UL DIRITTO DI FAMIGLIA IN CASO DI DIVORZIO, AFFIDAMENTO E MANTENIMENTO DEI FIGLI
Il disegno di legge(ddl) presentato dal leghista neocatecumenale Simone Pillon punta a riscrivere la legge del 2006 sull’affido condiviso dei figli dopo separazioni e divorzi. Come ogni reazionario autentico, Pillon propone uno schema che, nei fatti, mira a scoraggiare la richiesta di divorzio da parte delle donne. L’ipocrita ispirazione del testo è quella della “bigenitorialità perfetta”, che non esiste nella vita reale di milioni di coppie presenti sul nostro territorio nazionale, così come in nessun’altra parte del mondo.
Il ddl Pillon rappresenta la risposta mal strutturata e peggiorativa ad un bisogno reale, e lascia basiti considerare il fatto che a proporlo sia un professionista – Pillon è presidente di un’associazione di mediazione familiare – che dovrebbe avere qualche rudimento di esperienza materiale in fatto di separazioni.
Gli addetti ai lavori: mediatori, avvocati, psicologi, constatano che per come è scritto questo ddl
- Incrementa la conflittualità genitoriale dilatandola nel tempo, procurando alla coppia una moltiplicazione di occasioni di lite. 2. Lede gravemente gli interessi delle bambine e dei bambini . 3. E’ delirante nei casi in cui ci sia violenza di genere e verso i/le bambin* vittime di violenza reale o assistita.
La conflittualità genitoriale sarebbe molto aumentata dalla perdita dell’assegno di mantenimento. Il mancato assegno per la parte – di solito la madre – che ha i figli a carico “dimentica” che siamo in un paese con una bassissima occupazione femminile, e che ostacola in vari modi il lavoro delle madri. Non esiste alcuna “parità di genere” nell’attuale divisione capitalistica del lavoro, che discrimina le donne in termini di diritto al lavoro e a un salario uguale a quello degli uomini.
La disattenzione del ddl verso i minori è criminale. La teoria del figlio diviso a metà per tempi e spazi riproporrà continue situazioni di conflitto, specie considerando l’attuale organizzazione economica e sociale delle coppie. Cambiare casa ogni dieci giorni quando per questioni di forza maggiore la casa del partner è molto lontana da quella dove il figlio è cresciuto e ha costruito la sua quotidianità sarebbe un trauma costante per i bambini.
In caso grave e frequente delle separazioni dipendenti da violenza sui minori o violenza verso la madre a cui si trova ad assistere il minore, l’obbligo di dividere il tempo dei genitori a prescindere dai desiderata dei figli contesi è altrettanto criminale, partendo dall’assunto che se un figlio non vuole vedere uno dei due partner è sempre comunque manipolato da uno di essi. Un bambino a cui il genitore ha spento le sigarette addosso, che ha frustato con la cinghia, che abbia rotto il braccio di sua madre davanti a lui, debba poi andare a casa sua per due settimane al mese fa rabbrividire. Il pensiero che poi, ad un suo diniego, sia costretto ad andare in una casa famiglia, dà l’idea della ferocia di questo provvedimento.
Per tutto questo il decreto Pillon è una proposta vergognosa, di cui beneficeranno solo i professionisti del settore, grazie alla moltiplicazione di perizie e mediazioni familiari obbligatorie, procurando ulteriori problemi e dolore per genitori, figli e per tutta la società.
Contro questo decreto Potere al Popolo! è mobilitato in tutto il paese. Potere al Popolo! Pisa aderisce e parteciperà alle iniziative di Non una di Meno che si terranno il 7 e il 10 novembre in città.
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