Fonte: Agoràvox
di Mariapaola Boselli
Se Viola Carofalo, portavoce di Potere al Popolo, ancora non era certa del successo del partito, durante l’assemblea del 18 marzo 2018 tenutasi a Roma al Teatro Italia, ha ricevuto certa conferma del grande successo del neonato movimento, tanto da non poter nascondere una lacrima di commozione.
La pioggia insistente non ha fermato la folla di attivisti e nuovi sostenitori che, già dalle 9, ha iniziato a riempire Teatro Italia in tutte le sue sale fino a riempire anche il marciapiede esterno. Una marea in festa, un movimento che ora conosce i suoi grandi potenziali e non vuole di certo fermarsi.
Nonostante le difficoltà che Potere al Popolo ha incontrato durante la campagna elettorale, come la mancata raccolta delle firme per le quattro circoscrizioni estere, un budget limitato e, in primis, l’essere degli sconosciuti nel mondo politico dei “soliti noti”, la loro vittoria è innegabile.
Nell’arco di pochi mesi hanno saputo proporre un programma nuovo, se non tanto nei contenuti quanto nei modi di attuazione, che ha addirittura destato la curiosità di autorevoli giornali esteri, oltre che quella della stampa italiana. Organizzazione orizzontale è il concetto che sta alle fondamenta del partito, un movimento che vuole partire dal popolo e che non ha leader, ma portavoce.
Anche se la struttura del partito, dice Viola, deve essere studiata in modo più approfondito per democratizzare più profondamente i processi e le decisioni del movimento, i risultati delle elezioni confermano che la strada intrapresa è quella giusta: raggiungere una così alta percentuale di voti (1.6%, percentuale più di quella ottenuta ad esempio da Casa Pound che ha, per ben diverse vicende, occupato molto più spazio nelle cronache e nei giornali) in così poco tempo è un chiaro messaggio per tutti che un nuovo attore è entrato a far parte della politica italiana.
Molti gli interventi durante l’assemblea: hanno parlato attivisti e portavoce provenienti da diverse regioni italiane e Paesi europei, rappresentanti di partiti e movimenti esteri amici, come il Partito Comunista della Repubblica popolare di Donetsk, che ha nuovamente espresso solidarietà al movimento italiano augurando loro ogni successi; presenti poi in platea rappresentanze della comunità Kurda, a sua volta fortemente sostenuta da PaP soprattutto in questo momento che vede Afrin caduta nelle mani di Erdogan.
L’appoggio di diverse correnti, partiti e movimenti esteri al paese non deve stupire: la campagna elettorale è stata oggetto di forte interesse all’estero e Potere al Popolo, nonostante la sua posizione di certo non favorevole alle istituzioni europee, è un partito fortemente internazionalista. L’appoggio e il contatto con altri partiti “fratelli” sparsi in tutto il mondo è presente e forte, è una rete che si intreccia dal Sud America al Nord Europa e che è destinata ad ampliarsi.
In questo momento l’intera politica italiana è in una fase di stallo, l’incertezza regna sovrana e ad oggi, due settimane dopo il voto, ancora non è chiaro cosa ci attenderà nelle prossime settimane. Di una cosa si può essere però certi: l’impatto mediatico e sociale di Potere al Popolo difficilmente è destinato ad esaurirsi. Non si tratta di sensazioni, ma di un fatto che è ormai sotto gli occhi di tutti: Potere al Popolo è riuscito a trasformare l’insofferenza e la delusione per la politica in forza costruttiva e propositiva senza dover ricorrere ai soliti espedienti fondati sulle paure e le debolezze degli elettori, senza vendere un’immagine contraffatta di se per attirare approvazioni e attenzioni gratuite.
Anche se la strada è ancora lunga gli attivisti di PaP sembrano più che intenzionati a percorrerla fino in fondo e qualsiasi osservatore esterno non potrebbe che convenire nell’affermare che questo giovanissimo movimento ha tutte le carte in regola per dar vita ad un cambiamento che non sia il solito e noto rimescolare le carte in tavola, ma che sia vera rivoluzione.