Potere al Popolo! sostiene lo sciopero nazionale per tutta la giornata del 4 giugno dei dipendenti di Poste Italiane.
Sciopero nazionale dei dipendenti di Poste Italiane. Perché? I motivi sono tanti ma qui ne vogliamo elencare solo qualcuno.
Nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 la dirigenza di Poste Italiane ha mostrato la sua vera faccia costringendo tantissimi dipendenti a lavorare senza che ci fossero le necessarie misure di prevenzione del contagio.
Il nostro Telefono Rosso per la tutela dei lavoratori ha raccolto, solo per fare qualche esempio, diverse segnalazioni da parte di dipendenti degli uffici postali, portalettere e lavoratori dei centri meccanizzati.
Costoro denunciavano le pressioni subite per lavorare senza distanze di sicurezza, guanti e mascherine, strumenti e ambienti di lavoro non sanificati.
Da queste segnalazioni sono partiti da parte di Potere al Popolo! due esposti alla Procura della Repubblica.
Tantissimi sono stati i lavoratori di Poste Italiane che hanno deciso di astenersi dalla prestazione lavorativa di fronte alle carenze in materia di salute e sicurezza e siamo felici che alcuni hanno trovato il coraggio, il sostegno e le informazioni utili per tutelare la propria salute nei giorni più drammatici anche attraverso il supporto e il confronto con il Telefono Rosso.
Ma il tema della sicurezza dentro Poste Italiane non nasce certo con il corona-virus.
Dal 2017 al 2019, i morti per infortunio sul lavoro o in itinere sono stati 22 e il numero complessivo degli infortuni ben 24.837.
Tantissime altre solo le giuste rivendicazioni che Cub Poste, Cobas Poste, SI Cobas Poste e SGL-CUB Poste stanno portando avanti con questo sciopero lanciato in piena Fase 2 e invitiamo tutti a documentarsi. Tra le tante ci teniamo qui a sottolinearne due.
È vergognoso l’abuso da parte di Poste Italiane dei lavoratori con contratti precari (i cosiddetti CTD), sempre ricattati e bistrattati nei centri di recapito purché vengano svuotati dai prodotti da consegnare.
Questa platea di lavoratori, principalmente giovani, viene continuamente “spremuta e poi buttata via” per garantire all’azienda la massima flessibilità operativa.
Infine non possiamo non denunciare la nuova modalità di recapito “a giorni alterni” che costringe contemporanemente i portalettere a correre i doppio per coprire due zone e i cittadini a ricevere la posta nel doppio del tempo. È assurdo che nonostante i numerosi disagi per lavoratori e utenti, non si faccia una immediata retromarcia.
L’azienda Poste Italiane sempre più mantiene come “stella polare” delle sue scelte la corsa a render felici gli azionisti con utili e dividendi da capogiro. Sempre meno segue le esigenze di qualità del lavoro e del servizio.
Come hanno ben sintetizzato i sindacati che hanno lanciato questa giornata di sciopero: quando tutto sarà privato, tutto ci sarà privato.