In queste ore, in Bielorussia, si stanno svolgendo i negoziati tra Russia e Ucraina.
Diversi analisti sottolineano che la possibilità di chiudere subito questa guerra esisterebbe. Gli spazi di mediazione sono stretti, ma ci sono, riguardano la neutralità dell’Ucraina, la questione del Donbass, la questione dei missili alle frontiere con la Russia…
E’ molto importante capire questo punto: se i leader coinvolti lavorassero per la pace, facessero gli interessi dei popoli, avessero il coraggio di tenere a bada i loro nazionalisti, una mediazione per smetterla con morte e distruzione già oggi non sarebbe impossibile.
Se la guerra continua, infatti, sempre più soldi saranno spesi in armi, il peso economico ricadrà sulle classi popolari (anche su quelle italiane, fra bollete del gas e finanziamento dello sforzo bellico!), e la barbarie dilagherà da ambo le parti, perché in guerra si finisce sempre con il commettere atrocità indescrivibili.
Purtroppo i leader fanno per lo più gli interessi delle loro cordate di potere e c’è il rischio concreto che ucraini e alleati occidentali, viste le difficoltà della Russia, vogliano ormai andare fino in fondo.
In queste ore vediamo scatenarsi una guerra totale attraverso sanzioni economiche, boicottaggio culturale, isolamento della Russia, propaganda al limite del razzismo e censura mediatica (ci riferiamo al caso del coorrispondente da Mosca Marc Innaro, colpevole di aver cercato di spiegare le radici di questo conflitto).
Sembra quasi che si vogliano trasformare le enormi mobilitazioni contro la guerra che hanno attraversato l’Europa, in mobilitazione a favore dell’interventismo. La NATO sembra non vedere l’ora di una nuova guerra per procura, senza sporcarsi le mani e senza metterci la faccia, e di abbattere Putin, in modo da poter aprire a forza nuovi mercati.
Davanti a questa follia collettiva, al rischio concreto di una terza guerra mondiale, è necessario rimanere lucidi, verificare le notizie, non scadere in posizioni a favore di un intervento armato che causerebbe una drammatica escalation militare.
È necessatio mobilitarci, senza essere strumentalizzati dai nostri politici affascinati dalla prospettiva di combattere una guerra con un’altra guerra, su una piattaforma di smilitarizzazione e negoziati (qui una proposta: https://bit.ly/3HuJ5yq).
È necessario dare assistenza ai rifugiati in Est Europa, di qualunque colore siano, e costruire cooperazione fra le forze politiche antimilitariste europee, per una campagna che spinga l’utilizzo dei fondi militari verso usi civili (sanità e istruzione), e che si opponga alla NATO e al riarmo della Germania deciso ieri, che nella storia ha sempre rappresentato un fattore pericolosissimo.
Trasformiamo questa guerra in un movimento internazionale per la pace e la giustizia sociale, facciamo tutto il possibile per evitare che questa guerra continui e che un’altra arrivi presto.
Organizziamoci!
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