Che succede dentro Poste Italiane?
Da un po’ di giorni gli uffici postali, i centri di smistamento e i centri di recapito di Poste Italiane sono entrati in agitazione con scioperi, astensioni dal lavoro e proteste.
I lavoratori di Poste Italiane stanno denunciando la grave carenza di misure di sicurezza alla luce dell’emergenza coronavirus che stiamo affrontando.
Ieri due lavoratori di Poste Italiane sono morti a causa del Covid-19 e – cosa ancor più grave – si erano entrambi recati a lavoro fino a pochi giorni fa.
Troppi contagiati…e siamo ancora all’inizio!
Stando ai dati forniti ieri da Poste Italiane sono inoltre già 38 i casi di positività al coronavirus tra i lavoratori e ben 712 i dipendenti costretti a vario titolo alla quarantena.
Oltre ad essere numeri che salgono di ora in ora è estremamente probabile che non tutti siano stati accertati.
Il lavoro che entrambi i lavoratori deceduti svolgevano è evidentemente un lavoro a rischio in questa fase emergenziale, non solo per la salute e la sicurezza di chi lavora ma anche per quella dell’intera collettività.
Gli uffici postali sono attraversati da decine e decine di persone ogni giorno che frequentano nell’arco della giornata uno stesso luogo chiuso.
Anche il lavoro del postino è un lavoro decisamente esposto, soprattutto nel diventare un veicolo inconsapevole del virus. Come ci ha spiegato un lavoratore di Poste Italiane: “Come una ape che vola di fiore in fiore, così il postino rischia di girare per la città entrando a contatto via via e in successione con persone che escono dai portoni dei palazzi, custodi, addetti alla ricezione per aziende ed enti, colleghi e – terminato il lavoro – i propri familiari, diventando un involontario agente del contagio. Inoltre, il lavoro si svolge in ambienti, con strumenti di lavoro e con mezzi di trasporto che non risultavano sanificati e in alcuni centri si sconta la mancanza non solo delle mascherine, ma anche di guanti, gel igenizzanti e della possibilità di un rispetto costante delle distanze di sicurezza prescritte”.
Scioperi a tutela della salute di tutte e tutti!
Con le ultime proteste e astenendosi dal lavoro questi lavoratori hanno dato prova di una assunzione di responsabilità individuale e collettiva nel fare la propria parte per limitare il contagio del virus e le sue gravi conseguenze sociali per tutti noi.
Il lavoro dei servizi postali è considerato un servizio essenziale di interesse pubblico e sociale, un lavoro la cui continuità va garantita.
Tali affermazioni non possono però tradursi che venga messa ogni giorno ancor più a repentaglio la vita dei lavoratori postali e – per loro tramite inconsapevole – la salute della intera collettività.
Se dobbiamo garantire il servizio essenziale ciò non può contrastare l’evidente urgenza di chiudere i luoghi di lavoro di Poste Italiane per il tempo necessario per portare avanti una approfondita sanificazione degli ambienti e attendere l’arrivo di tutti i DPI (dispositivi di protezione individuale) aggiuntivi che sono necessari.
Spontaneamente diversi portalettere hanno lanciato una petizione on-line che chiede la chiusura temporanea dei luoghi di lavoro di Poste Italiane:
https://www.change.org/p/chiudere-gli-uffici-di-recapito-di-poste-italiane-coronavirus
Amazon è un “servizio essenziale”?
Se dobbiamo tutelare il servizio essenziale, risulta scandalosa la scelta di privilegiare costantemente i pacchi Amazon e in generale dell’e-commerce (cosa che permetterà a questi “giganti” di approfittare della chiusura dei negozi per distruggere definitivamente una buona parte dei commercianti). Si preferisce mantenere i lavoratori in una condizione di rischio pur di continuare a fare utili sulla consegna dei prodotti Amazon (l’unica cosa che davvero non deve subire “stop”, anche a scapito della corrispondenza).
Le nostre richieste
Alla luce di tutto questo non possiamo che unirci alla petizione lanciata da alcuni portalettere e contemporaneamente chiedere:
– l’immediata chiusura di tutti i luoghi di lavoro di Poste Italiane, finché non siano prese tutte le precauzioni per la salute collettiva e dei lavoratori
– la drastica limitazione ai soli servizi essenziali che garantiscano la corrispondenza urgente tra persone (raccomandate, stipendi, etc…) e l’accesso alle informazioni (giornali).
– la sospensione a oltranza della dei prodotti dell’e-commerce, che stanno avendo la priorità rispetto al resto della corrispondenza.
Su questo si chiede anche all’Agcom un intervento drastico di indirizzo e di restrizioni alla luce del rischio contagio.