ROMA. CROLLANO LE SCALE MOBILI. COLPA DEGLI ULTRAS RUSSI O DEI PRIVATI ITALIANI?
La colpa non può essere che la loro. I tifosi sono tutti un po’ barbari, figurarsi quelli russi. Hanno saltellato, sicuramente in preda all’alcool, e la scala mobile è venuta giù.
Peccato che le cose pare siano andate diversamente. Visti anche i video, infatti, l’ipotesi al momento più plausibile è che il collasso sia avvenuto per problemi tecnici. Strano, visto che la struttura era abbastanza “giovane”: 10 anni quando la vita media di simili impianti è di 30 anni. Sorge il dubbio che il problema sia collegato alla manutenzione ordinaria della scala. E allora dagli addosso all’ATAC, il carrozzone che sarebbe la quintessenza di tutti i mali del “pubblico”, l’azienda pubblica che gestisce le metropolitane di Roma. “Privatizziamola subito!” – eccola la parola d’ordine di gran parte del panorama politico e mediatico nostrano.
Però… c’è un però enorme. La manutenzione – ordinaria, programmata o “a guasto” – funziona infatti così: ATAC, il “pubblico”, non gestisce da sé il servizio, ma lo affida a un privato. Nel 2017 l’appalto se l’è aggiudicato per 3 anni la Metroroma, il privato per l’appunto. Come? Con un ribasso d’asta del 49,73%. ATAC aveva calcolato occorressero circa 22 milioni; la Metroroma ha fatto un’offerta di 11.522.257,38€. ATAC le assegna dunque la gara. Giusto così per lorsignori. In fondo deve tagliare ovunque sia possibile, risparmiare, cedere al ricatto di un debito mostruoso. Peccato che sia un debito nei confronti delle stesse istituzioni pubbliche che negli ultimi anni hanno risparmiato a spese dell’azienda e del servizio. E che a sua volta l’azienda lo scarichi direttamente sugli utenti, sulla loro pelle. Sotto attacco il diritto alla mobilità, ma anche quello alla sicurezza, di utenti e lavoratori.
È infatti da malpensanti pensare che la Metroroma abbia potuto cercare di risparmiare sugli interventi da eseguire, così da massimizzare i suoi profitti? Tanto che vuoi che succeda… Vuoi vedere che una tragedia capiterà proprio a noi? Eh, a volte capita a quanto pare… Vuoi vedere che poi crolla il ponte? E sì, crolla.
Non sarebbe forse il caso di ripensare un modello che affida qualsiasi ambito delle nostre vite al privato?
Prima riportiamo nelle nostre mani il controllo di questi servizi, meglio sarà.
P.S.: Per l’11 novembre i “Radicali” hanno promosso un referendum per la privatizzazione di ATAC. Votiamo NO. Perché se è vero che l’ATAC non funziona così com’è, è vero pure che va trasformata esattamente nel senso opposto: controllo popolare, investimenti, reinternalizzazione dei servizi!
Maggiori info su www.poterealpopolo.org/atac