Dal 22 al 25 Agosto parteciperemo alla terza edizione dello AMFiS, l’università estiva della France Insoumise, che da tre anni raduna centinaia di militanti, attivisti, sindacalisti ed esponenti dei movimenti sociali da tutto il mondo per un momento di formazione politica, elaborazione strategica, analisi, condivisione di esperienze e pratiche di lotta e di organizzazione.
Quest’anno, in particolare, lo AMFiS ospiterà più di 130 dibatti e conferenze sui temi più disparati e con ospiti di prim’ordine. Parteciperanno esponenti del movimento dei gilet gialli, delle mobilitazioni algerine in corso in questi mesi, dei movimenti per la difesa dell’ambiente, del sindacalismo europeo, oltre a decine di collettivi, comitati territoriali, studiosi, giornalisti, politici della sinistra radicale europea.
I militanti di Potere al Popolo Napoli sono invitati a confrontarsi con sindacalisti di diversi paesi d’Europa e con esponenti della France Insoumise su un topic particolarmente difficile: la costruzione di uno spazio internazionale per le lotte dei lavoratori. In particolare, parleremo del nostro intervento in sostegno della vertenza dei lavoratori della Whirlpool di Napoli e delle possibili connessioni con la vertenza degli operai della Ex Whirlpool di Amiens. In questi mesi, infatti, abbiamo ampiamente dimostrato l’efficacia di un lavoro internazionale di inchiesta, informazione, solidarietà, denuncia, che possa favorire le singole vertenze che in diversi paesi si sviluppano contro le medesime multinazionali e spesso secondo le stesse dinamiche. Così, ad esempio, l’inchiesta che abbiamo condotto alla ormai Ex Whirlpool di Amiens, grazie al contributo degli operai sul posto e al supporto logistico della France Insoumise, ci ha permesso di gettare luce su una riconversione-truffa che ha aperto gli occhi agli operai di Napoli, i quali oggi possono rifiutare con maggiore sicurezza questa soluzione che l’azienda propina loro con forza.
È imprescindibile, oggi, conoscere i movimenti internazionali di questi giganti dell’economia, le loro strategie di delocalizzazione, per prevenire il peggio. Ma è importante altresì estendere la denuncia dei loro misfatti su un piano sovranazionale, e, in prospettiva, essere capaci di organizzare campagne politiche di sensibilizzazione della cittadinanza, di pressione sui governi, di boicottaggio dei prodotti delle multinazionali coinvolte.
Come organizzarsi sul piano internazionale per far fronte allo strapotere delle multinazionali, alle delocalizzazioni selvagge, alle politiche antisociali dell’Unione Europea e dei governi nostrani che, liberalizzando i movimenti di capitale e i mercati, favoriscono disparità salariali tali da aumentare la concorrenza tra lavoratori di diversi paesi e favorire le delocalizzazioni laddove il costo del lavoro è inferiore? Se non ci poniamo queste domande, se non lavoriamo insieme ad altre forze sul piano internazionale per rispondervi, continueremo a tamponare le perdite, non le fermeremo mai del tutto.
Inoltre, in questi giorni di crisi di governo, la nostra presenza a questa importante scuola di formazione politica e sindacale ci appare come un’opportunità ancor più preziosa di fronte a quello che stanno mettendo in campo le varie componenti, vecchie e nuove, delle classi dirigenti di questo paese.
La crisi trentennale delle classi dirigenti italiane ha avuto i suoi momenti emblematici. Dal Bunga Bunga al Papeete, dal Vaffa-Day al Russia Gate, la politica sembra essersi ridotta irrimediabilmente a spettacolo mediatico, personalismo megalomane o affarismo di ceto. E la messa in scena di questi ultimi dieci giorni ne è la conferma più eclatante.
Salvini, Di Maio, Renzi sono sfumature dello stesso neoliberismo. Ogni giorno appare più chiaro la loro fragilità e inadeguatezza, il loro non avere alcun progetto complessivo per il paese, l’incapacità delle classi dominanti di governare questa fase.