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Sulla manifestazione dello Spettacolo – 30 Ottobre

Roma

Nella giornata di ieri migliaia di lavoratrici e lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo sono scesi in 17 piazze d’Italia per manifestare.
Non si riconoscono nelle parole di un ministro che in questi anni ha contribuito allo smantellamento del sistema pubblico a favore dei privati, alla chiusura permanente di teatri e corpi di ballo, esternalizzando e precarizzando ancora di più un settore già sofferente per mancanza di tutele e di ammortizzatori sociali.

Questa nuova chiusura dei teatri e il blocco delle attività aperte al pubblico sono un ennesimo colpo di grazia per quei pochi che, faticosamente, erano riusciti a tornare al proprio lavoro garantendo tutti i protocolli di sicurezza.

È evidente che non sono gli spettacoli teatrali o i concerti a provocare quei pericolosi assembramenti sui mezzi pubblici che abbiamo visto. Se il problema è la mobilità e il crescente numero dei contagi, dove sono gli investimenti per potenziare il trasporto pubblico? Dove il piano di assunzioni per nuovo personale sanitario o i fondi stanziati per incrementare nuovi posti letto in terapia intensiva? Cosa è stato fatto in questi mesi per prevenire e prepararci ad affrontare quella nuova ondata di contagi che era stata più volte prevista e preannunciata?
Siamo scesi in piazza ieri perché siamo stanchi di pagare per le inadempienze e l’ipocrisia di una classe politica indegna che afferma di operare per la nostra sicurezza quando il suo unico scopo è di coprire la propria cecità e incompetenza.

Si vuole chiudere? È da marzo che chiediamo un tavolo permanente e un piano strutturale che garantisca un reddito per tutta la platea dei precari che per primi soffrono questa crisi. Ne abbiamo abbastanza di bonus che non arrivano o di casse integrazioni che non vengono pagate, di vedere lavoratrici e lavoratori lasciati a casa senza stipendio da quelle stesse fondazioni che nel frattempo utilizzando i nuovi contributi stanziati per risanare i propri buchi di bilancio. Il Governo e il Ministero sono responsabili della sopravvivenza di un settore che si dice, sempre a favore di telecamere, essere centrale per questo paese. Vogliamo fatti e non parole, garanzie e non promesse!

Siamo in stato di lotta permanente e ci resteremo!

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