Show must go on, verrebbe da dire…peccato che lo show in questo caso siano i treni sempre più disastrati dei pendolari, la rete ferroviaria nazionale in stato comatoso, delle condizioni di (in)sicurezza inaccettabili!
Il 25 Gennaio scorso in un incidente ferroviario di un treno locale perdevano la vita 3 donne e 46 persone restavano ferite: la causa, a quanto apprendiamo, è la scarsa manutenzione dei binari, cosa facile da immaginare dati i tagli al personale e agli investimenti che RFI ha operato in questi anni, meno diecimila persone e meno 2 miliardi dal 2006 ad oggi
Alcuni sindacati dei ferrovieri hanno indetto uno sciopero per domenica 28 Gennaio, per la messa in sicurezza della rete, ma la commissione di garanzia ha intimato la revoca dello sciopero: insomma in Italia si può morire sui binari, ma guai a lottare per avere migliori condizioni per lavoratrici, lavoratori e pendolari!
Una settimana prima dell’incidente Legambiente pubblicava il rapporto “Pendolaria”: dal 2003 sono stati chiusi oltre 1000 km di tratte ferroviarie, mentre i passeggeri dei treni locali continuano ad aumentare.
I conti di Trenitalia sorridono: l’Alta Velocità rende all’azienda, anche perché è diventata, su molte tratte, l’unico collegamento possibile, senza possibilità di scelta. Gli Intercity sono una specie in via d’estinzione, per non parlare dei regionali. È la fine del trasporto ferroviario come servizio pubblico, salutata tra gli applausi di chi ha governato in questi anni.
Intanto, solo nel 2017, ci sono stati 6 deragliamenti, e dal 2009, anno del disastroso incidente di Viareggio, oltre cento persone hanno perso la vita sulle ferrovie.
Ma guai a dirlo! Le lavoratrici e i lavoratori che in questi anni hanno subito contratti peggiorativi, inasprimento dei turni e dei ritmi di lavoro, riduzione della sicurezza, non possono scioperare: lo dice il Governo, lo dice la 146/90, lo dicono politici di ogni schieramento pronti a scagliarsi contro chi osa lottare per i diritti e la sicurezza di tutte e tutti!
Potere al popolo! non ha dubbi: la nostra parte è quella delle lavoratrici e dei lavoratori, delle e degli utenti, delle e dei pendolari che ogni giorno rischiano la vita per recarsi a lavoro! Noi diciamo un grande e forte NO alle grandi opere, SI ad un trasporto ferroviario pubblico, capillare, efficiente, democratico, e soprattutto difendiamo la libertà e il diritto di sciopero contro chi vorrebbe metterci il bavaglio e farci tacere!