n questi giorni si sta tenendo a Vienna un importante seminario di analisi e di confronto sulla fase economica, sociale e politica europea, organizzato da due importanti fondazioni di “ricerca militante”, Transform Europe e dalla Rosa-Luxemburg-Stiftung.
Lo scopo del seminario non è solo teorico: mira a mettere in comune le pratiche che funzionano, per aumentare l’efficacia dei nostri rispettivi percorsi e produrre una trasformazione reale del nostro continente. Mira a produrre conoscenza reciproca, perché per rispondere alle sfide del nostro tempo bisogna pensare globalmente e agire oltre i limiti dei confini e degli stati, in modo coordinato.
Sono presenti esponenti di Podemos, Izquierda Unida, Bloco de Esquerda, Die Linke, Syriza, partecipanti alla France Insoumise, e ancora attivisti dall’Austria, dall’Ucraina, dalla Polonia, dalla Finlandia. Per noi ci sono Salvatore Prinzi, Rosa Rinaldi e Roberto Morea, che della sezione italia di Transform è presidente.
Siamo stati invitati per dare un quadro della situazione italiana dopo dieci anni di crisi economica, per spiegare cosa sta accadendo con il nuovo governo Lega/5 Stelle, per presentare il nostro progetto politico a otto mesi dalla sua nascita, e i prossimi passi che intendiamo fare per contribuire alla trasformazione di questo continente che al momento è dilaniato dal liberismo aggressivo di Macron e Merkel e dal liberismo sovranista di Orban e Salvini.
Nelle prossime ore proveremo a socializzare, attraverso il sito di Potere al Popolo e di Transform Italia, quanto stiamo imparando, perché è essenziale che questi confronti non restino fra “specialisti”, e che il dibattito italiano di sprovincializzi. Quello che accade nel resto d’Europa, le lotte e i tentativi di organizzazione che si portano avanti, sono importantissimi anche per le nostre classi popolari!
D’altronde, se si incontrano fra loro banchieri, manager e fondi speculativi per mettersi d’accordo e imporci le loro decisioni, se si incontrano Le Pen, Salvini etc per coordinarsi e cercare di costruire un’egemonia reazionaria in Europa, è tempo che anche la collaborazione di chi è dalla parte degli oppressi si faccia sempre più stretta.
Oggi più che mai l’internazionalismo è una necessità. Se le multinazionali, i fondi speculativi, i capitali, si muovono su un campo da gioco sconfinato, noi non possiamo essere confinati nell’area di rigore, dobbiamo provare a guadagnare campo e contrattaccare!