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SRILANKA: LA POLIZIA SPARA SUI MANIFESTANTI

srilanka: la polizia spara

srilanka: la polizia spara

Da venti giorni ormai lo Sri Lanka, paese di 22 milioni di abitanti, è al centro delle notizie internazionali. Mercoledì 13 aprile le due agenzie internazionali di rating Fitch e Standard & Poor’s hanno abbassato le loro valutazioni sulla solvibilità del Paese dell’Asia meridionale, annunciando che “un processo di default sovrano è iniziato” e che un default è ora una “certezza virtuale”.

Effettivamente lo Sri Lanka si trova sull’orlo della bancarotta: entro la fine del 2022, il Paese deve restituire 7 dei totali 25 miliardi di dollari di debito estero. Una grave carenza di valuta estera (meno di 1 miliardo di dollari) dovuta al blocco ai mercati finanziari internazionali significa che lo Sri Lanka non ha né i soldi per importare beni di prima necessità, né per pagare il debito.

Questa grave crisi economica e finanziaria si è rapidamente trasformata in una profonda crisi politica. Il 4 aprile 2022, dopo giorni di intense proteste di massa malgrado il coprifuoco imposto dal presidente in carica Gotabaya Rajapaksa, tutti i 25 ministri si sono dimessi. Ma le proteste non si arrestano, il popolo continua a chiedere “Go Home Gota”, cioè le dimissioni del presidente in carica e del premier Mahinda Rajapaksa, fratello maggiore di Gotabaya.

Le ripercussioni della crisi sulla vita quotidiana

Nella vita quotidiana del popolo srilankese, questa crisi si fa sentire violentemente. I prezzi di carburante, cibo e medicine sono esplosi negli ultimi due mesi; l’inflazione media ha raggiunto il 30% circa. Per far fronte alla carenza dei prodotti di base, il governo stacca l’elettricità anche per 13 ore al giorno, le file di attesa per comprare riso, lenticchie e carburante sono infinite (anche di diversi giorni) e militarizzate. I prezzi aumentano costantemente.

Nelle prime settimane le proteste si erano concentrate nella capitale srilankese, Colombo. Ma da alcuni giorni le proteste si sono estese e martedì 19 aprile è successo quello che si temeva da tempo: A Rambukkana, a 90 chilometri al nord est dalla capitale, la polizia ha utilizzato munizioni vive e gas lacrimogeni contro i manifestanti che erano scesi in piazza per un ulteriore aumento del prezzo del carburante. Quattro persone sono state uccise, decine sono rimaste ferite e portate in ospedale.

Ma quali sono le ragioni per questa profonda crisi?

Ne possiamo evidenziare almeno tre:

Solidarietà al popolo sirlankese!

Negli ultimi giorni quindi la crisi si è accentuata. Il presidente Rajapaksa ha nominato un nuovo gabinetto, incaricando 17 nuovi ministri nel tentativo di calmare i manifestanti. Inoltre, ieri sono inziati i colloqui con il Fondo monetario internazionale per cercare di alleviare la crisi finanziaria, ma il FMI ha ribadito che il debito dello Sri Lanka è insostenibile e che ha bisogno di ripristinare la sostenibilità del debito prima di poter ottenere nuovi fondi.

Dopo l’uccisione di diversi manifestanti, la rappresentante delle Nazioni Unite in Sri Lanka e la Commissione per i diritti umani del paese hanno chiesto di aprire un’indagine sui fatti del 19 aprile. Nel frattempo si sta preparando uno sciopero generale e molte altre manifestazioni contro il Governo che non fa nulla per contrastare l’aumento dei prezzi e tamponare la situazione drammatica in cui si trova il popolo srilankese.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà al popolo srilankese contro il carovita, le violenze, la repressione e la violazione dei diritti umani e partecipiamo alle manifestazioni di solidarietà che saranno organizzate dalle comunità anche nel nostro Paese.

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