Il primo atto del governo Meloni ad entrare in vigore nel nuovo anno è stato il cosiddetto “codice di condotta delle ONG”, un decreto contenente “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori” volto a regolamentare l’attività di soccorso delle navi umanitarie presenti nel Mediterraneo.
La norma prevede regole più stringenti per le navi delle ONG, ostacolando il più possibile le loro missioni di soccorso. Si vorrebbero infatti impedire i salvataggi multipli costringendo le navi a dirigersi, dopo il primo salvataggio, verso quello che “dovrebbe” essere il porto più vicino. Dovrebbe perché, come si è visto, il Ministero dell’Interno non si è fatto scrupoli ad assegnare porti di sbarco lontani migliaia di km, come nel caso delle navi Geo Barents e Ocean Viking fatte arrivare nel porto di Ancona.
Nel frattempo gli sbarchi continuano ad aumentare (+55% nel 2022) e le ONG riescono a intercettare solo il 10% dei flussi totali. Gli altri vengono recuperati dalla Guardia Costiera, arrivano autonomamente o si perdono in mezzo al mare. A dimostrazione di come la teoria delle ONG come “pull factor” sia una menzogna volta a criminalizzare chi esprime solidarietà e fa operazioni di soccorso in mare.
Eppure il governo si ostina a presentare quella contro le ONG come una delle sue battaglie principali. L’obiettivo è quello di impedire alle navi umanitarie di essere operative nel Mediterraneo e salvare vite attraverso ritardi e nuovi obblighi. Un gioco politico che ricade come sempre sui migranti: strumentalizzati dalla politica per battaglie identitarie razziste e costretti a vivere giorni interi in condizioni disumane solo per i capricci di un governo che gioca a mostrare i muscoli.
Non possiamo accettare questa continua guerra agli ultimi mentre, dall’altro lato, il governo tutela i ricchi e i grandi capitali. Il governo vorrebbe nascondere tutte le incapacità e le colpe di una manovra fallimentare e dell’aumento dei prezzi agitando la bandiera della lotta ai migranti e per la sicurezza. Ma l’unica sicurezza che vogliamo è quella delle vite di chi tenta di arrivare nel nostro paese. Non accettiamo l’ennesimo decreto che lascia morire le persone nel mar Mediterraneo e che nega un porto sicuro a chi scappa da guerra, fame e disastri ambientali creati anche dall’Occidente.
Movimento Migranti e Rifugiati Napoli
