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[Roma] La nostra finanziaria: no mes, no autonomia differenziata. Vogliamo giustizia sociale

Venerdì 18 verrà votata alla Camera la Legge di Bilancio targata PD-M5S, insufficiente per le risorse messe in campo ma soprattutto lontano dalle necessità delle classi popolari e delle fasce sociali colpite dalla crisi in questo Paese.

Dietro la legge di Bilancio si nasconde il DDL Boccia con la sua “autonomia differenziata”, istituzionalizzazione dei processi di competizione tra i territori figlio della modifica del Titolo V della Costituzione, che ha avuto in questa pandemia gravissime conseguenze e responsabilità nello smantellamento del welfare e della sanità pubblica. Un processo di “regionalizzazione” che ha polarizzato le differenze tra nord e sud, la desertificazione dei territori periferici, la divaricazione tra “regioni di serie A” e “regioni di serie B” sul piano della sanità, dei trasporti, del sistema della formazione, più in generale dei diritti.

Si consuma oggi anche un attacco consistente al diritto alla casa: bocciati gli emendamenti che chiedevano la proroga del blocco degli sfratti. Una scelta non accompagnata da un’inversione di tendenza sull’edilizia residenziale pubblica, men che meno sulla legislazione sugli affitti, che delega completamente al mercato privato; questo proprio in un momento in cui la crisi economica, invece, richiederebbe un intervento pubblico decisivo.

Perfino il timido tentativo di un gruppo di parlamentari della sinistra compatibilista residuale di inserire una patrimoniale è stato respinto, con gli emendamenti ritirati.

Una legge di Bilancio che si approva all’ombra dell’assunzione da parte della maggioranza di governo del Meccanismo Europeo di Stabilità, che impone un vero e proprio condizionamento alla spesa pubblica e sociale, se non vero e proprio commissariamento, da parte delle istituzioni europee a tutti i paesi “spendaccioni” come i paesi mediterranei tra cui il nostro; tutto questo tramite le politiche di austerità e privatizzazioni, le stesse che hanno già massacrato la Grecia.

Le risorse del Next Generation EU, conosciuto anche come Recovery Fund, oltre a essere insufficienti per la recessione economica che stiamo attraversando, rimarcano gli indirizzi dell’Unione Europea: massimizzare i profitti delle imprese, questo in chiave di competizione globale, non per una redistribuzione delle risorse e per una funzione sociale. Anche qui si continua a sovvenzionare le grandi opere e a porre meno risorse in sanità.

Alla luce di questo scenario, domani sarà in campo anche una mobilitazione nella scuola per la rimessa al centro del diritto allo studio, contro i provvedimenti insufficienti del governo e la didattica a distanza che aumenta le disuguaglianze sociali. Mobilitazione che condividiamo e sosteniamo.

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