*Nel 1845, Karl Marx si appuntò alcune note per L’ideologia tedesca, un libro che scrisse con il suo caro amico Friedrich Engels. Engels trovò queste note nel 1888, cinque anni dopo la morte di Marx, e le pubblicò con il titolo Tesi su Feuerbach. L’undicesima tesi è la più famosa: “i filosofi hanno solo interpretato il mondo, in vari modi; il punto, però, è cambiarlo“.
Negli ultimi cinque anni, noi di Tricontinental: Institute for Social Research abbiamo considerato questa tesi con grande attenzione. L’interpretazione più ampiamente accettata di questa tesi è che, in essa, Marx esorti le persone non solo a interpretare il mondo, ma anche a cercare di cambiarlo. Tuttavia, non crediamo che questo colga il significato della frase. Secondo noi Marx sta dicendo che sono coloro che cercano di cambiare il mondo che hanno una migliore consapevolezza dei vincoli che esso impone e delle possibilità che si possono aprire, perché si imbattono in quello che Frantz Fanon chiama il “blocco di granito” del potere, della proprietà e del privilegio che impedisce una facile transizione dall’ingiustizia alla giustizia. Ecco perché noi, a Tricontinental: Institute for Social Research, sviluppiamo la nostra analisi dalla saggezza che i movimenti politici e sociali hanno accumulato nel corso degli anni. Crediamo che coloro che lottano per cambiare il mondo abbiano una certa chiarezza sulle strutture che lo definiscono.
La convinzione è misteriosa, a volte è una forza della personalità, altre volte una forza dell’esperienza. La chiarezza deriva dal sapere chi esercita le leve dello sfruttamento e dell’oppressione e come funzionano questi sistemi di sfruttamento e oppressione. Questa conoscenza emerge dalle esperienze del lavoro e della vita, ma si acuisce attraverso la lotta per superare queste condizioni.
Questo processo di conduzione della ricerca militante è il cuore dell’intervista che abbiamo condotto con R. Chandra della All India Democratic Women’s Association (AIDWA) per il nostro dossier n. 58 (novembre 2022). Chandra ci racconta la storia di come le attiviste dell’AIDWA hanno condotto indagini nello stato meridionale del Tamil Nadu per comprendere meglio le condizioni di vita e di lavoro delle donne lì, e spiega come queste indagini abbiano fornito informazioni sullo sfruttamento e l’oppressione che sono diventate la base delle campagne di AIDWA. Attraverso queste campagne, AIDWA ha imparato di più sul “blocco di granito” del potere, del privilegio e della proprietà. Il processo di scambio continuo tra lotta e ricerca ha permesso all’organizzazione di costruire la propria teoria e rafforzare la propria lotta.
Questa ricerca militante non solo produce conoscenza delle gerarchie che operano in un particolare luogo, ma addestra anche gli/le attivistə a diventare “nuovə intellettuali” delle loro lotte e leader nelle loro comunità.
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I nostri gruppi di ricerca incontrano i/le leader dei movimenti e conducono lunghe interviste con loro su quanto segue:
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La storia del movimento
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Il processo per costruire il movimento
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I limiti e i punti di forza del movimento
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- Il nostro gruppo studia quindi l’intervista, legge attentamente la trascrizione e fornisce un’analisi di ciò che il movimento ha riassunto e che tipo di teoria ha sviluppato. L’intervista iniziale potrebbe essere pubblicata come testo da Tricontinental: Institute for Social Research, come abbiamo fatto con le interviste a K. Hemalata, presidente del Centre of Indian Trade Unions, S’bu Zikode di Abahlali baseMjondolo, il movimento di chi abita negli insediamenti informali del Sud Africa, e Neuri Rossetto del Movimento dei/lle Senza Terra del Brasile.
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Sulla base dell’analisi presentata nell’intervista, chi partecipa alla ricerca isola i temi principali che sembrano essere utili e prende nota per studiarli ulteriormente. Questi temi vengono poi condivisi con i/le leader del movimento per sollecitare un loro contributo.
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Quando c’è accordo su questi temi, il gruppo di ricerca – a volte insieme a ricercatrici e ricercatori del movimento, a volte in autonomia – lavora per costruire un processo per studiare questi temi leggendo la letteratura accademica pertinente e conducendo ulteriori ricerche in coordinamento con il movimento (come, per esempio, ulteriori interviste) e sondaggi tra le persone. Questa ricerca costituisce il cuore del progetto.
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La ricerca viene quindi analizzata, elaborata in un testo e condivisa con i/le leader del movimento che contribuiscono di nuovo e offrono una valutazione. Un testo finale per la pubblicazione è prodotto in collaborazione con il movimento.
Questo è il modo in cui svolgiamo il nostro lavoro, la nostra forma di ricerca militante che abbiamo imparato da organizzazioni come AIDWA.
L’anno scorso ho partecipato alla riunione della COP26 a Glasgow. Mentre ero in coda per un test Covid, ho incontrato un gruppo di dirigenti petroliferi, uno dei quali ha guardato il mio accredito stampa e mi ha chiesto cosa stessi facendo alla conferenza. Gli ho detto che avevo recentemente scritto dell’orrenda situazione a Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, dove la popolazione era in aperta ribellione contro un progetto di estrazione di petrolio guidato rispettivamente dalle società francesi e statunitensi Total e ExxonMobil. Nonostante i profitti generati dal petrolio prelevato dalla loro regione, la popolazione ha continuato a vivere in estrema povertà. Piuttosto che affrontare questa iniquità, i governi di Mozambico, Francia e Stati Uniti hanno affermato che coloro che manifestavano erano terroristə e hanno chiesto alle forze armate del Ruanda di intervenire.
Mentre eravamo in fila, uno dei dirigenti petroliferi mi ha detto: “Tutto quello che dici è vero. Ma a nessuno importa”. Un’ora dopo, seduto in una sala di Glasgow, mi è stata chiesta la mia opinione a proposito del dibattito sul clima, i cui termini sono stati modellati dai/lle dirigenti delle aziende dei combustibili fossili e dai privatizzatori della natura. Questo è quello che ho detto.
Purtroppo, un anno dopo, questo intervento rimane attuale.
Con affetto,
Vijay
*Traduzione della quarantaseiesima newsletter (2022) di Tricontinental: Institute for Social Research.