Premesso che:
-Il Governo Italiano con l’ultimo Comitato di Indirizzo Coordinamento e Controllo per Venezia del 7 novembre 2017 ha ritenuto di poter risolvere la questione delle grandi navi crociera a Venezia facendo credere all’opinione pubblica nazionale di averle tolte dal bacino San Marco per portarle entro tre anni a Marghera entrando dalla bocca di Malamocco e percorrendo per 20 km tutto il canale dei Petroli (Malamocco-Marghera).
– la soluzione prospettata è in aperto contrasto con l’obiettivo primario della Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna dichiarata di preminente interesse nazionale e tutelata dallo Stato Italiano sin dal 1973 con una Legge Speciale.
– tutela e salvaguardia sono confermati da quel Decreto Clini-Passera emesso nel 2012 subito dopo la tragedia del Concordia, laddove si dispone il divieto di transito delle grandi navi crociera dal Bacino di San Marco e di individuare una soluzione alternativa per garantire elevate condizioni di sicurezza marittima e proteggere la particolarissima sensibilità e vulnerabilità ambientale della Laguna di Venezia.
–finora l’Autorità portuale e lo stesso Ministero delle infrastrutture hanno presentato soluzioni di tracciati tutte interne alla laguna nonostante il progetto di realizzare il nuovo canale di navigazione Contorta per raggiungere la Stazione marittima sia stato bocciato dalla Commissione nazionale di VIA;
-tali scelte sono avversate da migliaia di cittadini che attraverso petizioni, manifestazioni, interrogazioni parlamentari, un referendum popolare autogestito promosso dal Comitato NOGRANDINAVI, prese di posizione nazionali ed internazionali chiedono di allontanare le grandi navi crociera non solo dal bacino di San Marco ma dall’intera Laguna. Le decisioni governative assunte sono da respingere per i molteplici aspetti negativi che determinano:
- un impatto ambientale devastante per le dimensioni e il dislocamento di queste grandi navi crociera che obbligano alla rimodulazione dei canali di accesso portuali con scavi di milioni di metri cubi di fanghi per lo più altamente inquinati mettendo a rischio il già delicato equilibrio idrodinamico e morfologico della Laguna;
- una commistione di traffici diversi crocieristici, commerciali, petroliferi attraverso la navigazione del canale dei petroli (Canale Malamocco-Marghera), con conseguenze negative per la sicurezza della navigazione e per gli stessi milioni di passeggeri obbligati ad attraversare il polo chimico di Marghera dichiarata sito a Rischio di Incidenti Rilevanti;
- aspettative speculative legate al cambio di destinazione d’uso delle aree dismesse: da industriale a turistico-commerciale, che rischiano di pregiudicare il futuro e lo sviluppo delle attività industriali e manifatturiere della Prima Zona Industriale come Fincantieri e bio-raffineria ENI mettendo a rischio l’occupazione che già ha visto la perdita di migliaia di posti di lavoro; tutto ciò è in aperto contrasto con il riconoscimento legislativo di Porto Marghera come “area di crisi complessa”. Allarmi peraltro denunciati dalla Fiom e dai sindacati dei chimici.
Per questi motivi si condividono le valutazioni critiche del Comitato NoGrandiNavi e della Municipalità di Venezia sulle scelte del Comitatone; i candidati ed i parlamentari eletti si impegnano a lavorare affinché il Governo prenda in considerazione altre soluzioni progettuali, obbligatoriamente subordinate al parere positivo della Commissione VIA e più prontamente perseguibili, che garantiscano l’estromissione definitiva delle grandi navi crociera dalla Laguna e che assicurino nel contempo l’occupazione ed il mantenimento della crocieristica a Venezia; come ad esempio l’unico progetto che ha avuto il parere positivo della Commissione Tecnica VIA del Ministero dell’Ambiente che prevede la localizzazione di un nuovo terminal crociere fuori della Laguna alla bocca del Lido.