La scorsa settimana la “Fondazione Torino Musei” ha comunicato l’improvvisa chiusura dei servizi relativi a Borgo Medievale, Biblioteca d’Arte, Archivio Fotografico e Museo Diffuso della Resistenza.
Questa decisione viene giustificata dalla Fondazione con il taglio dei finanziamenti da parte del Comune: per evitare il rischio liquidazione che avrebbe coinvolto tutti i 170 dipendenti si sceglie di risparmiare sulla pelle dei lavoratori, avviando la procedura di licenziamento a danno di 28 dipendenti che potrebbe diventare esecutiva già da fine dicembre.
In questa operazione ravvediamo 3 elementi cardine:
1. l’amministrazione comunale, indipendentemente dal colore politico, continua a togliere ossigeno al settore della cultura, in aperta contraddizione con i proclami che vorrebbero Torino città del turismo e della cultura;
2. la Fondazione Musei non si fa scrupolo di scaricare i costi sui lavoratori, licenziando, senza preavviso, personale qualificato da integrare all’occorrenza con altre forme di prestazione d’opera, più precarie, pagate meno o non pagate affatto, attingendo risorse dall’alternanza scuola/lavoro, ad esempio;
3. 28 famiglie non sanno se potranno festeggiare l’inizio del nuovo anno con un lavoro, i lavoratori e le lavoratrici sono le uniche vittime delle politiche antisociali della crisi, che hanno, tra l’altro, progressivamente eroso l’impianto delle tutele sindacali, a partire dalla scandalosa cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori;
Visto l’avvicinarsi del periodo elettorale il Comune pentastellato sta provando a metterci una pezza promettendo la reinternalizzazione di 10 ex dipendenti comunali. Per gli altri si studieranno piani ad hoc: insomma la classica strategia di divisione del fronte dei lavoratori. Per combatterla è fondamentale mantenere l’unità di tutti i lavoratori e lavoratrici: non si possono accettare soluzioni personali finché non sarà garantito il futuro di tutti. E questo futuro non può che passare per un nuovo piano di investimenti nella cultura, soprattutto se si vuole fare di questo, davvero, uno dei settori di rilancio della città di Torino.
“Potere al Popolo” è dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici della Fondazione Musei di Torino: riteniamo che le istituzioni siano tenute a garantire un futuro per tutti e non siamo disponibili a sopportare le ricadute di questa crisi che si traducono in povertà e disoccupazione per tutti, tranne che per i soliti noti.