Sempre di più, la ragione viene letteralmente abolita dal linguaggio delle bombe. Man mano che i sistemi d’arma diventano più “intelligenti”, gli strumenti diplomatici utilizzati dagli Stati del Nord globale diventano sempre più diretti. I diplomatici statunitensi ed europei sono tornati alla vecchia abitudine coloniale di alzare bruscamente la voce, dando lezioni alle persone indigene su ciò che dovrebbero o non dovrebbero fare – mentre loro stessi fanno quello che vogliono. Se le persone indigene non sono d’accordo, i vecchi governanti coloniali minacciano semplicemente di tagliare loro le mani o di bombardare le loro case.
Quando la Corte penale internazionale ha cercato di aprire un fascicolo per indagare sulle atrocità commesse dagli Stati Uniti in Afghanistan, Washington ha reagito revocando i visti ai procuratori e minacciando di sanzionare le loro famiglie. Più recentemente, il governo degli Stati Uniti ha sanzionato la relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese per il suo rapporto sulla complicità delle aziende nel genocidio israeliano contro il popolo palestinese. Questo comportamento mafioso riflette l’atteggiamento di lunga data dei governanti coloniali e indica il ritorno a un periodo in cui l’Occidente inviava le sue cannoniere per minacciare i nostri Paesi [del Sud globale, ndt] e ci obbligava a fare commercio secondo le loro regole e non da pari. Durante il periodo coloniale, quella forma di comportamento era chiamata diplomazia delle cannoniere. Quella che abbiamo ora è una versione aggiornata: la diplomazia dei missili nucleari.
Sotto la pressione degli Stati Uniti, i Paesi membri della NATO hanno formalmente concordato di aumentare le proprie spese militari al 5% del proprio prodotto interno lordo (PIL) entro il 2035. Poiché molti membri della NATO non hanno nemmeno raggiunto il precedente obiettivo del 2%, questa mossa susciterà probabilmente seri dibattiti interni all’alleanza. Secondo i nostri calcoli, come mostra il grafico FACTS sopra riportato, i Paesi NATO spendono attualmente 2’700 miliardi di dollari in spese militari. Con l’aumento della spesa militare al 5% del PIL, tale cifra salirà a 3’800 miliardi di dollari, ben 1’000 miliardi in più rispetto agli anni precedenti.
Nel 2024, la spesa militare globale ha raggiunto i 3’700 miliardi di dollari. Nello stesso anno, le Nazioni Unite hanno approvato un bilancio annuale di soli 3,72 miliardi di dollari (che include il mantenimento della pace). Il bilancio dell’ONU, quindi, è solo lo 0,1% del bilancio globale per gli armamenti. È difficile guardare queste cifre e non provare un senso di futilità nel portare avanti un programma per la pace tra i popoli e la diplomazia tra Paesi. Ci sono così tante cose da risolvere eppure così poco viene fatto in questo periodo, per quanto limitate le misure possano essere, per risolvere questi problemi.
In altre parole, l’Europa e gli Stati Uniti hanno scelto la via dell’austerità e della guerra. Questa è la loro promessa al mondo per il prossimo futuro. Nel frattempo, al 17° vertice BRICS a Rio de Janeiro (Brasile), i Paesi BRICS+, che ora includono anche l’Indonesia, hanno optato per una visione del mondo diversa. La dichiarazione dei BRICS+ ha chiesto programmi “a beneficio dei nostri popoli attraverso la promozione della pace, un ordine internazionale più rappresentativo e più equo, un sistema multilaterale rinvigorito e riformato, lo sviluppo sostenibile e la crescita inclusiva”. Le parole chiave qui sono pace e sviluppo.
Questa è la scelta che ci è stata posta: austerità e guerra da un lato, sviluppo e pace dall’altro.
“Ferro”
Per chi è tutto questo ferro?
Per una catena che si attorciglia attorno a un polso
Una lama puntata al petto o alla vena
Una chiave per la porta della prigione per coloro che non sono schiavi
Una noria che raccoglie sangue.
“Proiettili”
Per chi sono tutti questi proiettili?
Per i miserabili bambini coreani
Per gli operai affamati di Marsiglia
Per il popolo di Baghdad e tutti gli altri
Per chiunque voglia essere salvato
Ferro
Proiettili
Proiettili
Proiettili
Ferro…
Sento il mercante
E i bambini che ridono,
E come la lama prima che la vittima se ne accorga,
Come un lampo che mi attraversa la mente
Come uno schermo, come una ferita che sgorga sangue –
vedo crateri che rombano –
riempiono l’orizzonte – fiamme e sangue
Che cadono come acquazzoni, riempiendo la distesa
Proiettili e fuoco. Il volto del cielo
Si acciglia ogni volta che il ferro lo scuote
Ferro e fuoco, fuoco e ferro…
Poi l’impatto, poi la bomba!
Tuoni ovunque,
Parti di corpi senza vita e le macerie di una casa.
Ferro vecchio per una nuova battaglia
Ferro… per livellare questo deserto senza acqua,
Dove i bambini disegnavano sulla sabbia
E dove gli anziani pensavano di essere al sicuro.
“Pace”
Come se la scintilla nelle lettere
Fosse coperta dall’oscurità delle caverne,
Con le speranze del primo uomo.
Quale immagine ha inciso sulle pietre,
spinto dalla morte: è una vittoria,
il desiderio di un mondo migliore?
Questa è la scelta: ferro o pace, proiettili o sviluppo. Non c’è pace con le armi, non c’è sviluppo con i proiettili. Questa è una scelta. Dovete partecipare a questa scelta. Il vostro silenzio porta alle armi, ai proiettili e alla guerra; la vostra voce, se è abbastanza forte e coordinata con quella degli altri, potrebbe portarci alla pace e allo sviluppo, alle risate dei bambini che al tramonto giocano senza paura.
Con affetto,
Vijay
*Traduzione della ventinovesima newsletter (2025) di Tricontinental: Institute for Social Research.
Come Potere al Popolo traduciamo la newsletter prodotta da Tricontinental: Institute for Social Research perché pensiamo affronti temi spesso dimenticati da media e organizzazioni nostrane e perché offre sempre un punto di vista interessante e inusuale per ciò che si legge solitamente in Italia. Questo non significa che le opinioni espresse rispecchino necessariamente le posizioni di Potere al Popolo. A volte accade, altre volte no. Ma crediamo sia comunque importante offrire un punto di vista che spesso manca nel panorama italiano.