Il governo (penta) leghista, insediatosi da appena dieci giorni, sta mettendo a verifica la tenuta nell’opinione pubblica di alcuni dei punti nevralgici del contratto di governo come quello della difesa sempre legittima e della tolleranza zero verso i migranti.
L’assassinio xenofobo di Soumaila a San Calogero, quello di Jefferson, ragazzo ecuadoriano di appena 20 ucciso da almeno 5 colpi di pistola per mano di un poliziotto durante un TSO, a Genova e il grave ferimento di un uomo a San Giuseppe Vesuviano da parte di due carabinieri, danno il via libera mediatico prima ancora che legale, alla legittima difesa o difesa sempre legittima, tanto cara ai borghesi piccoli piccoli che guidano la dottrina e il ministro Salvini a difesa della proprietà privata.
L’assordante silenzio istituzionale legittima e assolve a priori gli autori con la complicità delle principali testate giornalistiche che inizialmente, nel caso di Soumaila, ipotizzavano un tentativo di furto finito in tragedia. La storia di Soumalia, invece, è una storia di sfruttamento e di lotta, di un uomo ammazzato per aver aiutato e sostenuto chi viene spremuto fino all’osso nella filiera agricola. I media e le istituzioni, invece, hanno cercato di derubricarla a uno scontro tra criminali avvenuto in un contesto degradato.. Conte ha espresso sdegno, senza neanche troppa enfasi, soltanto dopo tre giorni dall’accaduto mentre il popolo dei 5stelle si affannavano a dimostrare sui social che essendo successo in Calabria era sicuramente colpa della ndrangheta, capro espiatorio sempre utile, legittimando e assolvendo al tempo stesso il Salvini-pensiero e la xenofobia di cui è paladino.
Jefferson Tomalà, ecuadoriano di 20 anni appena, è stato sparato da un poliziotto. Almeno 5 colpi di pistola sparati ESCLUSIVAMENTE verso PUNTI VITALI. È una storia di emarginazione e di rabbia; dovere dello Stato doveva essere tutelare, aiutare, sostenere, e invece Jefferson è stato “eliminato” come si fa con un “problema”, con una anomalia. E anche qua, la sentenza assolutoria a carico del/dei poliziotti sui media è già scritta. A loro difesa scende in campo il capo della polizia Gabrielli il quale ci rassicura che i suoi uomini “sebbene scossi sono in ripresa…perché in questi casi non bisogna mai perdere l’umanità!” Salvini ovviamente da “cittadino, padre e ministro” si schiera dalla parte del poliziotto che ha sparato per salvare il suo collega da un “pericoloso coltellino da cucina” lanciando l’hastag #iostoconchicidifende. A carico del poliziotto è stata aperta un’inchiesta per ECCESSO COLPOSO DI LEGITTIMA DIFESA, la procura vuole capire se sono state rispettate le procedure previste in questi casi.
Infine l’episodio di San Giuseppe Vesuviano che, sebbene non ha avuto il tragico risvolto di Genova, è inquietante per le modalità e per le ricostruzioni fantasiose che ne danno i carabinieri. Un uomo sottoposto a misura domiciliare, trovato fuori dalla porta di casa viene sparato, e fortunatamente solo ferito, da un solerte carabiniere. Dalla loro ricostruzione emerge che <<la decisione da parte di uno dei carabinieri della pattuglia di sparare un colpo di pistola, probabilmente in aria, che però è andato a conficcarsi nel torace dell’uomo, accasciatosi subito al suolo dopo che la pallottola lo ha centrato in pieno>>.
Colpo di pistola sparato in aria che però è andato a conficcarsi nel petto. Un po come il proiettile deviato dal sasso che ha ucciso Carlo e assolto il suo assassino. L’eccesso colposo di legittima difesa è stato usato per assolvere gli assassini di Sandro Greco a Rossano, trivellato da 24 colpi di pistola di un altro solerte poliziotto.
Banalmente potremmo chiedere se prima di uccidere un ragazzo di appena 20 anni il poliziotto si sia attenuto al regolamento, sparando in aria i colpi di avvertimento, oppure se abbia pensato a sparare alle gambe prima che al petto o alla testa. Ma non cambierebbe l’ordine del discorso. Quello che stanno elevando a sistema è un vero e proprio Stato di polizia che non vuole applicare le regole a tutela della Sicurezza dei cittadini, bensì dispiega un apparato securitario fondato sulla rapidità (sommarietà) della giustizia con licenza di uccidere. Quello che più preoccupa è l’accettazione che si percepisce in questa maggioranza che ha votato il governo del cambiamento. Cambiamento che in questo caso significa restaurazione. Restaurazione di un pensiero che dietro l’orgoglio nazionale nasconde razzismo e rozzezza culturale, che scaglia i penultimi contro gli ultimi, che eleva a sistema l’ossessione securitaria tacitando la coscienza pubblica prima ancora degli alleati e delle opposizioni, sacrificando il diritto in nome e per conto della proprietà privata.