata da Michele Santoro e Raniero La Valle.

Il disaccordo sulla necessità di sostenere in ogni modo la resistenza palestinese contro lo Stato sionista israeliano e nel chiamare genocidio la strage israeliana a Gaza.

Quello sulla necessità di considerare la NATO la prima responsabile di ogni guerra nel mondo e di chiederne la fine senza se e senza ma. La mancanza di una chiara scelta politica economica e sociale dal lato della maggioranza della popolazione, e non dalla parte di una minoranza di soliti noti, che, come durante la Pandemia, anche con la guerra sta continuando ad arricchirsi. Una non chiara collocazione alternativa nei confronti del centrosinistra in Italia ed in Europa.

Tutte queste diversità, pur nel rispetto delle scelte pacifiste della lista PTD, ci hanno fatto considerare necessario che UP si presentasse alle elezioni europee con la propria lista e proposta, che altrimenti sarebbe stata assente dal confronto elettorale. Abbiamo spinto, senza successo, affinché questa decisione fosse presa con il voto delle/degli aderenti di Up.

Purtroppo, dentro il coordinamento di UP questa scelta non ha registrato consenso unanime, mentre una parte delle forze che compongono Unione Popolare ha deciso e confermato di voler confluire comunque nella lista Pace Terra e Dignità.

Rispettiamo profondamente le scelte di ogni organizzazione e persona di UP, resta però il fatto che questa divergenza ha oggettivamente aperto la crisi in tutto il progetto di UP, che più di un anno fa proprio nelle elezioni europee aveva individuato un momento di crescita politica e organizzativa. Unione Popolare subisce una pesante battuta d’arresto che dovrà essere affrontata con un confronto vero e trasparente e su nuove basi, a partire dal coinvolgimento di tutte e tutti gli aderenti di UP, momento per il quale PaP è sempre disponibile.

La crisi di Up arriva oggettivamente nel momento peggiore: con un genocidio in corso, la solidarietà con la lotta di liberazione del popolo palestinese deve essere pienamente rappresentata alle elezioni europee anche nel nostro Paese. Su posizioni chiare, che non riproducano una inesistente equidistanza tra oppressi e oppressori, e ribadiscano il diritto alla resistenza. L’Italia, che si sta riconfigurando come fedelissimo vassallo degli USA, ha maledettamente bisogno di una voce che metta al centro la solidarietà e la cooperazione tra i popoli e combatta concretamente l’imperialismo a partire dal nostro.

Per questo è necessario continuare la mobilitazione a fianco della resistenza palestinese, contro la guerra, la NATO e tutti i loro sostenitori e complici, contro il governo di ultradestra di Giorgia Meloni e le sue politiche economiche che chiedono a noi di stringere la cinghia mentre strizzano l’occhio a imprenditori ed evasori. Su questo siamo impegnati con il massimo di spirito unitario.

In questo senso, come deciso nell’ultimo Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo, rilanciamo questa mobilitazione per costruire una convergenza di tutte quelle forze politiche, sociali e sindacali che si oppongono con forza al governo Meloni e che non accettano le politiche guerrafondaie del cosiddetto “campo largo”, né le posizioni ambigue su cui si sta costituendo la lista Santoro.

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