Tra il genocidio dei palestinesi e la guerra in Congo, gli esseri umani si aggrappano alla speranza. Saleem, a Rafah, sogna oltre il presente, della Giornata dei Libri Rossi e di un futuro migliore.
È quasi impossibile pensare alla gioia mentre Israele continua con la sua violenza genocida contro i palestinesi e mentre si aggrava la terribile guerra sul fronte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Decine di migliaia di persone sono state uccise o ferite e milioni di sfollati sia a Gaza che vicino Goma (RDC). In entrambi i casi, la richiesta immediata deve essere la fine delle violenze, ma di pari passo si muove la necessità di porre fine alla radice di questa violenza (come la fine dell’occupazione della Palestina). Quando ci sono conflitti di questo tipo, rimaniamo intrappolati nel presente, incapaci di pensare al futuro. Sempre più spesso, il deterioramento della vita quotidiana, con la carestia che si aggira in gran parte del pianeta, ha reso impossibile sognare di un altro mondo. Da Gaza, Goma e decine di migliaia di territori in tutto il mondo si chiede un’unica cosa: una bomba in meno, un pezzo di pane in più.
Tuttavia, anche nei momenti più bui, le persone cercano gioia e promesse, un orizzonte che non sia semplicemente circoscritto alle immediate indignazioni della vita. Quasi 10 anni fa, ho trascorso un pomeriggio al campo di Jalazone, a nord di Ramallah (Palestina), dove ho partecipato ad un’iniziativa in una scuola dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA). Fuori da questa scuola, in Cisgiordania, la tensione quotidiana dell’occupazione si era intensificata a causa di una serie di uccisioni di palestinesi da parte dei soldati israeliani ai checkpoint.
In una classe d’arte alla scuola dell’UNRWA, guardavo dei bambini palestinesi raccontare con un disegno un loro recente sogno. L’insegnante mi concesse di girare per la classe e interagire con i bambini. Molti di loro disegnavano soggetti tipici dei bambini: una casa, il sole, il fiume accanto alla casa, bambini che giocavano sull’altalena o sullo scivolo. Non c’era nulla che ricordasse lo stato di apartheid come i recinti, i checkpoint, e i soldati israeliani. C’era solo la semplicità che volevano provare. Ed è così che hanno rappresentato la felicità.
Cosa stai scrivendo in questa guerra, poeta?
Scrivo il mio silenzio.
Vuoi dire che ora dovrebbero parlare le armi?
Sì. Il loro suono è più forte della mia voce.
Cosa stai facendo allora?
Invito alla fermezza.
E vincerai la guerra?
No. L’importante è resistere. Resistere è una vittoria in sé.
E dopo?
Inizierà una nuova era.
E tornerai a scrivere poesie?
Quando le armi si placheranno un po’. Quando esploderà il mio silenzio, che è pieno di queste voci. Quando troverò il linguaggio appropriato.
I jet israeliani avevano iniziato a bombardare i confini di Rafah, eppure Saleem ha trovato il tempo di parlare della Giornata dei Lirbi Rossi. Per lui, come per i suoi figli, il presente non è sufficiente. Vogliono immaginare cosa c’è oltre l’orizzonte, cosa c’è oltre il genocidio in corso.
Poiché in questa data si celebra anche la Giornata internazionale della lingua madra, l’idea era che scrittori, editori e lettori si recassero in luoghi pubblici per leggere il Manifesto nelle loro lingue. Nonostante le sfide poste dalla pandemia, 30.000 persone dal Venezuela alla Corea del Sud hanno partecipato alla prima Giornata dei Libri Rossi nel 2020, con epicentro in India. Ben presto è diventato chiaro che il punto non era leggere esclusivamente il Manifesto, ma qualsiasi “libro rosso” in quel giorno. Assumendo più profondamente gli ideali della sinistra, molti hanno deciso di organizzare festival di vario tipo per custodire la vita collettiva e promuovere le culture della sinistra.
Quest’anno, l’Unione Internazionale degli Editori di Sinistra (IULP) ha dato il via festeggiamenti per la Giornata dei Libri Rossi ai primi di febbraio con la pubblicazione di un emozionante video della giovane artista e dirigente comunista Chemm Parvathy. L’artista si è esibita sulla base della versione francese de “L’Internazionale” danzando tra i mercati e le officine dei lavoratori di Thiruvananthapuram. La canzone culmina con Parvathy sulla spiaggia, che regge una bandiera comunista mentre il sole rosso sprofonda l’orizzonte dietro di lei. Il video è diventato virale e ha dato il via alla Giornata dei Libri Rossi. Gli eventi di quest’anno sono stati accompagnati da una serie di poster commemorativi originali disegnati da artisti di tutto il mondo per incoraggiare un numero sempre maggiore di persone a organizzare letture e spettacoli nelle loro regioni.
