Al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini
Alla Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo
Il settore della cultura e dello spettacolo attraversava una profonda crisi economica e lavorativa, dettata dalle politiche di privatizzazione, precarizzazione e definanziamento statale degli ultimi decenni , avvenute ben prima della totale chiusura delle attività necessaria a contenere il contagio dal virus Sars – Cov 2.
Le misure di sostegno messe in campo dai Dpcm si sono dimostrate insufficienti, lasciando oltretutto fuori da qualsiasi tipo di sussidio una grande platea di lavoratrici e lavoratori del settore, a testimonianza del totale disinteresse dello Stato per le condizioni contrattuali e lavorative delle operatrici e operatori del comparto della cultura e dello spettacolo.
Come Potere al Popolo! CHIEDIAMO CHE:
- Venga istituito un reddito di quarantena prima, e di emergenza poi, che vada a sostenere economicamente, fino alla ripresa delle attività, tutte le persone che sono impossibilitate a lavorare ( Utilizzando il disavanzo patrimoniale dell’ Ex Enpals e procedendo ad una patrimoniale, con un’imposta straordinaria del 10% sui patrimoni del 10% più ricco della popolazione);
- Il Mibact si impegni a sostenere i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche attraverso il FUS con le relative integrazioni, in modo da poter sostenere i costi dei lavoratori a tempo indeterminato, senza ricorrere a fondi di integrazione salariale (FIS) o Cassa Integrazione in deroga, fondi che potrebbero eventualmente essere dirottati a sostegno di quei lavoratori precari che nella attuale situazione hanno subito la risoluzione dei contratti in essere e in divenire
- Il Governo si pronunci con chiarezza sulle strategie che intende adottare per far ripartire il settore; tenendo insieme il rispetto delle norme di sicurezza per i lavoratori e i fruitori e il riconoscimento della cultura come bene essenziale ed indispensabile;
- Alla ripresa delle attività culturali e dello spettacolo si proceda alla creazione di una continuità di reddito stabilizzando il più possibile le lavoratrici e i lavoratori che ne hanno diritto, ed introducendo un regime di intermittenza dello spettacolo che vada a tutelare tutte le persone che svolgono una mansione lavorativa intermittente.
- Ci si adoperi per una semplificazione ed uniformazione dei CCNL, procedendo così ad una omologazione contrattuale a rialzo che contrasti la frammentazione, le disuguaglianze, lo sfruttamento, il precariato e il lavoro nero;
- Il rispetto dei CCNL sia la base inderogabile per la ricezione di finanziamenti pubblici;
- Venga rivoluzionato il sistema di elargizione del Fus, adottando parametri non più basati sulla crescita, sul profitto e sull’indice di affluenza ma su progettualità, continuità, valore sociale e radicamento territoriale;
- Lo Stato torni ad essere l’attore principale nella gestione del patrimonio artistico-culturale, rifiutando l’appalto privato e la mercificazione dei beni culturali, non scindendo la valorizzazione dalla tutela;
- Vengano accolte le richieste delle differenti categorie di lavoratrici e lavoratori del settore per un riconoscimento giuridico delle figure professionali;
- Vi sia la riunificazione della contribuzione per chi ha lavori artistici che attualmente non appartengono alla gestione ex Enpals.
In conclusione auspichiamo che da questa emergenza non si torni alla normalità, perché la normalità era il problema, ma si colga l’occasione per riformare definitivamente il sistema culturale italiano e renderlo effettivamente un bene pubblico, essenziale, utile ed indispensabile.
Potere al Popolo! Cultura e Spettacolo