Non lo leggerete sui principali giornali, non lo vedrete in tv, ma questa era #Roma ieri.
Il venerdi dopo pranzo, in orario lavorativo, 4000 lavoratori e lavoratrici sono scesi in piazza per il loro diritti, per il ritiro dell’infame “decreto Cutro”, che non risolve nessuno dei problemi relativi all’immigrazione, ma li aggrava.
In testa al corteo spontaneo c’erano le donne, spesso vittime di tratta, abusate da uomini di ogni colore, sfruttate nei campi, nelle case altrui, nei negozi. Donne ipocritamente definite essenziali durante la pandemia e oggi tornate ad essere vite di scarto per la propaganda governativa. Ieri per andare a Roma hanno perso una giornata di lavoro, hanno SCIOPERATO, una cosa che troppi italiani bianchi hanno dimenticato come fare.
Il Governo vorrebbe dividerci secondo linee di colore, vorrebbe rendere i lavoratori e le lavoratrici di origini straniere più ricattabili sul territorio. Vorrebbe lasciare loro e i loro figli, i nuovi italiani, in un limbo giuridico.
Perché, aldilà della propaganda sul “blocco navale”, i neofascisti vogliono perseguire la stessa politica degli altri Governi precedenti: rendere loro ricattabili, obbligarli ad accettare qualsiasi lavoro, per renderci tutti più deboli e sfruttabili dal padrone di turno. E per farlo, per emanare il suo Decreto Immigrazione, ha strumentalizzato la morte di 94 persone a Cutro, uccidendole due volte.
Al fianco del Movimento Migranti e Rifugiati Napoli, di USB e di tante associazioni, ieri abbiamo urlato Non sulla nostra pelle !. I più sfruttati hanno lanciato il sasso e aperto la strada all’opposizione sociale e politica al Governo Meloni. Ieri era il primo passo, non ci fermeremo certo qui.