Il Red Books Day è ormai radicato nel panorama culturale della sinistra indiana. Quest’anno, è diventato anche un forum per commemorare il centenario della morte di V. I. Lenin, leader della rivoluzione russa del 1917. In Kerala, mezzo milione di persone si sono riunite per leggere e discutere Leninism and the Approach to the Indian Revolution di EMS Namboodiripad in 40.000 posti. Il più grande di questi eventi si è svolto a Thiruvananthapuram, dove il Segretario del Partito comunista dell’India – marxista CPI(M) del Kerala, MV Govindan, ha inaugurato il festival. Il Purogamana Kala Sahithya Sangham (PuKaSa o Organizzazione letteraria e artistica progressista) ha tenuto seminari in tutto il Kerala sull’attualità del Manifesto e la band VKS del comitato Pukasa Nattika Mekhala ha preparato un video musicale sul Manifesto del Partito comunista. In Karnataka, il membro del Politburo del CPI(M) MA Baby ha tenuto una conferenza su “Lenin e la cultura”, mentre in Andhra Pradesh e Telangana, operai, contadini e giovani hanno discusso della vita e degli scritti di Lenin (anche attraverso un webinar organizzato da Mana Manchi Pustakam).
Nel Maharashtra si è tenuto un webinar su Il risveglio di un uomo di Godavari Parulekar. In molte parti dell’India, come l’Assam, la Federazione degli studenti dell’India ha organizzato letture del Manifesto. Sia nel Bengala Occidentale che nel Tamil Nadu, la gente ha letto le edizioni Bangla e Tamil di The Political Marx, scritte da Aijaz Ahmad e da me. Nello stesso Stato, G. Ramakrishnan del CPI(M) ha inaugurato una sessione di lettura nel centro di Chennai e la folla ha letto e discusso il breve opuscolo Lenin: The Polestar of Revolution.
In vista prossimo anno, l’IULP pubblicherà ogni mese un poster sui propri canali social che culminerà in un calendario del Red Books Day alla fine dell’anno. L’idea è che questo non diventi un evento singolare, ma che sia definito anche da attività che si svolgono durante tutto l’anno per arrivare agli eventi principali del 21 febbraio.
La Giornata dei Libri Rossi si inserisce nell’ampia lotta culturale per la difesa del diritto di scrivere, pubblicare e leggere libri ‘rossi’ e per la lotta contro le idee oscurantiste che oggi si contrappongono alla ragione (come l’affermazione del primo ministro indiano Narendra Modi secondo cui l’India antica eccelleva nella chirurgia plastica grazie al Signore indù Shiva, che sostituì la testa di suo figlio Ganesh con quella di un elefante, come abbiamo scritto nel nostro ultimo dossier). Sebbene questa giornata sia promossa dall’IULP, che comprende oltre quaranta editori di tutto il mondo, non è organizzata esclusivamente dal sindacato. La speranza generale è che vada oltre l’IULP e che diventi una parte fondamentale del calendario della sinistra in tutto il mondo. È stato notevole vedere il Red Books Day diffondersi al di là delle nostre reti di sinistra. L’obiettivo è proprio questo: diventare parte integrante della cultura pubblica e lottare per affermare le idee razionali e socialiste come idee fondanti della società. Stimiamo che entro la fine del decennio oltre dieci milioni di persone parteciperanno alla Giornata dei Libri Rossi. L’anno prossimo a Gaza.
Con affetto,
Vijay
*Traduzione della decima newsletter (2024) di Tricontinental: Institute for Social Research.
Come Potere al Popolo traduciamo la newsletter prodotta da Tricontinental: Institute for Social Research perché pensiamo affronti temi spesso dimenticati da media e organizzazioni nostrane e perché offre sempre un punto di vista interessante e inusuale per ciò che si legge solitamente in Italia. Questo non significa che le opinioni espresse rispecchino necessariamente le posizioni di Potere al Popolo. A volte accade, altre volte no. Ma crediamo sia comunque importante offrire un punto di vista che spesso manca nel panorama italiano.