Lo avevamo scritto: è stata una campagna elettorale piena di veleni con un improbabile centrosinistra che ha inseguito la destra facendo leva sui peggiori istinti di un elettorato incattivito da anni di crisi e di spoliazione, di diritti negati e di guerra fra poveri.
Ai danni del liberismo si è aggiunta la destra razzista e fascista ormai sdoganata.
In questo quadro desolante che ha dato i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, l’esperienza di Potere al Popolo si è contraddistinta. Non è un cartello elettorale, ma una realtà scevra da politicismi e opportunismi di sorta che ha gettato le basi per il lavoro futuro: in tre mesi e mezzo, in totale autofinanziamento, senza alcuno spazio nei media, e con solo alcune centinaia di attivisti, è passato dall’essere un insieme di collettivi sparsi, comitati, associazioni, pezzi di partiti, a un soggetto politico fatto da 10.000 militanti e conosciuto da qualche milione di persone.
Laddove si è potuto contare sulla presenza di attivisti, i risultati sono stati buoni (a Firenze, ad esempio il 3.34% alla Camera Fi Nord, il 2.41% a Fi Sud, e il 2.75 al Senato), ma certo in moltissimi luoghi Potere al popolo non è ancora conosciuto. Sarà l’impegno futuro.
Giusto che venga rivendicato il lavoro fatto, giusto che si pensi ai prossimi appuntamenti locali e nazionali (il 18 marzo a Roma la prima assemblea nazionale), per decidere insieme cosa e come fare per radicarsi nei territori e ampliare le pratiche e le analisi che già lo contraddistinguono.
Un’esperienza unica nel quadro della politica italiana, qualcosa di cui si sentiva la necessità, e si sente a maggior ragione oggi: una proposta politica chiaramente orientata nel senso della giustizia sociale, della solidarietà, della redistribuzione della ricchezza, della difesa delle classi popolari, dei diritti, della salvaguardia degli ambienti di vita, con la radicalità necessaria a cambiare lo stato di cose esistente.
Il nostro grazie va a chi con coraggio ha lanciato la sfida e l’ha portata avanti, senza scivolare nel terreno infido della campagna elettorale: senza ambiguità, senza retropensieri, senza ipocrisie, con la chiarezza e l’onestà intellettuale di chi queste lotte le porta avanti da sempre nei territori, ed è orgogliosamente portatore di quei valori e di quegli ideali.
Ci vediamo il 18 marzo a Roma!
*perUnaltracittà